Lo Slai Cobas
Cementir dice: ora basta cassintegrazione.
Italcementi deve rilanciare il sito di Taranto richiamando tutti i lavoratori al lavoro.
Italcementi deve rilanciare il sito di Taranto richiamando tutti i lavoratori al lavoro.
Chiediamo
subito un incontro al governo e alla regione perchè convochino
Italcementi e dichiari le sue intenzioni circa il sito di Taranto.
Il piano
regionale di corsi di formazione serve davvero?
Chiediamo il
rinnovo delle RSU, dato che sono scadute in questo mese, vogliamo che i
lavoratori uniti e realmente rappresentati pesino di più.
RSA Slai Cobas
per il sindacato di classe Cementir
info
347-1102638
Cementir
Italia acquisita dalla Italcementi: quale futuro per il sito di Taranto?
di Gianmario
Leone -
19 settembre
2017
Notizia
importante proveniente dal mondo del cemento italiano. La Italcementi ha
infatti acquisito la Cementir Italia.
La conferma arriva da entrambe le
società. “In data odierna Cementir Holding S.p.A. ha sottoscritto un accordo
con Italcementi S.p.A., società interamente controllata da HeidelbergCement AG,
per la cessione del 100% del capitale sociale di Cementir Italia S.p.A.,
incluse le società interamente controllate Cementir Sacci S.p.A. e Betontir
S.p.A. (gruppo Cementir Italia)” si legge nella nota ufficiale della famiglia
Caltagirone. In questo passaggio di asset sono compresi tutte le attività di
Cementir Italia, che comprendono 5 impianti di cemento a ciclo
completo e 2 centri di macinazione di cemento, così come il network di
terminali e le centrali di calcestruzzo in Italia. “Il controvalore della
transazione (Enterprise Value) è di 315 milioni di Euro su base cash and
debt-free – prosegue la nota -. L’operazione è condizionata all’autorizzazione
da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la chiusura
dell’operazione è prevista per l’inizio del prossimo anno“.
Nel 2016 i
ricavi pro-forma delle vendite del gruppo Cementir Italia sono stati pari a 136
milioni di Euro, considerando Cementir Sacci per 12 mesi poiché è stata
acquisita soltanto il 29 luglio 2016. Francesco Caltagirone, presidente e
amministratore delegato di Cementir Holding ha così commentato la cessione
della società: “A seguito di questa operazione l’indebitamento finanziario
netto del Gruppo a fine 2018 sarà prossimo a 0,5 volte il margine operativo
lordo. Questo ci darà la possibilità di cogliere altre opportunità che si dovessero
presentare in futuro, così come accaduto negli ultimi dodici mesi”.
Dunque, il
disimpegno di cui per anni abbiamo scritto sulle colonne del ‘TarantoOggi’ e
poi sul sito ‘CorrierediTaranto.it’, si è dunque concretizzato. Nei prossimi
giorni tenteremo di capire quali effetti avrà sul sito di Taranto e i suoi 72
lavoratori questo passaggio di società. Ricordando che il forno è spento dal 1
gennaio 2014, che tutti i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, che
partiranno dei corsi di formazione e riqualificazione degli operai, che è
ancora in corso la bonifica della falda tramite la sperimentazione di un
progetto denominato TAF coadiuvato da ARPA Puglia, e che la banchina della
calata IV del porto di Taranto, per anni in concessione alla stessa Cementir,
attende ancora i lavori di bonifica e ristrutturazione che spettano proprio
alla società di Caltagirone: che ne sarà ora di tutto questo, non è ancora
chiaro, ma speriamo non sia troppo facile immaginarlo.
(leggi
anche http://www.corriereditaranto.it/2017/09/11/cementir-si-punta-formare-ricollocare-lavoratori-la-bonifica-falda-banchina-resta-silenziosa/)
L’annuncio
della Italcementi
Sempre in
serata anche la società Italcementi ha ufficializzato il passaggio tra le due
società, annunciando al mercato di aver “sottoscritto oggi un accordo con
Cementir Holding per l’acquisto di tutte le attività di Cementir Italia nei
business del cemento e del calcestruzzo (incluse le società interamente
controllate CementirSacci e Betontir)“. L’intesa prevede “un investimento di
315 milioni di euro. Saranno conferite a Italcementi 5 cementerie a ciclo
completo e 2 centri di macinazione del cemento, per una capacità produttiva
installata di 5,5 milioni di tonnellate di cemento, insieme al network dei
terminal e degli impianti di calcestruzzo attivi sul territorio nazionale.
Questi asset andranno ad aggiungersi alla struttura industriale Italcementi
oggi formata da 6 cementerie a ciclo completo, un impianto per prodotti
speciali, 8 centri di macinazione del cemento, 113 impianti di calcestruzzo e
13 cave per inerti“.
(un po’ di
storia sulla Cementir a
Taranto http://www.corriereditaranto.it/2016/08/02/la-cementir-guarda-taranto-sorniona-futuro-incerto-inquinamento-sottorraneo2/)
“L’acquisizione – afferma Roberto
Callieri, amministratore delegato Italcementi – rappresenta per Italcementi
un’importante opportunità di crescita nel mercato italiano dei materiali per le
costruzioni. Oggi realizziamo un’operazione che presenta un’ideale combinazione
nella qualità degli asset industriali e una perfetta distribuzione geografica,
che consente a Italcementi di migliorare la propria presenza su tutto il
territorio nazionale, in una logica di vicinanza al cliente per offrire
soluzioni e prodotti innovativi e di qualità. Si tratta di un’operazione
importante – prosegue Callieri -, che conferma la volontà di HeidelbergCement
di investire in Italia, riaffermando la fiducia nel sistema-Paese e nel nuovo
management italiano che da un anno guida la nostra Società. Italcementi è
leader in Italia, dove da oltre 150 anni è protagonista grazie alla sua
esperienza, alla sua competenza industriale e alla capacità innovativa nei
processi e nei prodotti“. L’operazione, come già evidenziato dal gruppo
Caltagirone, “è sottoposta all’approvazione dell’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato: fino alla data della chiusura dell’operazione,
prevista per l’inizio del prossimo anno, le due società continueranno a operare
come competitor e pertanto saranno tra loro indipendenti“.
Da una stima
preliminare, l’integrazione di Cementir Italia consentirà sinergie sui costi
per almeno 25 milioni di euro entro il 2020. “Tutto il processo di acquisizione
e integrazione – conclude Callieri – sarà gestito con apertura, responsabilità
e trasparenza esclusivamente nel nome dell’interesse dell’Azienda. Lavoreremo
risolutamente per tornare al più presto alla creazione di valore grazie a
processi industriali efficienti e sostenibili e all’offerta di prodotti che
sappiano unire la tradizionale qualità a performance innovative sempre più
richieste dal mercato, auspicando che il settore dei materiali per le
costruzioni torni alla sostenibilità economica e alla crescita“.
(leggi
anche http://www.corriereditaranto.it/2017/08/21/2-larpa-conferma-pet-coke-ad-italcave-la-italcementi-matera-pratica-decennale-un-po-storia/)
Giova
ricordare, giusto per provare a delineare i prossimi scenari, che l’Italcave di
Statte riceve e stocca il pet-coke che arriva al porto di Taranto e che poi
viene destinato, come avvenuto nello scorso mese, al sito Italcementi di
Matera. Fattore questo, è bene ribadirlo, che può volere tutto e niente.
Staremo dunque a vedere cosa accadrà, in attesa di capire anche cosa pensano i
sindacati di categoria, come la Fillea Cgil da sempre molto attenta alle vicende
dei lavoratori, quale sarà il pensiero e le aspettative di quest’ultimi, ed
anche quello che decideranno di fare i
lavoratori Slai Cobas per il sindacato di classe, da sempre contrari alla
politica aziendale e spesso in aperto contrasto con le sigle confederali.
(leggi
anche http://www.corriereditaranto.it/2016/12/28/cementir-un-accordo-meta-un-altro-anno-cigs-bastera-la-calata-iv-diventa-pubblica/)
La priorità,
al momento, è certamente quella di rinnovare l’accordo siglato lo scorso anno
per i lavoratori tarantini, la cui scadenza è prevista per il 22 gennaio del
2018. Così come parallelamente si dovrà capire che tipo di percorso formativo
seguiranno i lavoratori e quale futuro li attende: del resto, nell’ultima
riunione della scorsa settimana, pur non facendo parola dell’imminente cessione
dell’attività, la stessa Cementir aveva ribadito che i lavoratori non sarebbe
stato possibile ricollocarli all’interno dell’azienda. E quindi nel sito di
Taranto. Infine, ma non per ultimo, bisognerà capire che fine faranno la
bonifica della falda e quella della banchina della calata IV del porto.
L’autunno sarà, ancora una volta, molto caldo.
(leggi anche
l’articolo http://www.corriereditaranto.it/2017/05/13/la-cementir-un-caso-pilota-piano-formazione-lavoratori-al-palo-la-regione-latita/)
Nessun commento:
Posta un commento