Il carrello «impazzito» lo
schiaccia contro il soffitto, morto elettricista
Il 49enne era stato incaricato di effettuare lavori di
manutenzione presso un’azienda. È stato lui stesso ad azionare i comandi del
meccanismo, che per cause da chiarire non si è arrestato e lo ha ucciso
di Francesco Gastaldi
Il magazzino
dove è avvenuta la tragedia
Il carrello elevatore che schizza verso l’alto e
l’operaio che rimane lì, incastrato, con la testa schiacciata contro il
soffitto. Si è consumata in pochi secondi la fine orribile di Carmelo
Padellaro, morto lunedì pomeriggio nel capannone dove avrebbe dovuto effettuare
dei lavori di manutenzione elettrica. Il 49enne, originario di Secugnago, nella
Bassa lodigiana, abitava a Lodi, dove da tempo aveva aperto un’impresa
individuale nel quartiere Albarola.
L’incidente è avvenuto intorno alle 15 a Massalengo, a circa 5 chilometri da Lodi, all’interno dell’azienda di lavorazione lamiere e pressofusione Compatech. Padellaro, incaricato dai titolari di effettuare alcuni lavori sugli impianti elettrici all’interno di un magazzino per lo stoccaggio delle marci, si trovava da solo in cima a un carrello elevatore. È stato lui stesso ad azionare i comandi per farsi sollevare fino al livello delle coperture. In un attimo, la tragedia: il muletto non si è arrestato, ma ha proseguito la corsa verso l’alto. L’elettricista è rimasto con la testa schiacciata fra il e il soffitto del magazzino. Un colpo terribile: Padellaro è morto sul colpo davanti ai dipendenti dell’impresa che, impotenti e impossibilitati ad aiutarlo, null’altro hanno potuto fare se non allertare i soccorsi e i carabinieri. Ma all’arrivo dei mezzi del 118 l’elettricista era già cadavere. Ancora poco chiare le cause della tragedia: saranno gli stessi militari, la procura di Lodi e i tecnici del servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Ats Città Metropolitana a verificare se l’incidente sia dovuto a un errore umano o a un malfunzionamento del carrello elevatore.
L’incidente è avvenuto intorno alle 15 a Massalengo, a circa 5 chilometri da Lodi, all’interno dell’azienda di lavorazione lamiere e pressofusione Compatech. Padellaro, incaricato dai titolari di effettuare alcuni lavori sugli impianti elettrici all’interno di un magazzino per lo stoccaggio delle marci, si trovava da solo in cima a un carrello elevatore. È stato lui stesso ad azionare i comandi per farsi sollevare fino al livello delle coperture. In un attimo, la tragedia: il muletto non si è arrestato, ma ha proseguito la corsa verso l’alto. L’elettricista è rimasto con la testa schiacciata fra il e il soffitto del magazzino. Un colpo terribile: Padellaro è morto sul colpo davanti ai dipendenti dell’impresa che, impotenti e impossibilitati ad aiutarlo, null’altro hanno potuto fare se non allertare i soccorsi e i carabinieri. Ma all’arrivo dei mezzi del 118 l’elettricista era già cadavere. Ancora poco chiare le cause della tragedia: saranno gli stessi militari, la procura di Lodi e i tecnici del servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Ats Città Metropolitana a verificare se l’incidente sia dovuto a un errore umano o a un malfunzionamento del carrello elevatore.
9 gennaio
2017 | 18:41
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MORTI SUL LAVORO 2017
Al 9 gennaio
7 MORTO SUI LUOGHI DI LAVORO
Nelle province di Roma, Milano, Siracusa, Genova, Vicenza, Sondrio. Lodi
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si
considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità
di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti
in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una
parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate
all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi
li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e
confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero
reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli
assicurati INAIL.
Lieve calo del 3,9% delle morti sui luoghi di lavoro rispetto allo
spaventoso 2015, ma un aumento dello 0.7% rispetto al 2008 anno d’apertura
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna. Come potete vedere altro che
favolosi cali ogni anno, e nonostante un enorme spreco di euro spesi per la
Sicurezza senza vedere risultati concreti se si prendono in considerazione
tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Come tutti gli anni
è l’agricoltura a pagare un prezzo elevatissimo di sangue con il 31% di tutte
le morti per infortuni sui luoghi di lavoro. E delle morti in questo settore
ben il 65% sono provocate dal trattore. Una vergogna che nessuno se ne occupi
se pensate che un morto su cinque di tutte le morti sui luoghi di lavoro, di
tutte le categorie messe insieme sono provocate da questo mezzo. Sono anni che
chiediamo ai ministri che si susseguono di occuparsene. Ma niente, sono morti
sul lavoro che non esistono e spariscono dalle statistiche. La seconda
categoria con più morti sui luoghi di lavoro è l’edilizia con il 19,6%. La
cadute dall’alto è il maggior fattore di rischio. E’ l’autotrasporto con il
9,3% dei morti la terza categoria con più vittime. In questo comparto sono
inseriti i morti di diverse categorie. Seguono L’industria, esclusa l’edilizia,
comprese le imprese più piccole, che ha complessivamente l’8,2% delle morti.
Poi gli artigiani di tantissime categorie muoiono numerosissimi, soprattutto
nelle imprese appaltatrici, la strage riguarda anche un numero impressionante
di Partite Iva che non sono inserite tra le morti sul lavoro nelle statistiche
dell’INAIL. E questo perché questo Istituto dello Stato monitora solo i propri
assicurati (lo scrivo per la milionesima volta, ma tanto non serve a niente). A
questo istituto arrivano moltissime denunce per infortuni, anche mortali, che
poi non vengono riconosciute come tali proprio per non avere questa
assicurazione. NON SONO ASSICURATI ALL’INAIL, QUINDI NON ESISTONO. Poi anche
per le morti in itinere spesso non vengono riconosciute per una normativa
specifica, che la maggioranza di chi lavora non conosce. Gli stranieri morti
sui luoghi di lavoro sono l’8,2%, un calo dell’1,6% rispetto al 2015, segno che
anche più italiani svolgono lavori pericolosi e con meno sicurezza pur di avere
un lavoro. Impressionante sapere che il 27,7% dei morti sul lavoro ha più di
61. Angosciante vedere che tantissimi giovani non trovano lavoro, che svolgono
anziani che non hanno più la salute e i riflessi pronti per fare lavori
pericolosi. Questo la dice lunga anche sui motivi dell’enorme disoccupazione
giovanile; si trattengono gli anziani e si fanno morire lavorando, mentre i
giovani sono costretti alla disoccupazione o a emigrare. E’ la Campania la
regione con più morti sui luoghi di lavoro sempre se non si fanno giochini di
prestigio e si inseriscono tutti i morti sul lavoro. Seguono la mai regione,
L’Emilia Romagna che nel 2016 raddoppia i morti sui luoghi di lavoro, poi il
Veneto. Quinta la Lombardia che ha un decremento importante del 27%. Occorre
anche ricordare che, a nostro parere, la Lombardia è tra le grandi regioni, da
quando abbiamo aperto l’Osservatorio, che ha l’andamento migliore, sempre se si
considerano tutte le morti sul lavoro. Ha il doppio degli abitanti di qualsiasi
altra regione e l’indice occupazionale non ha nessun valore statistico sugli
infortuni, anche mortali, visto che in tantissimi dei morti per infortuni non
sono assicurati all’INAIL, le statistiche vengono fatte solo tenendo in
considerazione gli assicurati a questo Istituto. E’ la provincia di Napoli
quella con più morti sui luoghi di lavoro, compresi tre pescatori morti in
mare, la seconda in questa triste classifica è la provincia di Vicenza con 20
morti, segue Brescia con 18 morti, a seguire qui sotto ci sono le morti sui
luoghi di lavoro di tutte le province italiane.
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