domenica 27 febbraio 2022

Contro la guerra imperialista/Ucraina - 25 febbraio in manifestazione a Palermo

Ieri in piazza contro la guerra accesa in Ucraina, una guerra interimperialista e reazionaria che può diventare un incendio mondiale, hanno protestato lavoratrici, lavoratori, studentesse e studenti, attivisti e militanti…

La Sicilia non è una zona di guerra – NO alle basi Nato di Augusta, Birgi, Sigonella,
NO agli strumenti di morte come il MUOS/Niscemi

Una prima manifestazione necessaria e urgente a cui se ne devono aggiungere altre mentre in contemporanea occorre estendere il messaggio di lotta contro la guerra imperialista in ogni ambito a partire dai posti di lavoro, fabbriche, quartieri…

dal concentramento in Piazza Verdi con interventi e volantinaggi poi si è fatto un corteo verso Piazza Pretoria lungo il centro storico

Diffuso l'appello sottoscritto dai lavoratori e lavoratrici Slai Cobas sc 
Condanniamo fermamente la campagna e l'azione dei governi Usa/Nato-Italia compresa di stampo guerrafondaio volta a portare le truppe occidentali ai confini russi usando l'Ucraina come cavallo di Troia e pedina di guerra,
così come condanniamo con forza l'invasione imperialista di stampo neozarista della Russia di Putin che accende un focolaio di guerra in Europa che può dilagare in tutto il mondo.
Siamo contro questa guerra tra banditi per il profitto dei padroni della energia e dell'industria bellica.
Siamo solidali con le masse ucraine sotto le bombe e in fuga
Siamo contrari all'invio dei soldati italiani nel territorio di guerra
Siamo contro ogni scaricamento dei costi e gli effetti di questa guerra sui i lavoratori e le masse italiane già colpite da crisi e pandemia.
Lavoratori e lavoratrici Slai cobas per il sindacati di classe

Interviste a studentesse e studenti e a lavoratori e lavoratrici https://www.palermotoday.it/cronaca/guerra-ucraina-corteo-pace-centro-video.html?fbclid=IwAR06Iv02zasDxZnCJh7_eBis_1hTz-GmySRizNVAop82wdMmlVex3V3iskQl                                                                                           

l’intervento di una lavoratrice Slai Cobas sc … l’8 marzo porteremo nello sciopero delle donne anche la nostra protesta/lotta contro la guerra imperialista


sabato 26 febbraio 2022

26 febbraio - UCRAINA/guerra imperialista - i lavoratori non possono parteggiare per nessun imperialismo

 Da un comunicato di Proletrai Comunisti che condividiamo e pubblichiamo 

Operai, lavoratori,

da due giorni con l’invasione russa dell’Ucraina lo spettro della guerra riappare in Europa, in un incendio che conferma la tendenza alla guerra mondiale verso cui stanno marciando le diverse potenze imperialiste per una nuova ripartizione del mondo, corrispondente ai profitti dei padroni del mondo, alla guerra commerciale e alla lotta per il controllo delle fonti energetiche.

Questo sistema imperialista mondiale attraversato dalla crisi economica, dalla pandemia che non è affatto finita, ora ci trascina in una guerra distruttiva.

Questa guerra è dipesa dall’offensiva dell’imperialismo americano, sostenuta con contraddizioni dai paesi imperialisti europei, che si è spinta fino a pretendere una presenza militare aggressiva fino ai confini della Russia, con l’adesione alla Nato da parte dell’Ucraina, la presenza diretta delle sue truppe imperialiste ai confini.

La Russia, paese imperialista e socialfascista, che opprime proletari e popoli al suo interno, ha visto minacciato il suo ruolo di potenza militare ed economica e ha reagito, come reagiscono tutti i banditi imperialisti, con un’azione di guerra, occupando un paese comunque indipendente, pretendendo di annetterne una sua parte e imporre un governo di diretta emanazione degli interessi imperialisti della Russia di Putin.

Proletari, masse popolari non interessano affatto alle potenze imperialiste e meno che mai la pace, la democrazia, il lavoro, i salari, la salute, la vita.

A fronte di questo incendio purtroppo non si può stare a guardarlo in televisione. Perchè i nostri padroni e i nostri governi, per i loro interessi economici, i profitti, sono dentro fino al collo; sia perché parte di un’alleanza aggressiva e guerrafondaia come la Nato, sia perché condividono gli interessi strategici fondamentali dell’imperialismo americano, sia perché hanno grandi interessi economici, materie prime, gas, mercati, industrie, con la stessa Russia.

E sono questi i fattori che portano alla guerra in corso e ad un possibile incendio mondiale.


Per questo, gli operai, i lavoratori, le masse popolari del nostro paese non possono parteggiare per nessuno dei paesi in conflitto e meno che mai condividere le scelte del governo dell’imperialismo italiano.

Non si devono condividere anche perché due concetti sono centrali.

Le guerre sono loro, i morti e le conseguenze distruttive sono nostre; i costi della guerra vengono sempre scaricati sulla pelle dei proletari e delle masse e sono sempre fattore di profitti per i padroni.

Tutto viene scaricato sui lavoratori, la crisi energetica che già è in corso con lo strepitoso aumento delle bollette e l’inflazione galoppante, i costi della partecipazione militare dell’Italia in questa guerra; mentre le masse muoiono di covid e ci impoveriamo sempre di più. Miliardi su miliardi vengono utilizzati per la corsa agli armamenti.

Per questo siamo contro la guerra inter imperialista in corso. E dobbiamo far sentire la nostra voce, la nostra opposizione in tutte le forme possibile, a partire dalle fabbriche e dai luoghi ddi lavoro.

Siamo certo solidali con i proletari e le masse sotto le bombe, in tutte le parti dell’Ucraina.

Ma essere dalla parte delle masse non significa essere dalla parte del governo reazionario nazista dell’Ucraina che ha contribuito in tutte le forme ad accendere i fuochi della guerra e che ha usato le parole come “sovranità” “nazionale”, democrazia”, per passare armi e bagagli al sostegno della politica guerrafondaia dell’imperialismo Usa e occidentale, e sempre e solamente per dare nuove occasioni di profitto ai padroni e alle classi dominanti capitalistiche e sfruttatrici.

Dire oggi di essere dalla parte dell’Ucraina significa dire di essere per la guerra e il dominio imperialista occidentale del paese.

In questo caso proletari e masse popolari non hanno patria da difendere.

In questa guerra ci sono due soli fronti.

Da un lato l’imperialismo USA, l’imperialismo europeo, la Nato, l’imperialismo russo invasore, governo e forze politiche in seno all’Ucraina asserviti agli imperialismi in lotta;

dall’altro i proletari e le masse nei territori di guerra, nei paesi imperialisti occidentali e russi, che vogliono pace, lavoro, salute e libertà, che si possono conseguire solo volgendo la lotta e le armi contro le truppe imperialiste e reazionarie nei teatri di guerra e all’interno di tutti i paesi direttamente o indirettamente coinvolti.

In questo terreno, ognuno deve fare la sua parte. In primis le organizzazioni che organizzano la classe operaia, tutti i lavoratori, i giovani, gli studenti in lotta, le masse popolari colpite sia nei loro interessi materiali, sia nei loro sentimenti e aspirazioni.

26 febbraio - Massima solidarietà’ a Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”

 

Una pioggia di avvisi orali verso compagni e disoccupati in lotta a Napoli – ultima tappa di una repressione costante e sistematica di stato borghese verso chi ribella organizza e lotta per il lavoro -considerati come criminali e socialmente pericolosi.

Criminale è chi nega il lavoro e socialmente pericolosi siamo tutti

Massima solidarietà e portiamo in tutte le realtà di lotta la denuncia e la mobilitazione.

Slai Cobas per il sindacato di classe

 

il comunicato dei compagni colpiti dai provvedimenti repressivi

UNA PIOGGIA DI AVVISI ORALI A CHI LOTTA!

INVITO ALLA MASSIMA SOLIDARIETÀ ED UNITÀ

Da ieri sono in corso notifiche di “avvisi orali” a Maria, Eddy, Mimì, Ciro, Antonio ed altri compagni/e nei quali la Questura di Napoli con diverse motivazioni informa che se la loro condotta sarà questa saranno applicate Misure di Prevenzione perché ritenuti “pericolosi per la sicurezza pubblica mettendo in pericolo la tranquillità pubblica” perché protagonisti di numerose manifestazioni di protesta e procedimenti legati alle lotte ed iniziative messe in campo.

Fino all’assurde accuse infamanti ad Eddy addirittura per non meglio precisate “attività illecite ai fini del proprio sostentamento” alludendo alla criminalizzazione della sua attività sindacale con il SiCobas al fianco dei lavoratori e proletari.

Una dura repressione che attacca un esperienza di movimento di lotta che rivendica salario, lavoro e progetti socialmente necessari.

Un’escalation fatta di multe, denunce, procedimenti, fino a 5 processi nel solo mese di Marzo, indagini per “Associazione a Delinquere” ed ora addirittura la pericolosità sociale e gli avvisi orali.

E’ davvero preoccupante in un momento in cui aumentano i prezzi dei beni di prima necessità, aumentano le bollette, aumenta il non lavoro, le Istituzioni piuttosto che dare risposte concrete al disagio sociale, alla disoccupazione, alla precarietà ed al lavoro nero, alla possibilità di liberare forze ed energie alla marginalità sociale provano ad alzare il livello di criminalizzazione e repressione contro i proletari di questa città che si sono organizzati per emanciparsi dalla povertà e dalla miseria proprio tramite la lotta per un salario garantito e dignitoso, per i servizi sociali, sanità, trasporti, servizi sociali per tutte e tutti.

Qualcuno è preoccupato che il fiume di denaro del PNRR e le varie misure possa essere oggetto di rivendicazioni dal basso per il soddisfacimento dei bisogni sociali che la città esprime?

E’ possibile reprimere in tal modo il dissenso e chi lotta per il lavoro?

C’è un Tavolo Interistituzionale aperto da tempo, perché non dare risposte concrete alle centinaia di disoccupati/e?

Ci rivolgiamo a tutta la città, alla parte sana, agli attivisti, alle realtà di lotta, ai lavoratori e lavoratrici, ai disoccupati e disoccupate, agli studenti e le studentesse, ai comitati di lotta ambientali e territoriali, alla società civile che auspichiamo prenda parola rispetto a questa vergogna.

Ad essere “pericoloso socialmente” è il clima che si sta creando attorno alla nostra lotta ed al valore generalizzante che sta assumendo.

Noi non ci fermeremo, la nostra lotta è legittima!

RISPOSTE CONCRETE PER IL LAVORO!

Chiediamo a tutti di mobilitarsi.

La solidarietà è un arma!

LUNEDI H 10:00

PRESIDIO CONFERENZA STAMPA

Via Medina, di fronte Questura di Napoli per andare a consegnare i nostri avvisi orali alle istituzioni politiche per rispedire al mittente la criminalizzazione della nostra lotta per il lavoro.

TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre“


 

venerdì 25 febbraio 2022

25 febbraio - COMUNE BOLOGNA BASTA DISCRIMINAZIONI SINDACALI E SESSISTE! una denuncia

 

Oggi 22 Febbraio una delegazione di SGB completamente al femminile si è recata a svolgere l’ennesimo incontro con il Comune di Bologna per confrontarsi sulla elaborazione di un protocollo di relazioni sindacali. Protocollo, che non può prescindere dal riconoscimento dell’assemblea delle lavoratrici e lavoratori in orario di lavoro, in quanto massima espressione di democrazia all’interno dei luoghi di lavoro.
Per la parte del Comune era presente il Direttore Generale e responsabile delle relazioni sindacali Montalto Valerio (privo di mascherina), che con atteggiamento padronale arrogante e maschilista ha ribadito, urlando, che non sarebbe mai stata ‘concessa’ ad SGB alcuna assemblea, anche a seguito “dell’opposizione da parte della rappresentante sindacale della CGIL”. Di fronte alle argomentazioni esposte dalle delegate, il rappresentante del Comune si è addirittura spinto a “minacciare” di chiamare il presunto “Capo (maschio) della delegazione sindacale” procedendo ad insultare pesantemente una delle delegate ed RSU SGB con parole inaccettabili ed offensive.
Come delegazione SGB vorremo ribadire al Direttore Generale del Sindaco dalla “mascherina rosa” che non basta il colore per definirsi la Giunta più progressista quando poi si operano scelte antidemocratiche e di vero fascismo sindacale e non si prendono le distanze da questi episodi di ‘sessismo sfrenato’.
Chiediamo dunque al Sindaco e a tutti i componenti della giunta di prendere immediatamente le distanze dal grave atteggiamento di oggi da parte del Direttore Generale (del quale chiediamo le dimissioni) e di riaprire il confronto sindacale personalmente e senza discriminazioni di alcun genere, né sessiste e né sindacali. L’assemblea è un diritto !
Bologna 22/02/2022
p. SGB
Vilma Fabbiani
Sharon Ciarleglio
Rosella Chirizzi
Valentina Delussu


giovedì 24 febbraio 2022

24 febbraio - Formazione Operaia – Lenin: Sui sindacati, gli scioperi… – 3° parte

 

SOLO LA LOTTA FA CRESCERE LA COSCIENZA DI CLASSE – LA LOTTA DEGLI OPERAI CONTRO IL GOVERNO, LO STATO – L’ALLEANZA CON I MOVIMENTI SOCIALI – L’UNIONE DEGLI OPERAI A LIVELLO INTERNAZIONALE

Dal Testo di Lenin:

…Gli operai acquisiscono una coscienza di classe quando comprendono che l’unico mezzo per migliorare la loro situazione e per conseguire la loro emancipazione sta nella lotta contro la classe dei capitalisti e dei fabbricanti... Inoltre, coscienza degli operai significa comprensione del fatto che gli interessi di tutti gli operai di un dato paese sono identici, solidali, che gli operai costituiscono un’unica classe, diversa da tutte le altre classi della società. Infine, coscienza di classe degli operai significa consapevolezza del fatto che, per raggiungere i propri scopi, gli operai devono necessariamente poter influire sugli affari dello Stato…

In che modo gli operai acquisiscono la consapevolezza di tutto questo? Gli operai l’acquisiscono attingendola incessantemente dalla stessa lotta che cominciano a condurre contro i fabbricanti, e che si estende sempre più, diviene sempre più aspra e coinvolge un numero sempre maggiore di operai... gli operai hanno cominciato a comprendere l’antagonismo fra gli interessi della classe degli operai e gli interessi della classe dei capitalisti. Invece di sentire confusamente di essere oppressi, essi hanno cominciato a capire in che cosa e come precisamente il capitale li opprime… …Ogni sciopero arricchisce l’esperienza di tutta la classe operaia. Se lo sciopero è vittorioso, esso dimostra quale forza rappresenta l’unione degli operai, e induce gli altri operai ad avvalersi della vittoria dei compagni. Se fallisce, induce a discutere sulle cause del fallimento e a ricercare metodi di lotta migliori… L’aiuto agli operai deve consistere nell’indicar loro le esigenze più urgenti per le quali si deve lottare, nell’esaminare le ragioni che aggravano particolarmente la situazione di questi o quegli operai, spiegare le leggi e i regolamenti sulle fabbriche, la cui violazione (oltre ai trucchi fraudolenti dei capitalisti) espone tanto spesso gli operai a una duplice rapina. Aiutare gli operai vuol dire esprimere in modo più esatto e più preciso le loro rivendicazioni e formularle pubblicamente, scegliere il momento più opportuno per la resistenza, scegliere il metodo di lotta, discutere la situazione e valutare le forze delle due parti impegnate nella lotta, ricercare se esiste un metodo migliore di lotta (che può essere, forse, una lettera al fabbricante oppure un ricorso all’ispettore o al medico, secondo le circostanze, quando non sia necessario passare direttamente allo sciopero, ecc.).

Attraverso questa lotta… gli operai, esaminando le diverse forme e i diversi casi di sfruttamento… imparano a comprendere il sistema sociale che si fonda sullo sfruttamento del lavoro da parte del capitale. In secondo luogo, in questa lotta gli operai sperimentano le proprie forze, imparano a unirsi, a comprendere la necessità e l’importanza di unirsi…

In terzo luogo, questa lotta sviluppa la coscienza politica degli operai... nel corso della lotta che essi conducono contro i fabbricanti per le proprie necessità quotidiane, sono indotti in modo spontaneo e inevitabilmente a interessarsi degli affari dello Stato, dei problemi politici… (di) come vengono promulgate le leggi e i regolamenti e quali interessi essi servono. Ogni vertenza di lavoro pone necessariamente gli operai in conflitto con le leggi e coi rappresentanti del potere statale…

...Che cosa vuol dire che la lotta della classe operaia è una lotta politica? Vuol dire che la classe operaia non può lottare per la propria emancipazione se non riesce a esercitare un’influenza sugli affari dello Stato, sulla direzione dello Stato, sulla promulgazione delle leggi…
quanto più il movimento operaio continuerà a progredire, tanto più chiaramente e recisamente si rivelerà e si farà sentire l’assoluta mancanza di diritti politici degli operai… La
conquista della libertà politica diviene la «questione più urgente per gli operai», perché senza di essa gli operai non hanno né possono avere alcuna influenza sugli affari dello Stato...

il governo non sta al di sopra delle classi, ma prende sotto la sua protezione una classe contro l’altra, prende sotto la sua protezione la classe degli abbienti contro i nullatenenti, dei capitalisti contro gli operai.

Esiste quindi un solo mezzo per porre fine allo sfruttamento del lavoro da parte del capitale: liquidare la proprietà privata degli strumenti di lavoro, trasferire tutte le fabbriche, le officine, le miniere, tutte le grandi proprietà terriere, ecc. nelle mani di tutta la società, e organizzare la produzione socialista, diretta dagli stessi operai… Ma a tal fine è indispensabile che il potere politico, ossia la direzione dello Stato, dalle mani di un governo influenzato dai capitalisti e dai proprietari terrieri, o dalle mani di un governo composto direttamente da rappresentanti eletti dai capitalisti, passi nelle mani della classe operaia… L’unione degli operai di tutti i paesi diventa necessaria, perché la classe dei capitalisti, che domina sugli operai, non limita il proprio dominio a un solo paese. Le relazioni commerciali fra i diversi Stati divengono sempre più strette e abbracciano un campo sempre più vasto; il capitale viene trasferito continuamente da un paese a un altro. Le banche, questi depositi di capitali che raccolgono il capitale in ogni luogo e lo danno in prestito ai capitalisti, da nazionali diventano internazionali… Le grandi società per azioni già si accingono a dirigere le imprese capitalistiche non in un solo paese ma simultaneamente in alcuni paesi; si creano le società internazionali del capitalisti. Il dominio del capitale è internazionale... Ecco perché il compagno dell’operaio russo nella lotta contro la classe dei capitalisti è l’operaio tedesco, polacco, francese, così come il suo nemico sono i capitalisti russi, polacchi, francesi… Essi (i capitalisti) si gettano avidamente sul giovane paese dove il governo è così ben disposto e servile verso il capitale come in nessun altro luogo, dove essi trovano operai meno uniti e meno capaci di opporre resistenza che in Occidente, dove molto più basso è il tenore di vita degli operai, e, quindi, anche il loro salario, sicché questi capitalisti stranieri possono realizzate profitti colossali, mai ottenuti nei loro paesi… …(infine) Il programma dichiara che alleati degli operai sono, in primo luogo, tutti gli strati della società che lottano contro il potere assoluto del governo autocratico. Giacché questo potere assoluto è l’ostacolo principale alla lotta degli operai per la propria emancipazione, ne consegue che l’interesse diretto degli operai impone che si sostenga ogni movimento sociale diretto contro l’assolutismo… Ma, pur dichiarando che appoggerà ogni movimento sociale diretto contro l’assolutismo, il partito socialdemocratico proclama che non si separerà dal movimento operaio, perché la classe operaia ha propri interessi specifici, opposti agli interessi di tutte le altre classi…

*****

Lenin qui spiega perchè solo la lotta, gli scioperi sviluppano la coscienza come classe degli operai.

Ogni concezione educazionista, di influire sulla coscienza degli operai con le sole parole, la sola propaganda non collegata alla lotta, è illusoria, impotente, ma soprattutto frutto di una ideologia piccolo borghese, che resta tale anche se espressa e praticata da forze che si dicono comuniste.

Chi non ha mai aiutato gli operai ad organizzare uno sciopero, a formulare precisamente e meglio le rivendicazioni, a comprendere la situazione (che a volte porta a incoraggiare i lavoratori, superando ogni timidezza, sfiducia, opportunismi; altre volte a frenarne la rabbia, l’eccitazione di tutto e subito, ecc.) non ha “titolo”, “diritto” di organizzare, dirigere la lotta politica e la lotta rivoluzionaria.

Nello sciopero gli operai imparano che è una guerra di una classe contro la classe dei padroni, imparano che questa classe di sfruttatori ha dalla sua tutto il sistema politico, il governo, lo Stato, imparano a scontrarsi con le forze della repressione statale, sia quelle direttamente repressive, sia quelle giudiziarie; imparano a maneggiare le leggi dello scontro di classe che poi serviranno nella lotta rivoluzionaria. Imparano, come dice Lenin, a comprendere anche i momenti opportuni della lotta, i rapporti di forza, le forme della lotta che possano essere varie (anche una denuncia all’Ispettorato del lavoro è parte della lotta di classe e va concepita in questo modo); lezioni importanti che serviranno nella lotta per il rovesciamento del potere borghese e la instaurazione del potere operaio, per usare tattica e strategia.

E Lenin spiega come queste “lezioni” vengono sia quando lo sciopero è vittorioso, sia quando fallisce. Il fallimento porta a riflettere, a fare un passo indietro a volte per farne due avanti. Quindi, gli operai non devono avere paura di sbagliare, di fallire, non possono prima della lotta avere garanzia del risultato. E, quindi, non fare lo sciopero, se non c’è certezza di vittoria. Questo lo decide realmente solo la lotta.

24 febbraio - Sosteniamo e diffondiamo: 1° Marzo Assemblea Donne/Lavoratrici on line - prepariamo l'8 marzo nei posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri

 

ASSEMBLEA, COME AL SOLITO, APERTA A TUTTE

NELLE MANI E PROTAGONISTE LE LAVORATRICI

Dalle loro lotte una marcia in più! 



24 febbraio - Lunedì 7 marzo: si apre il processo per l'appello-bis sulla strage ferroviaria di Viareggio s Firenze, Palagiustizia alle ore 9.30. info e diffondiamo

 

I familiari della strage di Viareggio (e non solo loro, ma tutti i lavoratori e le lavoratrici sensibili) arrivano a questo appuntamento (al 13° anno dalla strage) con un peso enorme sulle spalle e nel cuore: la vergognosa sentenza di Cassazione dell' 8 gennaio 2021 che cancella l'incidente sul lavoro. Gli effetti cadranno a cascata su lavoratori e lavoratrici.

Partecipare all'appuntamento del 7 marzo va oltre, quindi, alla importante vicinanza e solidarietà concreta.

Come CLA abbiamo svolto un lavoro (il Convegno su “sicurezza salute, obbligo di fedeltà” e gli Atti ne costituiscono una significativa tappa) affinché, nel nostro paese, si promuova una campagna permanente, diffusa e dispiegata. Una Campagna su sicurezza, salute e repressione che insieme possiamo adeguatamente condurre per relegare in soffitta (vorremmo scrivere 'per sempre', ma siamo pienamente consapevoli della nostra inadeguatezza) il limitato impegno sullo straziante effetto che il modo di produzione capitalista inevitabilmente ha causato, causa e causerà.

Le scadenze sono importanti, per questo diffondiamo questo volantino. Ma pensiamo che una Campagna su questi temi fondamentali debba avere una vita e una consistenza propria in grado di mettere al centro il sostegno attivo e militante verso i lavoratori e le lavoratrici (in un crescendo di unità e organizzazione) che lottano e lotteranno per la sicurezza e contro le condizioni di lavoro che provocano morte, feriti, malattie e distruzione. Come altrettanto importante è non abbandonare mai chi per queste lotte subisce ogni genere di repressione compreso il licenziamento e oltre (isolamento, denigrazione, terra bruciata intorno).

Nei mesi che abbiamo alle spalle abbiamo manifestato e esposto diversi striscioni:

- NEL NOME DEL PROFITTO, VOI LICENZIATI, NOI ASSASSINATI

- 10 ANNI FA RICCARDO LICENZIATO! LA PARTITA E' SEMPRE APERTA

- CHI DIFENDE LA SICUREZZA VA DIFESO INCONDIZIONATAMENTE

- LA CASSAZIONE HA DECISO UN ANNO FA. LA STRAGE DI VIAREGGIO NON E' INCIDENTE SUL LAVORO. ANCORA E SEMPRE VERGOGNA!

- IN NOME DEL PROFITTO SI MUORE AL LAVORO, A SCUOLA, NELLE NOSTRE CASE

Pensiamo che queste parole non abbiano bisogno di spiegazioni, ma di orientare e vivere in ogni concreta situazione che collettivamente possiamo e dobbiamo affrontare.

- Coordinamento Lavoratori/Lavoratrici Autoconvocati (CLA)

per l'unità della classe

coordautoconvocat2019@gmail.com

Firenze,17 febbraio 2022


martedì 22 febbraio 2022

22 febbraio - GEODIS: LA LOTTA CLASSISTA PAGA

 

Blocco ai cancelli per i premi di produzione

La protesta è scattata dalle 6 del mattino. Impedito l’ingresso ai camion

Hanno incrociato le braccia e impedito ai camion di entrare. Per gran parte della giornata di ieri i lavoratori della Geodis iscritti al Si Cobas hanno scioperato. La protesta è scattata alle 6 perché i vertici aziendali hanno deciso di legare il premio di produzione alle presenze. "Così alcuni lavoratori percepiscono il premio di produzione e altri no" ha commentato Abdelghani Aitettalb del Sì Cobas secondo il quale non sempre chi è più presente è più produttivo. "Dai cancelli non entra e non esce nessuno" hanno sostenuto una quarantina di manifestanti che nelle prime ore del mattino hanno impedito ad almeno dieci autotreni di entrare a scaricare merce. Per evitare scontri, davanti alla logistica sono arrivati i carabinieri di Landriano e gli agenti della Digos. "L’accordo sulla produttività - ha aggiunto Abdelghani Aitettalb - è a parte e come tale va trattato. Non può essere legato alle presenze". In mattinata, invece, si era diffusa la notizia che i sindacati, anche nel caso in cui non si fossero raggiunti gli obiettivi previsti, avrebbero voluto venissero pagati i premi di produzione. "Non è così, questa è un’interpretazione sbagliata - hanno aggiunto i sindacati del Sì Cobas - così come non è corretto il modo in cui veniamo trattati. Ci hanno detto che per ottenere quello che vogliamo dobbiamo cambiare gli accordi. In alternativa, se ne deve discutere insieme a tutte le organizzazioni sindacali". Nel pomeriggio, nell’incontro che si è tenuto tra il responsabile della cooperativa, i delegati sindacali di tutte le sigle presenti alla Geodis, i coordinatori del Sì Cobas e i 350 lavoratori (200 dei quali iscritti al Sì Cobas) è stata raggiunta un’intesa: i 500 euro di premio di produzione concordato saranno in busta paga. Al termine della trattativa svoltasi tutta all’aperto e non nelle stan

lunedì 21 febbraio 2022

21 febbraio - L’assemblea autoconvocata del 19 febbraio persegue il filo rosso del fronte unico di classe

 

Report sul dibattito e decisioni in corso

La seconda assemblea nazionale autoconvocata per il fronte unico di classe del 19.2.22 ha proseguito, allargando le realtà partecipanti, nel lavoro avviato con la precedente assemblea dell’8 gennaio – sono disponibili il report di quell’assemblea, la mozione rivolta alle forze del Patto d’azione sottoscritta da Slai Cobas per il sindacato di classe, Classe contro classe/Comitato di lotta Viterbo, Prospettiva operaia.

Sono intervenuti lo Slai Cobas per il sindacato di classe, rappresentanze dei lavoratori dello Slai cobas di varie città, Classe contro Classe e realtà di lotta di Viterbo e Roma, Prospettiva operaia, Campagne in lotta, per la GKN Dario Salvetti, per la Confederazione Cobas Beppe Franzitta Palermo, Rete sicurezza di Ravenna, lavoratrice delle Marche di Nudm – a titolo personale -, docenti precari, Poste Si.cobas, ed altri.

Nell’introduzione è stata segnalata la necessità di proseguire il lavoro di dibattito e di lotta per riempire il vuoto lasciato dalla crisi e messa in mora del Patto d’Azione, lungo il filo rosso del fronte unico di classe, necessità concreta e storica per tutto il movimento operaio, proletario e popolare per fronteggiare il fronte unico dei padroni, i governi dei padroni e lo Stato del capitale. Serve unità, lotta al servizio dell’unità, decisioni operative che permettano l’avanzamento delle lotte, la ricomposizione di classe e il contributo all’opposizione politica e sociale realmente anticapitalista e antimperialista.

Il dibattito e gli interventi si sono mossi lungo questa strada. I compagni delle varie realtà hanno concordato, con alcune differenze, che questo lavoro deve proseguire, così come hanno segnalato che bisogna evitare polemiche fatte in maniera che alimentino scontri personali e politici non utili su una questione seria e complessa come quella del movimento novax e l’atteggiamento verso di esso di settori nel nostro campo. Lo Slai Cobas ha comunque insistito in alcuni interventi sulla necessità di una battaglia aperta nel nostro campo e tra i lavoratori e le masse popolari, anche perché al nostro interno non c’è divisione ma unità sulle posizioni anti novax, espresse sia nell’azione che in documenti – vedi il molto positivo realizzato da Classe contro classe; vedi due dossier usciti e disponibili anche a cura dello Slai Cobas per il sindacato di classe

I compagni di Prospettiva operaia hanno portato un’analisi dell’attuale crisi internazionale e le valutazioni conseguenti esprimendo appoggio all’azione in corso dalle forze presenti nella classe e tra le masse.

L’attenzione poi si è concentrata, attraverso la denuncia delle situazioni di lotta e gli interventi di vari compagni, operai, lavoratori e lavoratrici, sul che fare. Alcune proposte sono state sostanzialmente raccolte e ci vedranno insieme; altre saranno ulteriormente dibattute nella mailing list finora disponibile di ‘patto d’azione’ (se sarà chiusa da chi la gestisce tecnicamente – cosa a cui siamo contrari – con una altra mailing list).

La decisione accolta è uno striscione e uno spezzone comune alla manifestazione del 26 marzo promossa dal Collettivo Gkn, e sostenuta con un grande riuscito tour che sta raccogliendo in diversi posti di lavoro e territori forze di lotta, sindacali, sociali e politiche e che vuole essere un passo dell’avanzamento generale dell’unità del movimento proletario nel nostro paese.

Il compagno della Gkn ha pienamente valorizzato il movimento di lotta in corso, in particolare la lotta degli studenti, le lotte ambientaliste, continuando ad insistere per un’unità che raccolga sia le lotte dei lavoratori sia tutte le istanze viste come arricchenti della battaglia generale.

Nell’assemblea sullo sciopero dell’8 marzo vi sono stati interventi delle compagne che hanno insistito su uno sciopero nelle mani delle donne lavoratrici, sulla piattaforma al servizio dell’insieme del movimento delle donne e del movimento proletario generale, sulla positività delle convergenze di buona parte delle forze del sindacalismo di base e di classe nella indizione dello sciopero, e ci auguriamo anche nella organizzazione pratica e attiva del maggior numero di lavoratrici e lavoratori che lo sostengono. Le compagne dell’Assemblea donne lavoratrici nazionale hanno annunciato un ultimo appuntamento di discussione e pianificazione per il 1° Marzo alleore 17,30 – link: https://meet.google.com/pyp-tnni-ttj

Il compagno della Confederazione cobas ha proposto una campagna contro l’aumento dei prezzi, delle bollette deciso dal governo che attacca in maniera rilevante il salario e il reddito delle masse.

La proposta è stata accolta con la segnalazione, posta dallo Slai cobas, di come sia decisivo e importante su questo il rilancio dalle fabbriche della lotta per aumenti salariali veri.

Da Ravenna in lotta proprio in questi giorni contro due morti sul lavoro, parte della strage infinita in corso in tutto il paese che vede decine e decine di morti operaie per lo sfruttamento, la precarietà, l’inosservanza delle norme di sicurezza di ogni genere e tipo verso lavoratori e lavoratrici a cui viene negata anche giustizia dai tribunali borghesi, l’intervento ha spiegato la necessità di una battaglia generale su questo specifico terreno. E’ stato annunciato il lavoro per un’assemblea nazionale della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio.

I compagni di Classe contro classe, legandosi alla questione della pandemia e generale della sanità, salute, hanno indicato l’importanza di un congresso/convegno nazionale che si terrà a breve cui l’assemblea parteciperà.

Su altre questioni: gli interventi hanno indicato la necessità di una grande mobilitazione unitaria sulla questione della lotta dei migranti, in particolare per i documenti – proposta da Campagne in lotta genericamente per la fine di marzo;

la massima solidarietà, appoggio e unità con l’impetuoso movimento degli studenti in lotta contro l’alternanza scuola-lavoro che deve avere il sostegno attivo dai lavoratori combattivi e classisti, e la necessità di portare nelle assemblee proletarie e popolari l’importanza di questo movimento, contro ogni repressione di governo e Stato borghese;

l’emergenza guerra, con il focolaio incandescente in Ucraina in queste ore, che richiede la mobilitazione dei lavoratori contro la guerra imperialista, targata Usa/Nato, contro ogni imperialismo Usa/Urss/Paesi europei/Italia.

L’assemblea recepisce il messaggio segnalato per il futuro da Classe contro classe per una discussione concentrata su punti precisi all’OdG e la ricerca della massima condivisione nelle conclusioni e decisioni.

Questo report è a cura dello Slai cobas per il sindacato di classe

Tutti i compagni e realtà presenti all’assemblea possono integrarlo pubblicamente tramite la lista ‘patto d’azione’.

E’ a disposizione di tutti la registrazione integrale dell’assemblea.

20.2.22


sabato 19 febbraio 2022

20 febbraio - MORTO SUL LAVORO A CERVIA: le reazioni di cgil, cisl, uil. PRESIDIO COBAS A RAVENNA per dire BASTA! RavennaNotizie.it

  


 Morto sul lavoro a Cervia: le reazioni di Cgil, Cisl e Uil. Presidio Cobas a Ravenna per dire Basta!

Il commento del Pd cervese e di Potere al Popolo Ravenna

di Redazione - 19 Febbraio 2022 - 10:46

Si chiamava Pierantonio Ferraresi l’uomo di 44 anni che ieri ha perso la vita in un incidente sul lavoro a Cervia, cadendo dall’alto mentre stava potando dei pini. L’uomo, dipendente di Deltambiente, la ditta che gestisce in appalto il verde pubblico cervese, era al lavoro in via Capua su una rampa, quando ad un tratto si è rotto il braccio meccanico con il cestello e l’operaio è quindi precipitato al suolo. Subito è scattato l’allarme ma i soccorsi sono risultati inutili: la morte è stata immediata.

Sul posto per coordinare i rilievi si è recato anche il magistrato di turno. La macchina sulla quale stava operando l’operaio è stata posta sotto sequestro dal Procuratore di Ravenna Daniele Barberini. L’uomo, che lascia moglie e figli piccoli, era di Comacchio.

“Una tragedia immane ha colpito oggi la nostra città. Come prima cosa mi stringo attorno alla famiglia che sta certamente vivendo un immenso dolore, non oso immaginare che ore terribili possano essere queste. Come seconda cosa, come sindaco di questa città, chiedo chiarezza su quanto avvenuto. Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare prioritario per tutti” ha dichiarato il sindaco di Cervia, Massimo Medri.

Lo sgomento di CGIL, CISL e UIL

“Abbiamo appreso con sgomento l’ennesima notizia di un infortunio mortale occorso ad un operaio di una ditta che stava effettuando la potatura dei pini a Cervia. I Sindacati Confederali e di settore rivolgono un commosso pensiero ai familiari della vittima e chiedono a gran voce che la nostra comunità intensifichi ogni sforzo per porre fine a questa strage di innocenti. Auspichiamo che le autorità preposte facciano piena luce sulle modalità della tragedia e individuino al più presto eventuali responsabilità. Non ci esprimiamo sulle dinamiche dell’incidente ma se dovessero essere confermate le prime indiscrezioni bisognerà appurare se le attrezzature utilizzate durante la lavorazione fossero perfettamente funzionanti, oggetto di costante manutenzione e fossero pienamente rispettate le norme di legge e contrattuali nell’ambito dell’appalto. Su questo sarà la Magistratura a fare chiarezza e a individuare eventuali responsabilità. Nel frattempo come Organizzazioni Sindacali confidiamo che il programmato incontro del 3 marzo prossimo, convocato dal Presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali, richiesto dalle Organizzazioni Sindacali fin dal settembre scorso e rimasto inascoltato per mesi, possa portare alla sottoscrizione di un Patto Territoriale che individui soluzioni idonee a salvaguardare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Questa la presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil.

IL PRESIDIO DI SLAI COBAS

“Ancora un altro lavoratore morto sul lavoro a Ravenna – commentano dallo Slai Cobas di Ravenna -. Non è possibile accettare questa realtà come la “normalità” e assuefarci ad essa. Ogni morte sul lavoro ha delle precise responsabilità riconducibili, come sempre, al profitto. Vogliamo sapere della manutenzione di quella gru. Vogliamo sapere se ci sono stati controlli per vigilare sulla sicurezza dei macchinari”.

“La città di Ravenna deve fermarsi perché è ora di dire Basta! – aggiungono annunciando un presidio -, e non è certo che con i Tavoli di concertazione che possiamo fermare la strage infinita di operai. Occorre una mobilitazione dal basso. Ci vuole uno sciopero generale cittadino. Sarebbe un segnale forte che inciderebbe davvero e i lavoratori ricomincerebbero a tornare protagonisti delle lotte a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nei territori”.

“Senza una mobilitazione nazionale – spiegano -, senza una Rete nazionale non è possibile fermare la strage di operai nei luoghi di lavoro! Prevenzione, controlli, formazione, patente a punti per le imprese, sono vani obiettivi se i lavoratori non rovesciano i rapporti di forza con i padroni. Noi lavoriamo per unire le energie disponibili a livello locale per portare la lotta su un piano nazionale”.

Il presidio ravennate è convocato per lunedì 21 febbraio alle 16.30 nella rotonda di via della Lirica. “Sono invitati a partecipare lavoratori, studenti e tutti coloro che vogliono impegnarsi in prima persona in questa battaglia di civiltà contro l'”incivile” guerra di classe di padroni/governo/istituzioni contro i lavoratori”, chiudono dal sindacato di base.

IL COMMENTO DEL PD CERVESE

Ci sentiamo in dovere di unirci al cordoglio già espresso dal Sindaco Massimo Medri per la tragedia immane avvenuta nel pomeriggio di venerdì 18 febbraio. La notizia della morte di un operaio di 44 anni mentre lavorava ci lascia sgomenti e crea una ferita profonda nella nostra città. Anche per questo dobbiamo garantire il massimo impegno per fare in modo che ad ogni livello ci si attivi affinché prevenzione, organizzazione e formazione siano parole non da ripetere dopo le tragedie ma che quotidianamente possano trovare riscontro nel lavoro di tutti. Sicurezza e lavoro non dovrebbero mai confliggere, per questo tutta la comunità democratica cervese si stringe con un grande abbraccio ai familiari e ai cari nella speranza che si faccia luce al più presto sull’accaduto.

IL COMMENTO DI POTERE AL POPOLO RAVENNA

“Leggiamo che è programmato un incontro il 3 marzo prossimo, convocato dal Presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali, richiesto fin da settembre scorso – aggiunge Potere al Popolo Ravenna -. Cosa ne uscirà? Speriamo non sia l’ennesimo Protocollo di intenti, fatto di “vedremo e faremo”, giusto per dare una risposta alla triste serie di morti dell’ultimo periodo. Basta con appalti al ribasso fatti ricadere sui lavoratori e sulla loro sicurezza, i nostri Comuni possono intervenire fin da subito, evitando i massimi ribassi e imponendo controlli e stipendi dignitosi per i lavoratori delle cooperative e delle aziende appaltate”.

Potere al Popolo torna poi su uno dei capisaldi delle sue richieste: “Introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro per arrivare a una legge specifica. E lo ribadiamo per l’ennesima volta: l’Osservatorio per la sicurezza e la legalità deve uscire dalla Prefettura e deve agire dove e come serve. Si devono rafforzare la forza, la quantità e la costanza dei controlli, a cominciare dai cantieri, dalle fabbriche e in tutti i luoghi in cui si allunga il triste bollettino quotidiano di morti e infortuni. Lo si deve fare dando personale agli organi di controllo (decimato in questi anni) e smettendo, come spesso avviene, di avvertire le ditte interessate prima della visita. Lo stillicidio quotidiano di infortuni e omicidi ha bisogno di interventi immediati e decisi da parte di tutti, istituzioni per prime. Deve diventare una priorità. Non ci stancheremo mai di ripeterlo e ci batteremo per questo sempre”.


giovedì 17 febbraio 2022

17 febbraio - ASSEMBLEA NAZIONALE AUTOCONVOCATA PER IL FRONTE UNICO DI CLASSE

 

Sabato, 19 febbraio · 09:30 – 13:00

Informazioni per partecipare di Google Meet
https://meet.google.com/zmv-pjhc-oet

comunicato

proseguendo il dibattito e l'azione per costruire sul piano della piattaforma, lotte operaie e popolari, organizzazione e prospettive il fronte unico di classe dopo la messa in mora del 'patto d'azione' convochiamo una seconda assemblea nazionale autoconvocata per proseguire il dibattito e l'azione assemblea aperta a tutti coloro che hanno partecipato al patto d'azione e a tutta l'area del sindacalismo di base e di classe, compreso le componenti interne alla Fiom/Cgil interessate all'unità d'azione con il sindacalismo classista e combattivo

la nuova assemblea nazionale autoconvocata è fissata per il 19 febbraio dalle 9.30 alle 13 -
all'ordine del giorno

- pandemia - proseguire ed elevare lotta e chiarimento contro governo e Novax ' a sinistra'-

- morti sul lavoro .. verso una rete nazionale

- repressione antiproletaria e antistudentesca

- migranti la parola alla lotta per tutti e di tutti

- la scadenza del 26 marzo a Firenze proposta dalla GKN contenuti e forme di partecipazione

- altri punti si potranno aggiungere in corso d'opera - purché possano davvero diventare operativi per i presenti in termini di iniziative reali possibili


Slai Cobas per il sindacato di classe -

infoslaicobasta@gmail.com

wapp 351957 56 28

15-2-2022

17 febbraio - GKN E PULIZIE

 

Vertenza ex GKN: l'assemblea permanente riattiva le pulizie in autogestione 

L'RSU: "le lavoratrici e i lavoratori in appalto e delle pulizie devono essere ripresi in continuità contrattuale. Nessun ricatto lavoro - diritti"

[Campi Bisenzio, 17 febbraio 2022] Da ieri l’assemblea permanente dei lavoratori ex-Gkn ha deciso di riprendere in mano le pulizie dello stabilimento in piena autogestione. Erano state interrotte il primo febbraio e non erano più state effettuate, creando una situazione sempre più insostenibile. L'azienda, ripetutamente avvertita del disagio crescente, ha continuato sulla sua linea di non reinternalizzare il servizio pulizie neanche nella fase ponte. Davanti alle poche certezze sul futuro dello stabilimento, l'unica certezza rimasta è che l'attività di pulizia bagni, spazi comuni e macchine debba essere esternalizzata e in appalto.

Una scelta ideologica di cui i lavoratori hanno dovuto prendere atto, limitandosi ad avvertire l'azienda che la strada che si stava percorrendo era destinata a non funzionare e che avrebbe generato uno strappo con i lavoratori. 

Secondo l'RSU ex Gkn "le lavoratrici e i lavoratori degli appalti sono da molto tempo sotto una fortissima pressione per essere rimasti senza stipendio senza ancora aver chiaro quali soldi potranno recuperare dal presunto fallimento dell’azienda in appalto. Lavoratori e lavoratrici che durante il periodo di lockdown hanno continuato a fornire un servizio nonostante le difficoltà, perché considerati “essenziali”, ma che in questo momento pare siano diventati invisibili agli occhi della proprietà. Come Rsu e collettivo di fabbrica non partecipiamo alle trattative tra le ditte in appalto, le categorie sindacali coinvolte e il committente (Qf) e non siamo stati resi partecipi di queste riunioni. Ma una cosa la ribadiamo chiaramente: i lavoratori e le lavoratrici delle pulizie, così come degli altri appalti, devono essere ripresi con continuità contrattuale piena. Senza nessun tipo di ricatto lavoro-diritti. E deve essere sanata con piena soddisfazione la loro situazione per le mancanze pregresse".

Quanto detto cade in un contesto di approssimazione organizzativa globale e complessivo dell’intera azienda che sta determinando un evidente clima di sfiducia. Un clima che visto dall’interno cozza con le dichiarazioni pubbliche a mezzo stampa da parte della proprietà QF. Niente di tutto questo è ignoto alla proprietà, ma evidentemente è ampiamente sottovalutato. "Non vorremmo arrivare a ipotizzare" conclude l'RSU ex Gkn "che tali scelte siano funzionali a favorire un clima di lento e graduale abbandono con dimissioni volontarie, quelle che noi definiamo, più chiaramente, licenziamenti “spontanei”.


Per contatti stampa: 

Ufficio stampa: Alberto Zoratti _ 349 6766540 - Benedetta Rizzo _ 349 3331724


17 febbraio - EMBRACO....IN MANO A PADRONI E CONFEDERALI FINISCE MALE

 

dove c'è la lotta vera vedi GKN - o dove c'è lo Slai Cobas  Tessitura Albini Mottola non finisce nè finirà cosi!

Slai Cobas per il sindacato di classe



Ex Embraco, il 91 per cento degli operai accetta i 7000 euro dell'accordo offerti da Whirlpool

Via libera al concordato per l'ex Embraco. Il 91 per cento degli operai dell'azienda di Riva di Chieri – 370 su 410 – ha accettato i 7mila euro lordi offerti da Whirlpool per la conciliazione. Poco più di 5mila euro netti che i lavoratori riceveranno dopo l'omologa del concordato da parte del Tribunale di Torino. Una sorta di accordo tombale tra gli operai e la multinazionale che, nel 2018, li aveva ceduti alle Ventures, a fronte di un piano di rilancio aziendale che non è mai partito. Il via libera all'accordo consente anche di consegnare al curatore fallimentare i 9milioni del fondo che Whirlpool aveva destinato alla reindustrializzazione e che non sono stati utilizzati.
I verbali di conciliazione sono stati siglati tra le fine di gennaio e l'inizio di febbraio: alcuni operai erano positivi o in quarantena e hanno dovuto rimandare di qualche giorno. Questo spiega il ritardo della comunicazione ufficiale arrivata solo oggi: il 91 per cento ha firmato l'accordo, superando l'obiettivo del 90 per cento imposto da Whirlpool per considerare valida l'intesa, dare il via libera al concordato e poi al pagamento dell'assegno.
Poca roba, per chi ha perso il lavoro e soprattutto non ne ha ancora un altro, ma anche l'unica possibilità offerta in questo momento, era il pensiero ricorrente di quanti si sono messi in fila di fronte alla Sala della Conceria di Chieri, convocati dalle sigle sindacali, per siglare la conciliazione. Per i 390 operai disoccupati (alcuni nel frattempo hanno trovato altri impieghi) a fine gennaio è partita la procedura di licenziamento.
La Regione si è impegnata a mettere in campo un piano di formazione straordinario, in attesa che si presentino occasioni di rioccupazione da parte di singole aziende, dopo che è tramonto il piano Italcomp che era stato pensato per assorbire tutta la forza lavoro ex Embraco, ma che non è mai decollato per la mancanza di un socio privato pronto a investire.


17 febbraio - Formazione Operaia – Lenin: Sui sindacati, gli scioperi… – 2° parte

 

L’unione degli operai nella lotta contro il capitalismo

Riportiamo molte parti del secondo capitolo di questo importante opuscolo che raccoglie vari scritti di Lenin, questo (contenuto nel Progetto e illustrazione del programma del partito socialdemocratico) fu scritto in carcere tra il 1895 e il 1896, con inchiostro simpatico in mezzo alle righe di un giornale.

Invitiamo gli operai, tutti i lettori e lettrici a leggerlo tutto e con attenzione, perchè anche se è più lungo del precedente testo, contiene analisi e posizioni illustrate in modo molto chiaro che ogni operaio, lavoratore, lavoratrice può riscontrare anche oggi nella sua realtà.

LA NECESSITA’ DELL’UNIONE DEGLI OPERAI

Dal testo di Lenin:

“...l’operaio isolato – scrive Lenin – è impotente e inerme di fronte al capitalista… L’operaio deve ricercare, a qualunque costo, i mezzi per opporre resistenza al capitalista, per difendersi. E questo mezzo lo trova nell’unione. Impotente se isolato, l’operaio diviene una forza quando si unisce ai propri compagni; allora può lottare contro il capitalista e opporgli resistenza.
L’unione diventa una necessità per l’operaio dinanzi a cui già sta il grande capitale. Ma è possibile unire una massa di persone estranee tra loro, anche se lavorano nella stessa fabbrica? Il programma indica le condizioni che preparano gli operai all’unione e sviluppano in loro la capacità e l’attitudine a unirsi. Esse sono:…
il lavoro collettivo di centinaia e migliaia di operai educa, di per sé, gli operai alla comune discussione delle proprie esigenze, all’azione comune, mettendo in luce l’identità della situazione e degli interessi di tutta la massa operaia.
…le continue peregrinazioni di fabbrica in fabbrica educano gli operai a prender contatto con le condizioni e gli ordinamenti delle diverse fabbriche, a paragonarli, a persuadersi che
esiste un identico sfruttamento in tutte le fabbriche, ad assimilare l’esperienza degli altri operai nei loro conflitti col capitalista, e consolidano così la compattezza e la solidarietà degli operai.

…queste condizioni, nel loro complesso, hanno fatto sì che la nascita delle grandi fabbriche e officine generasse l’unione degli operai... Quanto più vigoroso è lo sviluppo delle grandi fabbriche e officine, tanto più frequenti, energici e tenaci diventano gli scioperi, giacché quanto più opprimente è il giogo del capitalismo, tanto più necessaria è la resistenza comune degli operai… quanto più il capitalismo si sviluppa e gli scioperi diventano frequenti, tanto più lo sciopero (isolato) si rivela un’arma inadeguata. I fabbricanti prendono contro gli scioperi provvedimenti comuni: stipulano tra loro un’alleanza, assumono operai in altre località, ricorrono all’appoggio del potere statale, che li aiuta a spezzare la resistenza degli operai. Contro gli operai non v’è più soltanto il singolo proprietario della singola fabbrica; contro di loro vi è tutta la classe dei capitalisti, sostenuta dal governo... ottenendo dal governo leggi antioperaie, trasferendo le fabbriche e le officine in località più remote, ricorrendo al lavoro a domicilio e a mille altri raggiri e sotterfugi a danno degli operai.L’unione degli operai di una singola fabbrica, di un singolo ramo dell’industria, si rivela inadeguata a resistere a tutta la classe dei capitalisti; diventa assolutamente indispensabile l’azione comune di tutta la classe degli operai. Così, dalle rivolte operaie isolate nasce la lotta di tutta la classe operaia. La lotta degli operai contro i fabbricanti si trasforma in lotta di classe. Tutti i fabbricanti sono uniti dallo stesso interesse di asservire gli operai e di retribuirli il meno possibile… Anche gli operai sono uniti dal comune interesse di non lasciarsi schiacciare dal capitale, di difendere il proprio diritto alla vita e a un’esistenza umana…

…Ci domandiamo adesso quale significato questa lotta assume per tutto il popolo e per tutti i lavoratori… Il numero di coloro che vivono di lavoro salariato aumenta rapidamente… Il dominio del capitale sul lavoro si estende alla massa della popolazione… Le grandi fabbriche portano al massimo grado di sviluppo lo sfruttamento del lavoro salariato, che è alla base della società contemporanea. Tutti i metodi di sfruttamento applicati da tutti i capitalisti in tutti i rami dell’industria… nell’interno della fabbrica, vengono riuniti, potenziati, resi norma costante, estesi a tutti gli aspetti del lavoro e della vita dell’operaio, creano tutto un ordinamento, un sistema organico mediante il quale il capitalista sfrutta fino all’ultimo sangue l’operaio.
Spieghiamoci con un esempio: sempre e dappertutto, chiunque venga assunto a un lavoro, si riposa, non lavora nel giorno festivo, se questa festività è celebrata nel luogo in cui egli vive. Assolutamente diversa è la situazione nella fabbrica: assumendo il lavoratore, la fabbrica ne dispone a proprio arbitrio, senza tener assolutamente conto delle abitudini dell’operaio, del suo consueto modo di vita, della sua situazione familiare, delle sue esigenze intellettuali. La fabbrica esonera l’operaio dal lavoro solo quando ciò è per essa necessario, costringendolo a uniformare alle proprie esigenze tutta la sua vita, costringendolo a frazionare il riposo e, col sistema dei turni, a lavorare di notte e nei giorni festivi. Tutti gli abusi che si possono immaginare per quanto concerne l’orario di lavoro, la fabbrica li mette in pratica e inoltre introduce proprie «norme», propri «regolamenti» che sono obbligatori per ogni operaio. Il regolamento interno della fabbrica è architettato in modo tale che consente di spremere dall’operaio tutta la quantità di lavoro che egli può dare, di spremere l’operaio quanto più rapidamente è possibile per poi buttarlo sul lastrico!… La fabbrica pretende che l’operaio rinunci alla propria volontà; essa impone una disciplina, costringendo l’operaio a iniziare il lavoro e a interromperlo al suono della campana, si arroga il diritto di punire l’operaio, e per ogni infrazione alle norme da essa stabilite gli infligge una multa o gli impone una trattenuta sul salario. L’operaio diviene così un pezzo di un’immensa macchina; egli deve essere altrettanto cieco nell’ubbidienza, sottomesso e privo di volontà, quanto la stessa macchina.
(Altro) esempio. Chiunque venga assunto a un lavoro, ogni qualvolta è insoddisfatto del padrone, fa ricorso al tribunale o alle autorità. Sia le autorità che il tribunale risolvono di solito la vertenza a vantaggio del padrone, gli tengono bordone; tuttavia questo favoreggiamento degli interessi padronali non si fonda su una norma generale o sulla legge, ma soltanto sul servilismo di taluni funzionari… Ogni singolo caso di una siffatta ingiustizia dipende da ogni singolo conflitto tra operaio e padrone, da ogni singolo funzionario. La fabbrica invece riunisce una tale massa di operai, porta le vessazioni a un tale grado, che diventa impossibile sceverare ogni singolo caso. Si creano norme generali, si elabora una legge sui rapporti tra gli operai e i fabbricanti, una legge obbligatoria per tutti, dove il favoreggiamento degli interessi padronali è sancito dal potere statale. All’ingiustizia di taluni funzionari si sostituisce l’ingiustizia della stessa legge. Si hanno, per esempio, norme secondo le quali in caso di assenza ingiustificata l’operaio non solo perde il salario, ma deve pagare anche una multa, mentre se il padrone manda a spasso un operaio non deve pagargli nulla. Così, il padrone può licenziare l’operaio per una risposta insolente, ma l’operaio non può andarsene per la stessa ragione…

Tutti questi esempi dimostrano come la fabbrica intensifichi lo sfruttamento degli operai e lo renda generale, erigendolo a «sistema»... L’operaio comprende di non essere oppresso da un solo capitalista ma da tutta la classe dei capitalisti, perché in tutte le fabbriche vige lo stesso sistema di sfruttamento; nessun capitalista può sottrarsi a questo sistema: se egli, per esempio, volesse abbreviare il tempo di lavoro, dovrebbe vendere le merci a un prezzo più alto del suo vicino, del fabbricante che costringe l’operaio a lavorare più a lungo, pagandogli lo stesso salario. Se vuole migliorare la propria situazione, l’operaio deve oggi lottare contro tutta la struttura sociale fondata sullo sfruttamento del lavoro da parte del capitale. Contro l’operaio non v’è più la singola ingiustizia di un qualsiasi funzionario, ma l’ingiustizia dello stesso potere statale… La lotta degli operai di fabbrica contro i fabbricanti si trasforma quindi ineluttabilmente nella lotta contro tutta la classe dei capitalisti, contro l’intiera struttura sociale fondata sullo sfruttamento del lavoro da parte del capitale. Perciò la lotta degli operai assume un significato sociale, diventa una lotta in nome di tutti i lavoratori, contro tutte le classi che vivono del lavoro altrui. Perciò la lotta degli operai… è l’alba dell’emancipazione degli operai...”

*****

Lenin spiega quanto sia indispensabile per gli operai la loro unità per essere una forza contro i capitalisti e contro il governo. Solo attraverso questa unità gli operai passano da essere singoli individui sfruttati ad essere una classe che si oppone e può vincere nello scontro quotidiano contro la classe dei padroni.

17 febbraio - C'È BISOGNO? ASSEMBLEA NAZIONALE AUTOCONVOCATA TELEMATICA 19 FEBBRAIO..

 

a tutti

--è possibile fare assemblee sintetiche e serie che permettano di riprendere il filorosso del patto d'azione per un fronte unico di classe e permettano di allargarlo a realtà diverse da noi ma impegnate nello stesso fronte contro il fronte unico dei padroni e lo stato del capitale?

Al 'grande patto' messo in mora dal Si Cobas che pure lo aveva lanciato.. si dice che noi vogliamo sostituire il minipatto di forze esili... a parte il fatto che meglio il minipatto che niente.. ma siete propri convinti che sia così?

Se riusciamo ad estenderlo a realtà che non erano nel patto d'azione è un bene o un male?

C'è bisogno del confronto, il chiarimento e lo scontro se necessario - vedi nei confronti posizioni e militanti impegnati  nell'accompagnare la deriva Novax seminando divisione e confusione ambigua nelle file del movimento proletario e popolare?

C'è bisogno di costruire scadenze di avanguardia e di massa su temi essenziali nello scontro di classe attuale:

dai morti sul lavoro, salute sicurezza gestione capitalistica e governativa della pandemia?

la questione del salario?

la lotta per il lavoro contro la chiusura delle fabbriche delocalizzate, sostenendo autonomamente e se si vuole criticamente la battaglia nazionale della GKN e la speriamo grande iniziativa di Firenze del 26 marzo?

C'è bisogno di dare voce e sostenere la lotta dei lavoratori immigrati per documenti, diritto d'asilo, case contratti?

C'è bisogno di sostenere sui posti di lavoro il movimento degli studenti e la lotta contro la repressione?

C'è bisogno di essere internazionalisti e seminare diffondere internazionalismo nelle file operaie e proletarie dentro la crisi dell'imperialismo e le attuali tendenze alla guerra?

C'è bisogno delle proletarie in lotta l'8 marzo, senza annegarle nel sindacalismo paternalista e nel transfemminismo piccolo borghese?

Dobbiamo farlo o no e possibilmente insieme su basi di classe anticapitaliste e antimperialiste ?

Sabato, 19 febbraio · 09:30 – 13:00

assemblea nazionale autoconvocata telematica

Informazioni per partecipare di Google Meet

https://meet.google.com/zmv-pjhc-oet

Slai Cobas per il sindacato di classe -

infoslaicobasta@gmail.com

wapp 351957 56 28

15-2-2022