Terzo Valico, così parlò il
responsabile del progetto Ponte di Messina: “Amianto? Tanto la malattia arriva
fra trent’anni”
Dalle carte dell'inchiesta genovese sulla corruzione
nelle grandi opere, l'intercettazione di Ettore Pagani, direttore del cantiere ligure
e incaricato da Salini-Impregilo di seguire lo sviluppo dell'opera rilanciata
da Renzi. Al fianco del quale compariva alla festa milanese per i 110 anni del
gruppo
Amianto nei cantieri del Terzo Valico? Tanto “la
malattia arriva fra trent’anni”. E’ la raggelante risposta, intercettata dalla Guardia
di Finanza di Genova, di Ettore Pagani, uno dei più
importanti manager delle grandi opere italiane, arrestato a ottobre
insieme ad altre trenta persone nell’ambito di un’inchiesta per corruzione della
Procura del capoluogo ligure, parallela a un filone coordinato invece dai
pm di Roma. Pagani è l’ormai ex direttore generale del Cociv, il
consorzio di imprese che si è aggiudicato i lavori del Terzo valico per l’alta
velocità ferroviaria Milano-Genova. Ma è anche una figura importante del
gruppo Salini-Impregilo e, in questa veste, responsabile del progetto Ponte
di Messina, la più faraonica delle opere pubbliche, per ora solo sulla
carta ma rilanciata in grande stile da Matteo Renzi tre mesi prima
dell’addio a palazzo Chigi. In quell’occasione, il 27 settembre a Milano,
alla festa per i 110 anni di Salini-Impregilo, era proprio Ettore Pagani uno degli
alti dirigenti immortalati a fianco dell’allora presidente del consiglio.
L’intercettazione anticipata oggi da La Stampa e dal
Secolo XIX non era contenuta nell’ordine di custodia cautelare firmato dal gip
di Genova a ottobre, ma fa parte di atti d’indagine trascritti dai
finanzieri. La frase è del 2015. Durante i lavori emergono tracce di
amianto nelle rocce interessate agli scavi del cantiere. I cittadini dell’area
coinvolta, fra basso Piemonte e Liguria, cominciano a protestare. La “fibra
killer”, infatti, provoca il mesotelioma pleurico, un tumore non
guaribile. Che si sviluppa, appunto, parecchi decenni dopo che i microfilamenti
di amianto si sono depositati nei polmoni di chi li ha disgraziatamente
inalati. Nella conversazione un interlocutore, in fase di identificazione,
esprime le sue preoccupazioni sulla gestione del minerale cancerogeno. “Il
primo che si ammala è un casino”, dice, riferendosi agli operai che
lavorano sul cantiere, quindi a rischio esposizione. Pagani, annotano gli
investigatori, risponde semplicemente: “La malattia arriva fra 30 anni”. La
prima reazione politica arriva dal Movimento 5 Stelle. “È come la risata
atroce degli imprenditori all’indomani del terremoto dell’Aquila. È come la
consapevolezza della camorra di avvelenare la Campania, tanto poi si ammalano
dopo. Si ammalano altri. È come Fabio Riva che disse ‘due
tumori in più? Minchiate’“, si legge in una nota dei parlamentari delle Commissioni Trasporti e Ambiente
di Camera e Senato. “Dobbiamo ribadire sempre con maggiore forza che
quell’opera”, il Terzo valico ad alta velocità tra Genova e Tortona/Novi
Ligure, “ormai è indifendibile”.
Nessun commento:
Posta un commento