venerdì 15 settembre 2017

15 settembre - Alla FCA/Fiat non basta denunciare la Fiom, serve costruire il Sindacato di Classe



Caro Operai Contro,
la Fiom comunica che a Mirafiori aumentano gli esuberi. A Melfi da oltre due mesi è ripartita la cassa integrazione con operai trasferiti a Termoli. A Pomigliano centinaia di operai in cassa integrazione sono costretti da mesi in trasferta a Cassino, mentre quelli di Cassino rimangono in cassa integrazione. E’ solo un cenno alle note situazioni fra le più gravi e stridenti per gli operai della Fca in Italia, ex Fiat. Mi chiedo cosa debba succedere perché il sindacato decida mobilitazioni e iniziative, appropriate alla gravità delle situazioni. E mi rispondo se quella “flemma” dell’azione sindacale di cui parlano alcuni lettori nelle loro corrispondenze, non sia una “flemma” interessata. O meglio una “flemma” non frutto di pazienza, o del tentativo di convincere il padrone a cambiare posizione “a bocce ferme”, bensì una “flemma” dettata da interessi materiali di elementi dell’aristocrazia operaia, disseminati nell’apparato sindacale, dentro e fuori la fabbrica. Mi chiedo anche come sia possibile a Mirafiori, sedersi al tavolo con il padrone il quale, mentre ottiene altra cassa integrazione e contratti di solidarietà, ti comunica che gli “esuberi” passano da 867 a 1.245!
Come si può trattare, concedere ammortizzatori sociali davanti a una lista di proscrizione di esuberi sempre più lunga, quando “esuberi” è risaputo che è il timbro dei licenziamenti? La Fiom prende atto che a Mirafiori, mentre l’occupazione è diminuita ancora di 46 lavoratori, scendendo da 3.796 a 3.750 occupati, i lavoratori coinvolti nei contratti di solidarietà salgono da 1.791 a 2.110. La riduzione media dell’orario di lavoro sale dal 48% al 59%, “così come gli esuberi salgono da 867 a 1.245”, ossia gli esuberi crescono del 44%. Scusate se è poco. Ho fatto l’esempio di Mirafiori per restare alla Fca, ma succede un po’ ovunque. A prescindere dal numero, se il padrone si presenta con liste di proscrizione di operai, bollandoli “esuberi”, il sindacato deve rifiutarsi di discuterne. Non ci si oppone ai licenziamenti, portando in “dote” gli operai che il padrone ha bollato come esuberi, e che Marchionne alla Fca aumenta da una trattativa all’altra.
Saluti O. V.
 Allego articolo da La Stampa 14/09/2017
La Fiom: aumentano i contratti di solidarietà alle Carrozzerie di Mirafiori, crescono gli esuberi «I contratti di solidarietà alle Carrozzerie di Mirafiori sono in aumento e «il numero degli esuberi è in crescita». Lo sostiene la Fiom dopo l’incontro sull’avvio, dal 28 settembre, dei prossimi 6 mesi di contratto di solidarietà. «Le notizie – afferma la Fiom – non sono buone: a fronte di un organico che scende da 3.796 a 3.750, i lavoratori coinvolti dalla solidarietà passano da 1.791 a 2.110, la percentuale media di riduzione dell’orario di lavoro cresce dal 48% al 59%, così come gli esuberi salgono da 867 a 1.245. Inoltre è previsto che gli addetti al Levante, non coinvolti dalla solidarietà, siano però interessati, per la prima volta dall’avvio del Suv Maserati, da una settimana di cassa integrazione ordinaria dal 16 al 20 ottobre, senza escludere altre fermate successive. «Il quadro che ci è stato prospettato oggi – dichiarano Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, e Ugo Bolognesi, responsabile delle Carrozzerie di Mirafiori – non è per nulla tranquillizzante. Una cosa è certa: solo un investimento nuovo e in tempi brevi può dare prospettive al cosiddetto polo del lusso torinese e a tutti i suoi lavoratori. Il tempo non è un fattore secondario, perché non è per nulla scontato che tra un anno ci sia ancora disponibilità di ammortizzatori sociali. Chissà se le notizie di oggi riusciranno a scuotere un’opinione pubblica, innanzitutto torinese, tutta concentrata sui risultati finanziari di Fca e molto distratta sugli investimenti produttivi». «Serve un nuovo modello per Mirafiori» hanno ribadito dal canto loro Fim e Uilm torinesi dopo l’incontro per la proroga dei contratti di solidarietà alle carrozzerie. «Abbiamo chiesto di siglare sei mesi di solidarietà anziché un anno per consentire più approfondite verifiche sul futuro di Mirafiori perché non è più rinviabile l’assegnazione del secondo modello. Fca deve sciogliere il nodo se sarà un modello Alfa o Maserati, anche in collaborazione con lo stabilimento di Grugliasco», dice Claudio Chiarle, segretario generale della Fim Torino e Canavese. «È necessario -osserva – avere al più presto un incontro a livello nazionale con l’ad Marchionne per discutere il futuro modello a Mirafiori per dare certezza e continuità occupazionale e produttiva». «Siamo consci del fatto che ci stiamo avvicinando alla scadenza degli ultimi ammortizzatori disponibili, dato il regime restrittivo del Jobs Act. È quindi arrivato il momento che le enunciazioni dell’amministratore delegato mettano gambe, per garantire la piena occupazione nel 2018», dichiara il segretario generale della Uilm di Torino Dario Basso.

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