Morto sul lavoro a Cervia: le reazioni di Cgil, Cisl e Uil. Presidio Cobas a Ravenna per dire Basta!
Il commento del Pd cervese e di Potere al Popolo Ravenna
di Redazione - 19 Febbraio 2022 - 10:46
Si chiamava Pierantonio Ferraresi l’uomo di 44 anni che ieri ha perso la vita in un incidente sul lavoro a Cervia, cadendo dall’alto mentre stava potando dei pini. L’uomo, dipendente di Deltambiente, la ditta che gestisce in appalto il verde pubblico cervese, era al lavoro in via Capua su una rampa, quando ad un tratto si è rotto il braccio meccanico con il cestello e l’operaio è quindi precipitato al suolo. Subito è scattato l’allarme ma i soccorsi sono risultati inutili: la morte è stata immediata.Sul posto per coordinare i rilievi si è recato anche il magistrato di turno. La macchina sulla quale stava operando l’operaio è stata posta sotto sequestro dal Procuratore di Ravenna Daniele Barberini. L’uomo, che lascia moglie e figli piccoli, era di Comacchio.
“Una tragedia immane ha colpito oggi la nostra città. Come prima cosa mi stringo attorno alla famiglia che sta certamente vivendo un immenso dolore, non oso immaginare che ore terribili possano essere queste. Come seconda cosa, come sindaco di questa città, chiedo chiarezza su quanto avvenuto. Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare prioritario per tutti” ha dichiarato il sindaco di Cervia, Massimo Medri.
Lo sgomento di CGIL, CISL e UIL
“Abbiamo appreso con sgomento l’ennesima notizia di un infortunio mortale occorso ad un operaio di una ditta che stava effettuando la potatura dei pini a Cervia. I Sindacati Confederali e di settore rivolgono un commosso pensiero ai familiari della vittima e chiedono a gran voce che la nostra comunità intensifichi ogni sforzo per porre fine a questa strage di innocenti. Auspichiamo che le autorità preposte facciano piena luce sulle modalità della tragedia e individuino al più presto eventuali responsabilità. Non ci esprimiamo sulle dinamiche dell’incidente ma se dovessero essere confermate le prime indiscrezioni bisognerà appurare se le attrezzature utilizzate durante la lavorazione fossero perfettamente funzionanti, oggetto di costante manutenzione e fossero pienamente rispettate le norme di legge e contrattuali nell’ambito dell’appalto. Su questo sarà la Magistratura a fare chiarezza e a individuare eventuali responsabilità. Nel frattempo come Organizzazioni Sindacali confidiamo che il programmato incontro del 3 marzo prossimo, convocato dal Presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali, richiesto dalle Organizzazioni Sindacali fin dal settembre scorso e rimasto inascoltato per mesi, possa portare alla sottoscrizione di un Patto Territoriale che individui soluzioni idonee a salvaguardare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Questa la presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil.
IL PRESIDIO DI SLAI COBAS
“Ancora un altro lavoratore morto sul lavoro a Ravenna – commentano dallo Slai Cobas di Ravenna -. Non è possibile accettare questa realtà come la “normalità” e assuefarci ad essa. Ogni morte sul lavoro ha delle precise responsabilità riconducibili, come sempre, al profitto. Vogliamo sapere della manutenzione di quella gru. Vogliamo sapere se ci sono stati controlli per vigilare sulla sicurezza dei macchinari”.
“La città di Ravenna deve fermarsi perché è ora di dire Basta! – aggiungono annunciando un presidio -, e non è certo che con i Tavoli di concertazione che possiamo fermare la strage infinita di operai. Occorre una mobilitazione dal basso. Ci vuole uno sciopero generale cittadino. Sarebbe un segnale forte che inciderebbe davvero e i lavoratori ricomincerebbero a tornare protagonisti delle lotte a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nei territori”.
“Senza una mobilitazione nazionale – spiegano -, senza una Rete nazionale non è possibile fermare la strage di operai nei luoghi di lavoro! Prevenzione, controlli, formazione, patente a punti per le imprese, sono vani obiettivi se i lavoratori non rovesciano i rapporti di forza con i padroni. Noi lavoriamo per unire le energie disponibili a livello locale per portare la lotta su un piano nazionale”.
Il presidio ravennate è convocato per lunedì 21 febbraio alle 16.30 nella rotonda di via della Lirica. “Sono invitati a partecipare lavoratori, studenti e tutti coloro che vogliono impegnarsi in prima persona in questa battaglia di civiltà contro l'”incivile” guerra di classe di padroni/governo/istituzioni contro i lavoratori”, chiudono dal sindacato di base.
IL COMMENTO DEL PD CERVESE
Ci sentiamo in dovere di unirci al cordoglio già espresso dal Sindaco Massimo Medri per la tragedia immane avvenuta nel pomeriggio di venerdì 18 febbraio. La notizia della morte di un operaio di 44 anni mentre lavorava ci lascia sgomenti e crea una ferita profonda nella nostra città. Anche per questo dobbiamo garantire il massimo impegno per fare in modo che ad ogni livello ci si attivi affinché prevenzione, organizzazione e formazione siano parole non da ripetere dopo le tragedie ma che quotidianamente possano trovare riscontro nel lavoro di tutti. Sicurezza e lavoro non dovrebbero mai confliggere, per questo tutta la comunità democratica cervese si stringe con un grande abbraccio ai familiari e ai cari nella speranza che si faccia luce al più presto sull’accaduto.
IL COMMENTO DI POTERE AL POPOLO RAVENNA
“Leggiamo che è programmato un incontro il 3 marzo prossimo, convocato dal Presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali, richiesto fin da settembre scorso – aggiunge Potere al Popolo Ravenna -. Cosa ne uscirà? Speriamo non sia l’ennesimo Protocollo di intenti, fatto di “vedremo e faremo”, giusto per dare una risposta alla triste serie di morti dell’ultimo periodo. Basta con appalti al ribasso fatti ricadere sui lavoratori e sulla loro sicurezza, i nostri Comuni possono intervenire fin da subito, evitando i massimi ribassi e imponendo controlli e stipendi dignitosi per i lavoratori delle cooperative e delle aziende appaltate”.
Potere al Popolo torna poi su uno dei capisaldi delle sue richieste: “Introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro per arrivare a una legge specifica. E lo ribadiamo per l’ennesima volta: l’Osservatorio per la sicurezza e la legalità deve uscire dalla Prefettura e deve agire dove e come serve. Si devono rafforzare la forza, la quantità e la costanza dei controlli, a cominciare dai cantieri, dalle fabbriche e in tutti i luoghi in cui si allunga il triste bollettino quotidiano di morti e infortuni. Lo si deve fare dando personale agli organi di controllo (decimato in questi anni) e smettendo, come spesso avviene, di avvertire le ditte interessate prima della visita. Lo stillicidio quotidiano di infortuni e omicidi ha bisogno di interventi immediati e decisi da parte di tutti, istituzioni per prime. Deve diventare una priorità. Non ci stancheremo mai di ripeterlo e ci batteremo per questo sempre”.
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