lunedì 2 novembre 2020

2 novembre - Lavoratori "CARNE DA MACELLO" in nome del profitto 2: GLS MODENA: 47 CONTAGIATI MA SI CONTINUA A LAVORARE

- by Flavio Novara

Come mai Politica e Autorità sono assenti?

Al centro logistico GLS di Modena, oltre 47 positivi al covid19 non fermano la lavorazione dei pacchi da consegnare. Sembra impossibile ma, nell’onda dello spauracchio di una chiusura totale, tra l’uso obbligatorio ovunque della mascherina e della chiusura degli esercizi pubblici alle 18, c’è chi a Modena decide d’ufficio, ancora una volta, che il profitto viene prima della salute dei suoi dipendenti. E’ la voce dei lavoratori e non solo del sindacato SI-COBAS a denunciare il fatto con un presidio davanti alla sede di via Massarenti, sostenuto anche dal Consiglio Popolare e Potere al Popolo. Nella sede della GS di Modena “l’uso delle mascherine è da sempre una variabile lasciata al dipendente – ci conferma un lavoratore – e la distanza minima di sicurezza, imposta di legge, non è rispettato neanche lungo le rulliere di distribuzione dei pacchi”. Non solo ma, a fronte della presenza di numerosi positivi, “l’azienda non procede alla disinfestazione generale dei luoghi di lavoro ma neanche alle cabine dei furgoni dove la maggior parte di questi operatori passano il loro tempo”. Avanti dunque a consegnare senza tutela sia per i lavoratori che per i clienti che tutti i giorni ricevono oltre 200 pacchi.

Dalle testimonianze raccolte davanti all’azienda durante un picchetto di protesta, è emerso anche che sarebbero state esercitate pressioni su alcuni lavoratori risultati positivi, affinché si tenesse nascosta la cosa. Pena il rischio di non essere reintegrati nel proprio posto di lavoro.

Noi abbiamo fatto la prima segnalazione al Sindaco, ASL e prefettura già da un mese – specifica Enrico Semprini referente provinciale SI-COBAS – ma tra rimpalli vari e atteggiamenti che ci sono da subito sembrati non corretti da parte dell’azienda siamo finiti al controllo con tamponi di oggi. E questo solo perché lunedì ci siamo presentati davanti all’ASL per sollecitare l’ispezione.

La voce di Enrico Semprini referente provinciale SI-COBAS – (Audio)

Curioso è che a fronte della visita del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) dell’ASL, guidata dalla dott.sa Donata Serra, l’azienda non solo non ha invitato i responsabili della sicurezza a partecipare all’incontro, che si è tenuto a porte chiuse nell’ufficio del Direttore Dott. Ferrario ma, non ha comunica neanche il risultato e le azioni che avrebbero deciso d’intraprendere per contenere il contagio. “Una cosa certa l’azienda ha fatto – continuano i lavoratori – Ha trasferito da altri stabilimenti operatori in sostituzione degli ammalati mandati in malattia”. Non solo non verificando con tamponi, la loro esclusione al covid19, ma appunto non sanificando le cabine dei furgoni su cui saranno destinati. Un azione questa che può compromette seriamente la battaglia medico sociale, alla sconfitta della pandemia. Anzi al contrario rischia di alimentarla.

La voce dei Lavoratori – (Audio)

“Non si comprende innanzitutto perché non si debba tutelare la salute di questi lavoratori – dichiara un rappresentate degli esercenti di Modena giunto in solidarietà con i lavoratori GLS – E perché tutto il resto della società dai bar ai ristoranti, dalle palestre ai teatri e cinema, siano obbligati a chiudere mentre questi lavoratori e queste imprese possono proseguire nel loro profitto” Soprattutto senza che ASL, Sindaco e Prefetto intervengano radicalmente.

Questa è una vicenda dalla cronologia dei tempi e delle azioni, assai strana dato la pericolosità del contagio del virus. Siamo di nuovo forse difronte alla stessa protezione della politica locale alle aziende dei grandi profitti in barba al rispetto della legge e dei decreti imposti invece, al resto della società ed in particolare dei piccoli esercenti? Qui non si sta urlando alla chiusura generalizzata ma si sta denunciando un azienda che nel mezzo di una pandemia non vuol rispettare le basilari norme di contenimento del contagio.

Qui il punto zero non è stato fatto –dichiara il rappresentate della sicurezza SI COBAS dello stabilimento – Bisogna fare il tampone a tutti e non a solo quelli che erano presenti in azienda, scordandosi altre 36 persone che erano in giro per consegne. Si deve attendere il risultato procedendo con la sanificazione generale e totale, compreso i furgoni. Poi si procede a far tornare tutti i negativi al lavoro, insieme ai nuovi sostituti dei positivi su cui si deve essere sicuri della loro estraneità al virus. Non mi sembra proprio che l’azienda voglia procedere in tal senso.

Mentre lascio il presidio una nota urlata mi arriva dai lavoratori: “Hanno cominciato a sanificare i furgoni! E’ la prima volta….chissà perché….proprio ora….che furbi….


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