comunicato Slai Cobas
DUE OPERAI
SUICIDI IN DUE MESI
NON POSSONO
ESSERE CASI INDIVIDUALI!
Martedì
scorso un operaio addetto al laminatoio a freddo si è tolto la vita.
Il giorno prima era andato al lavoro.
E’ il
secondo operaio dell’ArcelorMittal che si suicida in appena due
mesi. Alla vigilia del 1° Maggio un altro giovane operaio era morto
così. E vi sono altre similitudini, anche questo operaio aveva 44
anni, aveva famiglia, dicono che soffrisse di depressione. Queste due
morti quasi simili anche nelle loro modalità non possono essere
considerati dei casi individuali ma sono un sintomo molto grave di
una condizione operaia più generale.
Anche
questa volta non abbiamo notizie certe del perchè del suicidio. Ma
la vita che fa un operaio dell’Ilva è brutta e faticosa non solo
fisicamente ma più psicologicamente, moralmente, soprattutto quando
non c’è una lotta vera che crea speranza in un cambiamento
sul lavoro e nella vita.
Al di là
delle motivazioni personali che possono essere varie, resta un fatto,
una verità che segna generazioni di operai e giovani: quando
c’è la lotta, c’è anche una comunità operaia, e non
si è soli nell’affrontare i problemi. Negli anni in cui vi è
stato un reale movimento di lotta, anche all’Ilva questo si è
visto.
Oggi il
clima quotidiano è brutto alla fabbrica. Ai compagni di lavoro
dell’operaio morto vogliamo dire che queste pesantissime
morti/suicidi devono dare un messaggio di ribellione. Che sia la
rabbia, la protesta a crescere dentro ogni operaio e in ogni reparto.
Anche
per queste morti padroni, governo, Stato devono pagare il conto.
Un forte
abbraccio alla famiglia.
SLAI
COBAS per il sindacato di classe – 3.7.20
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