Enel Brindisi, i sindacati:
“Operai esposti inconsapevolmente all’amianto”. L’azienda nega, ma è smentita
dalle carte
Esposto della Cisal in procura: "C'è anche
l'aggravio del comportamento lesivo da parte della società, che non ha creato
le condizioni lavorative, qualora queste lo richiedessero, atte alla
salvaguardia della salute e della sicurezza". Enel smentisce, ma ilfattoquotidiano.it
ha potuto visionare le bolle d'accompagnamento che testimoniano lo smaltimento
della sostanza
L’ipotesi è
grave: gli operai “sono stati esposti inconsapevolmente all’amianto”.
Per questo ora chiedono che venga fatta luce sull’effettivo utilizzo di quel materiale
durante la costruzione della centrale Enel di Cerano, alle porte di Brindisi.
Ci sono dei documenti a dimostrarne la presenza, al contrario di quanto avrebbe
detto più volte l’azienda elettrica, che anche ora respinge ogni accusa.
È quanto sostengono i rappresentanti sindacali della Cisal in un esposto
presentato alla procura del capoluogo salentino. Una vicenda delicata, anche
perché Enel, si legge nelle carte, “nel rilascio dei curriculum
ai dipendenti della centrale sostiene di non aver esposto in nessun caso i lavoratori
al rischio amianto e che a fronte di ciò la maggior parte dei lavoratori non ha
formulato all’Inail la domanda amministrativa per il riconoscimento
dell’amianto e quindi ad oggi non possono produrre ricorso giudiziario
in tal senso”. A quella sostanza – le cui fibre se disperse nell’aria oltre
certe concentrazioni possono diventare ‘killer‘ – scrive la Cisal
ai magistrati brindisini, i dipendenti “sono stati inconsapevolmente
esposti con l’aggravio del comportamento lesivo” della società
“che non ha creato le condizioni lavorative, qualora queste lo
richiedessero, atte alla salvaguardia della salute e della sicurezza” sia dei
propri operai che degli operatori delle ditte impegnate nell’indotto.
Poiché “è constatato che laddove occorre operare in alcune particolari
condizioni è necessario mettere in campo tutti gli accorgimenti di legge
e non invece sottacere, o bypassare, le condizioni di rischio e
pericolo”. La negazione forzata ed insistita di amianto nel sito, accusa
ancora la Cisal, “ha potenzialmente esposto e forse prodotto effetti lesivi
per le persone che vi hanno operato con frequenza sino ad oggi”. Sono questi
gli aspetti che dovranno ora chiarire i pubblici ministeri brindisini.
Vi è stato qualcosa di penalmente rilevante nel presunto comportamento di Enel?
Ai magistrati vengono anche forniti i settori dell’impianto dove, secondo la
Cisal, la presenza di amianto è “certificata”. Dalla zona turbina ai riscaldatori,
passando per filtri e guarnizioni di vari serbatoi fino alla zona passi d’uomo
di turbina e caldaia. E l’amianto sarebbe stato utilizzato anche nelle
coperture di vari capannoni. Una presenza “concreta, veritiera e
dimostrabile”, si legge nell’esposto, che risalirebbe “sin dai tempi della sua costruzione”,
avvenuta tra gli Anni Ottanta e Novanta. Ad attestarlo ci sono le bolle di smaltimento
dell’amianto, che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare.
Tra le carte, necessarie per la dismissione, se ne rintracciano diverse
risalenti a 14 anni fa e altre molto più recenti, fino al febbraio dello
scorso anno. E in un documento interno della Direzione Produzione,
datato 25 febbraio 1993, è la stessa Enel ad ‘ammettere’ giacenze in magazzino
di “guarnizioni in amianto” che chiede però di “non considerare”. La
società elettrica, quando a dicembre la Cisal avanzò le prime rimostranze sulla
vicenda, rigettò ogni accusa. E ora, contattata dal Fatto,
ribadisce che “per la realizzazione della Centrale di Brindisi Sud non sono
stati utilizzati materiali contenenti amianto di qualunque tipologia”.
Inoltre, l’azienda sostiene di aver sempre adottato sul tema “ogni
precauzione derivante dalla normativa vigente in completa aderenza alle
conoscenze tecniche e scientifiche”. Ribadendo la massima attenzione sulla
tematica, Enel conferma “il costanze monitoraggio e l’applicazione di
ogni misura di prevenzione” e che “negli anni sono state eseguite campagne di
misura in tutti gli impianti che hanno escluso la presenza di fibre
aerodisperse“. twitter: @andtundo
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