Il Questore di Milano ha vietato il presidio indetto lunedì mattina 7 febbraio dietro la Prefettura, per manifestare contro il vertice del ministro dell’Interno Lamorgese con Sindaco, Prefetto e Questore, indetto per aumentare gli organici delle “forze dell’ordine” impegnate su Milano. Le motivazioni del provvedimento sono palesemente pretestuose, come successo a Torino settimana scorsa, con il divieto di corteo e le successive violente cariche sugli studenti e lavoratori scesi in Piazza per protestare in seguito alla morte di Lorenzo studente in alternanza scuola - lavoro.
Ma proprio il divieto di un presidio per chiedere più personale sanitario e insegnanti mostra la fondatezza della nostra protesta: si vogliono assumere centinaia di nuovi poliziotti non per contrastare una criminalità che è in calo, ma contro le lotte e le proteste sociali. A Milano dalla scorsa primavera la Questura non ha badato a spese inviando più volte la settimana da 50 a 100 poliziotti in tenuta antisommossa contro i lavoratori licenziati da Fedex e UNES per rappresaglia antisindacale, in lotta per il reintegro nel posto di lavoro, e disponendo veri e propri blitz militari per sfrattare inermi famiglie con bambini, da case tenute vuote dall’Aler o dal Comune in attesa di speculazioni immobiliari.
Ecco il paradigma di questo governo: aumentare le forze repressive contro le lotte sociali, in una situazione ancora di alta disoccupazione, con crescente inflazione che consuma il potere d’acquisto dei salari, e la possibile e auspicabile ripresa delle lotte operaie per aumentare salari già inferiori a 30 anni fa, opponendosi alla crescente precarietà favorita dalle leggi degli ultimi governi. Denunciamo questa misura repressiva della Questura che non ci fa desistere, anzi accresce il nostro impegno nella lotta per il diritto al lavoro, all'istruzione ed alla casa, contro l’aumento delle spese militari, sia per l’aggressione estera come per gli apparati repressivi interni.
Non è con più poliziotti che si risolvono i problemi sociali, ma con l’aumento dei salari e il loro aggancio all’aumento del costo della vita, con il salario medio garantito ai disoccupati, con una rigida limitazione dei contratti a termine, con l’aumento dei controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Seguiamo l'esempio dei lavoratori FEDEX e Unes, capaci, con la lotta, di tenere viva una trattativa per il reintegro sui posti di lavoro e degli studenti di Torino che, in seguito alle manganellate subite, sono tornati più forti in piazza venerdì scorso conquistandosi la possibilità di manifestare in corteo. Traguardi che si possono ottenere solo con la più ampia convergenza di tutti i settori in lotta, nella prospettiva di un fronte unito di classe che proponga con forza una vera alternativa di sistema.
Torniamo a manifestare più numerosi e uniti di prima, i diritti si
conquistano con la lotta!
Per questo domani ci troveremo in
piazza San Babila alle ore 10 per un'iniziativa di denuncia contro
l'autoritarismo di questo governo e contestualmente una conferenza
stampa.
Milano, 07/02/2022
Lavoratori Combattivi
Milano,
S.I. Cobas,
Fronte della Gioventù Comunista –
FGC,
Panetteria Occupata,
Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”,
Tendenza Internazionalista
Rivoluzionaria,
PCL,
Sinistra Anticapitalista Milano,
SLAI Cobas per il Sindacato di Classe,
LUME Laboratorio Universitario MEtropolitano,
CSA Vittoria
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