venerdì 13 novembre 2020

13 novembre -Le cooperative logistiche, il sistema degli appalti, nelle fabbriche nei cantieri nei magazzini, è in ogni modo una forma di moderno caporalato, anche quando non arriva la GDF come nel caso degli yacht di La Spezia. È una forma di assunzione che viola i diritti dei lavoratori, fondata sulla violenza del rapporto di lavoro, sul lavoro sottopagato, comunque perché parte del sistema di sfruttamento capitalista per il profitto, ottenuto col sangue e il plusvalore dai lavoratori. Presenta tuttavia caratteristiche specifiche che tiene i soci lavoratori, in gran parte immigrati, in una immediata e costante condizione di sospensione dei diritti, sotto ricatto, anche per i permessi di soggiorno, fino alla privazione delle libertà personali. Le inchieste che toccano a volte le cooperative, risparmiano i padroni, industriali o GDO, chi comanda veramente sugli appalti, chi ottiene il

MAGGIOR PROFITTO DALL'INTERMEDIAZIONE DI MANODOPERA. Dalle tante mobilitazioni di questi anni, il segnale che serve la forza organizzata dei lavoratori per resistere e contrastare questa forma di neoschiavismo legalizzato, come parte della  guerra di classe.

Due casi di questi giorni



La Spezia, inchiesta sul caporalato nei cantieri degli yacht di lusso: 150 operai bengalesi pagati 4 euro l’ora, buste paga e retribuzioni sembravano regolari, ma i «lavoratori» erano costretti a restituire in contanti una parte di quanto percepito otto persone arrestate tra gli esecutori materiali. Blitz dei finanzieri: otto arresti, sequestrato quasi un milione di euro. I lavoratori erano minacciati e anche picchiati. In caso di positività al Covid, non venivano pagati.


Spreafico, Lecco, grossa azienda della commercializzazione della frutta. Con una rete di magazzini in diverse città. Da alcuni giorni gli operai organizzati dal SiCobas sono in lotta ed in sciopero. Operai assunti in appalto con le cooperative logistiche.

La mobilitazione partita per sostituire il contratto Multiservizi (imprese di pulizie) con uno più appropriato come il Merci logistica, dato la tipologia di lavoro fatto. Agli scioperi l’azienda risponde ‘normalmente’ sospendendo 110 lavoratori, in parte sostituiti con altri forniti dalle cooperative.

La lotta si spinge verso i magazzini che l’azienda cerca di usare per evadere gli ordini bloccati dallo sciopero. L’azienda è fiancheggiata dalla Cgil che è entrata nella vertenza iscrivendo e organizzando il gruppetto di crumiri.

Da contestare un comunicato stampa del SiCobas, nella parte che attacca la responsabile della Cgil, colpevole di essere anche qui dalla parte del padrone, con riferimenti maschilisti ‘rivolgendosi alla sindacalista Cgil ‘… non certo grazie all’inesistente impegno della Filcams Cgil e della signora Cortinovis Barbara, forse da tempo impegnata a limarsi le unghie...’

Come dicono i lavoratori ‘senza forza non ci danno ragione’, la lotta continua: -per il rientro di tutti i sospesi al lavoro, -per un contratto corretto. Oggi la vertenza fa tappa alla Prefettura di Lecco per un tentativo di soluzione.


Lo sciopero si è concluso positivamente – fa sapere da S.i. Cobas, Alessandro Zadra – la Spreafico ha accettato la proposta di aprire un tavolo nazionale che si svolgerà la prossima settimana e al quale parteciperanno le delegazioni sindacali anche dei magazzini di Bologna, Ferrara e Livorno. Discuteremo su una contrattazione aziendale”





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