Pubblica amministrazione, la fine del lavoro nei dati della Ragioneria
generale
I dati del
Conto annuale pubblicati dalla Ragioneria generale dello Stato sugli organici
nella pubblica amministrazione sono fin troppo espliciti: oltre 237mila unita'
in meno nel periodo tra il 2007 e il 2015, corrispondenti al 6,9% di riduzione
del totale. E ancora, 130 mila occupati 'stabili' in meno a causa del blocco
del turn over e oltre 100 mila posti di lavoro precari in meno, pari a un terzo
del valore ad inizio del periodo. Dati che se sommati alle preesistenti carenze
nelle dotazioni organiche della Amministrazioni definiscono un 'buco' superiore
alle 300 mila unita' di personale.
"Continua la violenta emorragia di
forza lavoro nei servizi pubblici rivolti alla tutela e ai servizi per i
cittadini ed e' tempo di aprire quanto prima la stagione contrattuale e di
riforma”, commenta la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. In
questo contesto, precisa Sorrentino, "spiccano i dati relativi alla riduzione
di oltre un quarto del personale in servizio negli Enti Pubblici non Economici,
ad esempio l'Inps, del -16,9% del personale in servizio nei Ministeri, del
-10,7% nel sistema delle Autonomie Locali pari a -3,9% solo nel 2015.
Particolarmente significativa del trend in atto - aggiunge la segretaria
generale- e' la situazione degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale che, a
fronte di una contrazione di oltre 28.000 lavoratori di cui 10.444 solo nel
2015 (-4,2%) vede crescere negli otto anni presi a riferimento del 45% il
numero delle unita' di lavoro somministrate attraverso le agenzie interinali
con un +20% nel 2015 e un incremento della spesa relativa a questa voce del
17%". Per la segretaria generale della Fp Cgil, quindi, "all'impossibilita'“ di rimpiazzare i professionisti della sanita' pubblica che cessano dal lavoro si supplisce, sempre di piu', affittandone da agenzie private. Una situazione complessiva che la stessa ragioneria generale definisce 'suscettibile di porre problemi di sostenibilita' dei servizi erogati'. A questo, per chi e' rimasto facendosi carico di un inconfutabile incremento dei carichi di lavoro e di un peggioramento delle condizioni in cui operare quotidianamente, va aggiunta la riduzione delle retribuzioni derivante dal blocco della contrattazione nazionale e di secondo livello in nome di un contenimento della spesa pubblica evidentemente inefficace in queste forme; un impoverimento certificato dal fatto che le retribuzioni sono cresciute, in otto anni, del 7,9% a fronte del 13,5% di incremento registrato dal costo della vita". Nel frattempo, la Pubblica amministrazione e' ulteriormente invecchiata, arrivando, oggi, ad avere un'eta' media superiore ai cinquant'anni in quasi tutti i settori del lavoro pubblico con una proiezione di consistente avvicinamento ai sessant'anni nel 2020. “Da tempo poniamo il tema dell'invecchiamento delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nei servizi – aggiunge Sorrentino - come un'emergenza da affrontare: la Pubblica Amministrazione deve essere il campo in cui avviare una straordinaria operazione di occupazione giovanile qualificata, legata all'innovazione e al miglioramento dei servizi, prevedendo al tempo stesso le giuste tutele previdenziali per i lavoratori pubblici che operano in situazioni gravose o pericolose". C'e' bisogno infine, conclude la segretaria generale della Fp Cgil, "di dare subito concretamente vita ad una stagione nuova sulla base dei contenuti dell'accordo sottoscritto da Cgil Cisl Uil e Governo lo scorso 30 Novembre che costituisce un primo significativo passo nella direzione giusta a cui va dato rapidamente seguito. Nuova e mirata occupazione, salario e risorse certe per contratti nazionali e decentrati, nuovi diritti e contrattazione dedicata al miglioramento dei servizi ai cittadini sono i riferimenti con cui affronteremo la stagione contrattuale e di riforma che vogliamo si apra quanto prima", conclude Sorrentino.
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