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dal Manifesto
È partito da Jesi il Gkn tour: «Alleanza operai-studenti» Uniti contro le Delocalizzazioni. Alla Caterpillar la prima assemblea verso «la piattaforma di lotta contro i licenziamenti». Il 26 marzo il lancio a Firenze
Per l’Insorgiamo Tour che li porterà ad incontrare gli operai in lotta di mezza Italia, i lavoratori del Collettivo di fabbrica dell’ormai ex Gkn (ora Qf Spa) sono andati a Jesi, davanti ai cancelli della Caterpillar, dove sono in 270 a vivere sotto l’incudine di una procedura di licenziamento collettivo che scatterà il 23 febbraio, a meno che dal nulla non si palesi un compratore per l’intero stabilimento.
L’OBIETTIVO DEL COLLETTIVO è lanciare l’iniziativa del 26 marzo a Firenze, quando si vorrebbe far nascere una piattaforma comune di lotta contro i licenziamenti e le delocalizzazioni, una prospettiva politica a cui guarda con un certo interesse tutta la variopinta galassia della sinistra, dai centri sociali ai sindacati di base, passando anche per i partiti.
All’assemblea di Jesi hanno partecipato almeno trecento persone.
Non solo operai, ma anche studenti e militanti: tra i volti noti
Peppino Buondonno di Sinistra Italiana, la consigliera comunale di
Firenze Antonella Bundu, Edoardo Mentrasti di Potere al Popolo, lo
stato maggiore al completo della rete dei centri sociali delle
Marche, i rappresentanti dei collettivi e delle associazioni della
sinistra universitaria.
«Il nostro obiettivo è di ricreare
un’alleanza forte tra il mondo studentesco e quello operaio», dice
Clelia Livigni, studentessa della sede fiorentina della Normale di
Pisa.
«Questa iniziativa – sostiene Buondonno – dimostra che la classe operaia esiste e continua ad essere un’importante leva di trasformazione della società. La battaglia contro le delocalizzazioni deve diventare una questione centrale per la democrazia».
DA FIRENZE È PARTITA una cinquantina di persone. «Siamo i figli della storia industriale di questo paese – spiega Matteo Moretti in rappresentanza dei lavoratori della ex Gkn –, e vogliamo difenderla. Lottiamo per dei posti di lavoro che oggi sono nostri, ma che ieri erano di altri e domani saranno di altri ancora». Da qui il racconto della crisi di Gkn, con l’annuncio dei licenziamenti a luglio – «Ma era già un po’ di tempo che le cose si erano messe male: da quando la proprietà è passata ad un gruppo finanziario, la fabbrica è stata impoverita pezzo dopo pezzo» -, fino alla recente vendita all’imprenditore Francesco Borgomeo. La storia non è ancora finita e, dice Moretti, «non finirà finché non ci sarà una chiara reindustrializzazione con il mantenimento dei livelli occupazionali. Vogliamo tenere l’attenzione alta perché il rischio è il logoramento della vertenza».
UN’INDICAZIONE UTILE anche per i lavoratori di Caterpillar, il cui futuro è, se possibile, ancora più incerto di quello dei loro colleghi toscani. La dirigenza della multinazionale americana ha fatto capire in più occasioni che l’unica prospettiva, per quanto la riguarda, è la dismissione del sito di Jesi. Intanto, le visite degli eventuali acquirenti si susseguono – siamo a quota tre – ma sin qui non c’è stato alcun segnale di apertura di una trattativa. La corsa è contro il tempo, con i sindacati impegnati in un complicato tentativo di mediazione tra la volontà della multinazionale e la necessità di non perdere quella che a tutti gli effetti è una fabbrica storica, per Jesi e per le Marche. Le prospettive non sono rosee. La lotta, di conseguenza, va avanti a oltranza.
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