venerdì 31 luglio 2020

31 luglio - da tarantocontro: Il testo dell'esposto contro ArcelorMittal per uso illegittimo di CIG COVID - L'INPS HA GIA' AVVIATO ACCERTAMENTI


Questo è il testo dell'esposto presentato 
dallo Slai Cobas per il sindacato di classe 
alla Procura, all'Inps, all'Ispettorato del 
Lavoro.

L'INPS ha già convocato la rappresentante dello Slai 
Cobas, che
 
ha fornito ulteriori elementi.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TARANTO
Esposto – Denuncia
La sottoscritta
espone quanto segue :
ArcelorMittal Italia, nello stabilimento di Taranto il 6 luglio, senza accordo sindacale, ha rinnovato la cassintegrazione COVID 19 per 8152 lavoratori fino, per il momento, al 2.8.202
Questa
1) La cassintegrazione era stata già programmata come ordinaria e attuata da ArcelorMittal dal 1 luglio 2019, indipendentemente, quindi, dall'emergenza pandemia, per crisi del mercato dell’acciaio. Pertanto gli operai interessati erano già in cassintegrazione ordinaria prima del lockdown
2) ArcelorMittal ha continuato – da luglio 2019 a metà marzo 2020 - a prorogare la cassintegrazione ordinaria; con l'uscita del decreto “Cura Italia”, in data 25.3.20 ha comunicato che la cig, senza soluzione di continuità, passava da cassintegrazione ordinaria a cassintegrazione per Covid-19, proseguita poi fino a tutto il 2.8.20, e interessando tutti gli 8152 lavoratori in forza nello stabilimento di Taranto (allegato).
3) Mentre AM poneva in cig Covid, chiedeva ed otteneva in data 4 aprile 2020 la deroga per continuare a produrre, e poi a commercializzare, nel pieno periodo di lockdown. Unica fabbrica in Europa che, non facendo produzione essenziale, ha continuato a far lavorare ben 5000 lavoratori (3000 diretti e 2000 appalto)
Pertanto, da un lato ha continuato a produrre, ponendo a rischio i lavoratori (alcuni sono risultati positivi al COVID), dall'altro ha utilizzato la cig per Covid.

L'insistenza con cui ArcelorMittal ha chiesto nei Tavoli in Prefettura di Taranto di continuare la produzione - ponendo il solito “ricatto”: o produco e commercializzo o vado via - mostra, a parere della scrivente, che l'emergenza pandemia non ha costituito una situazione di crisi nuova e rilevante, né una caduta degli ordini normali, tali che giustificasse la richiesta di Cig Covid.
La crisi di sovrapproduzione dell'acciaio a livello mondiale, la crisi di mercato vi sono da molti anni; ArcelorMittal, invece, da cambio da cig ordinaria a cig covid ha inteso, arbitrariamente, addebitare unicamente all'emergenza pandemica, tali difficoltà.
Lo stesso rallentamento produttivo era già previsto, fin dall'accordo del 6 settembre 2018 – entrata di ArcelorMittal – e successivi accordi e Tavoli precedenti il lockdown e relativo alle ragioni di crisi di mercato e di organizzazione della produzione già indicati.
LA REALTA' E' CHE MENTRE ARCELORMITTAL, UNICA FABBRICA IN ITALIA E IN EUROPA, CONTINUAVA A PRODURRE E A FAR LAVORARE 5MILA (tra diretti e appalto), QUINDI MENTRE ERA AL RIPARO DAL LOCKDOWN CHE HA INVECE INTERESSATO TANTE REALTA' LAVORATIVE COSTRETTE A CHIUDERE, METTEVA IN CIG COVID UNA PLATEA A REGIME DI 8152 OPERAI DIRETTI.
4) Per gli operai posti in cassintegrazione Covid, questo cambio di motivazione (da ordinaria a Covid) ha comportato un pesante taglio dell’indennità di cig, arrivando a percepire solo il 58%, con pesanti e in alcuni casi anche drammatiche conseguenze sulle condizioni di vita proprie e dei familiari.
L'uso della cig Covid risulta pertanto, a parere della scrivente, fatto al solo scopo di risparmiare, di evitare le procedure normative previste per la cig ordinaria, come di evitare eventuali verifiche da parte dell’Inps previste nelle richieste di cassa ordinaria. Ma, soprattutto, ha avuto lo scopo di allungare il periodo complessivo di cassintegrazione, beneficiando della cassa Covid per tutto il periodo possibile, e subito dopo riagganciare una nuova cassa integrazione ordinaria già programmata
In questo modo il periodo complessivo di cassintegrazione si allunga per i lavoratori e viene perpetrata una truffa ai danni dello Stato
ArcelorMittal anche senza l'emergenza coronavirus
Nello stesso tempo, ha aggravato la situazione di ingolfamento di richieste e pratiche per cig Covid all'Inps, con conseguente ritardo nelle corresponsione degli importi - ancora in questi giorni, lavoratori per esempio delle pulizie di aziende chiuse per covid non possono ancora ricevere gli ammortizzatori sociali
Per i motivi esposti la scrivente chiede che codesta Procura voglia, previo accertamento dei fatti, ove ravvisi la ricorrenza di fattispecie penalmente rilevanti, procedere nei termini di legge nei confronti dei responsabili legali dell’ArcelorMittal Italia.
Si resta a disposizione per fornire tutti gli elementi cartacei e testimoniali.
SLAI COBAS per il sindacato di classe Taranto
Coordinatrice Calderazzi Margherita
per com. 3475301704-slaicobasta@gmail.com - slaicobassc@pec.libero.it - TA 28.7. 20

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