Questo è il testo
dell'esposto presentato
dallo Slai Cobas per il sindacato di classe
alla Procura, all'Inps, all'Ispettorato del
Lavoro.
L'INPS
ha già convocato la rappresentante dello Slai
Cobas, che
ha
fornito ulteriori elementi.
*****
PROCURA
DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TARANTO
Esposto
– Denuncia
La
sottoscritta
espone
quanto segue :
ArcelorMittal
Italia, nello stabilimento di Taranto il 6 luglio, senza accordo
sindacale, ha rinnovato la cassintegrazione COVID 19 per 8152
lavoratori fino, per il momento, al 2.8.202
Questa
1)
La cassintegrazione era stata già programmata come ordinaria e
attuata da ArcelorMittal dal 1 luglio 2019, indipendentemente,
quindi, dall'emergenza pandemia, per crisi del mercato dell’acciaio.
Pertanto gli operai interessati erano già in cassintegrazione
ordinaria prima del lockdown
2)
ArcelorMittal ha continuato – da luglio 2019 a metà marzo 2020 - a
prorogare la cassintegrazione ordinaria; con
l'uscita del decreto “Cura Italia”, in data 25.3.20 ha comunicato
che la cig, senza soluzione di continuità, passava da
cassintegrazione ordinaria a cassintegrazione per Covid-19,
proseguita poi fino a tutto il 2.8.20, e interessando tutti gli 8152
lavoratori in forza nello stabilimento di Taranto (allegato).
3)
Mentre AM poneva in cig Covid, chiedeva ed otteneva in data 4
aprile 2020 la deroga per continuare a produrre, e poi a
commercializzare, nel pieno periodo di lockdown.
Unica
fabbrica in Europa che, non facendo produzione essenziale, ha
continuato a far lavorare ben 5000 lavoratori (3000 diretti e 2000
appalto)
Pertanto,
da
un lato ha continuato a produrre, ponendo a rischio i lavoratori
(alcuni sono risultati positivi al COVID), dall'altro ha utilizzato
la cig per Covid.
L'insistenza
con cui ArcelorMittal ha chiesto nei Tavoli in Prefettura di Taranto
di continuare la produzione - ponendo il solito “ricatto”: o
produco e commercializzo o vado via - mostra, a parere della
scrivente, che l'emergenza pandemia non
ha
costituito una situazione di crisi nuova e rilevante, né una caduta
degli ordini normali, tali che giustificasse la richiesta di Cig
Covid.
La
crisi di sovrapproduzione dell'acciaio a livello mondiale, la crisi
di mercato vi sono da molti anni; ArcelorMittal, invece, da cambio da
cig ordinaria a cig covid ha inteso, arbitrariamente, addebitare
unicamente all'emergenza pandemica, tali difficoltà.
Lo
stesso rallentamento produttivo era già previsto, fin dall'accordo
del 6 settembre 2018 – entrata di ArcelorMittal – e successivi
accordi e Tavoli precedenti il lockdown e relativo alle ragioni di
crisi di mercato e di organizzazione della produzione già indicati.
LA
REALTA' E' CHE MENTRE ARCELORMITTAL, UNICA FABBRICA IN ITALIA E IN
EUROPA, CONTINUAVA A PRODURRE E A FAR LAVORARE 5MILA (tra diretti e
appalto), QUINDI MENTRE ERA AL RIPARO DAL LOCKDOWN CHE HA INVECE
INTERESSATO TANTE REALTA' LAVORATIVE COSTRETTE A CHIUDERE, METTEVA IN
CIG COVID UNA PLATEA A REGIME DI 8152 OPERAI DIRETTI.
4)
Per gli operai posti in cassintegrazione Covid, questo cambio di
motivazione (da ordinaria a Covid) ha comportato un pesante taglio
dell’indennità di cig, arrivando a percepire solo il 58%, con
pesanti e in alcuni casi anche drammatiche conseguenze sulle
condizioni di vita proprie e dei familiari.
L'uso
della cig Covid risulta pertanto, a parere della scrivente, fatto al
solo scopo di risparmiare,
di evitare le procedure normative previste per la cig ordinaria, come
di evitare eventuali verifiche da parte dell’Inps previste nelle
richieste di cassa ordinaria. Ma, soprattutto, ha
avuto lo scopo di allungare il periodo complessivo di
cassintegrazione, beneficiando
della cassa Covid per tutto il periodo possibile, e subito dopo
riagganciare una nuova cassa integrazione ordinaria già programmata
In
questo modo il periodo complessivo di cassintegrazione si allunga per
i lavoratori e viene perpetrata una truffa ai danni dello Stato
ArcelorMittal
anche senza l'emergenza coronavirus
Nello
stesso tempo, ha aggravato la situazione di ingolfamento di richieste
e pratiche per cig Covid all'Inps, con conseguente ritardo nelle
corresponsione degli importi - ancora in questi giorni, lavoratori
per esempio delle pulizie di aziende chiuse per covid non possono
ancora ricevere gli ammortizzatori sociali
Per
i motivi esposti la scrivente chiede che codesta Procura voglia,
previo accertamento dei fatti, ove ravvisi la ricorrenza di
fattispecie penalmente rilevanti, procedere nei termini di legge nei
confronti dei responsabili legali dell’ArcelorMittal Italia.
Si
resta a disposizione per fornire tutti gli elementi cartacei e
testimoniali.
SLAI
COBAS per il sindacato di classe Taranto
Coordinatrice
Calderazzi
Margherita
Nessun commento:
Posta un commento