Bagnoli, arriva Renzi:
contestazioni e cariche
Giovedì, 14
Agosto 2014 14:18
Ivan
Trocchia
Discorso completamente diverso invece quando si reca nel quartiere occidentale
di Bagnoli. Qui già dal giorno prima i militanti dell’associazione “Una
spiaggia per tutti” hanno occupato le impalcature della Città della Scienza ed
esposto striscioni che invitano il premier a starsene a casa perché gli atti che
dovrebbe formalizzare non possono che portare nuove truffe e speculazioni a
danno della collettività. Vedi gli stanziamenti (40 milioni di euro) destinati
all’associazione Idis, distintasi in questi anni per spreco sistematico di
denaro pubblico e per rappresentare un contenitore di inefficienze e
clientelismi. Così all’arrivo del premier è necessario blindare completamente
via Coroglio dove è ubicato l’ingresso della Città della Scienza. Da un lato
gli attivisti dell’associazione Terra dei fuochi che lo accolgono con lo
striscione “Renzi come Schettino” e dall’altro i ragazzi del centro sociale
locale Iskra da anni impegnati nella lotta per la bonifica del territorio. E’
qui che Renzi trova i contestatori più accaniti anche se vengono tenuti
lontanissimi dai luoghi dell’evento con cordoni di polizia, carabinieri e
guardia di finanza che inibiscono qualsiasi accesso alla strada. Così il
centinaio di ragazzi presenti (quasi tutti di Bagnoli ) decidono di manifestare
per le strade del quartiere. Le reazioni della comunità al corteo improvvisato
sono sostanzialmente buone, applausi dalle finestre e incoraggiamenti.
D’altronde quelli che sfilano sono tutti figli di questi luoghi.
Si sprecano le battute e gli sfottò sulle strade del quartiere improvvisamente ripulite a dovere per la visita del premier dopo giorni di sporcizia non raccolta. I netturbini sono tutti in divisa d’ordinanza, cosa rara a vedersi. Gli slogan lanciati dal megafono e urlati con forza chiedono la bonifica del territorio e delle spiagge adiacenti, denunciano le promesse mai mantenute in questi anni dai vari governi in carica e, immancabile, echeggia il coro che da anni accompagna le lotte dei comitati ambientalisti e territoriali: “voi assassini in giacca e cravatta”.
Non mancano attimi di tensione quando un dirigente della Digos si lancia letteralmente contro un gruppo di ragazzi, aggredendoli. Parte così una carica di media intensità e si vedono alti i manganelli a colpire teste e corpi. Interrogato il dirigente per chiedergli spiegazioni del perché di quel comportamento violento contro i manifestanti il funzionario risponde così: “era già la terza volta che mi chiamavano omm ‘e merda”. Insomma l’ennesima delirante gestione dell’ordine pubblico a Napoli contro manifestazioni organizzate da componenti giovanili e antagoniste. Qualcosa di simile era successo a giugno a Piazza Trieste e Trento, sempre in occasione della visita del premier. All’epoca un elettrizzato dirigente della Questura napoletana occupava il suo tempo insultando, minacciando e provocando i contestatori.
Si sprecano le battute e gli sfottò sulle strade del quartiere improvvisamente ripulite a dovere per la visita del premier dopo giorni di sporcizia non raccolta. I netturbini sono tutti in divisa d’ordinanza, cosa rara a vedersi. Gli slogan lanciati dal megafono e urlati con forza chiedono la bonifica del territorio e delle spiagge adiacenti, denunciano le promesse mai mantenute in questi anni dai vari governi in carica e, immancabile, echeggia il coro che da anni accompagna le lotte dei comitati ambientalisti e territoriali: “voi assassini in giacca e cravatta”.
Non mancano attimi di tensione quando un dirigente della Digos si lancia letteralmente contro un gruppo di ragazzi, aggredendoli. Parte così una carica di media intensità e si vedono alti i manganelli a colpire teste e corpi. Interrogato il dirigente per chiedergli spiegazioni del perché di quel comportamento violento contro i manifestanti il funzionario risponde così: “era già la terza volta che mi chiamavano omm ‘e merda”. Insomma l’ennesima delirante gestione dell’ordine pubblico a Napoli contro manifestazioni organizzate da componenti giovanili e antagoniste. Qualcosa di simile era successo a giugno a Piazza Trieste e Trento, sempre in occasione della visita del premier. All’epoca un elettrizzato dirigente della Questura napoletana occupava il suo tempo insultando, minacciando e provocando i contestatori.
Il corteo
ritorna poi al punto di partenza in Piazza Bagnoli e qui di fronte a uno
spropositato cordone di carabinieri continua la contestazione in forma di
presidio.
L’impressione
generale e conclusiva è che in una mattina così assolata, alla vigilia di
ferragosto, fosse impossibile fare di più. Le attività di depistaggio di questi
giorni hanno oltretutto reso ancora più difficile le mobilitazioni e il
coordinamento tra i diversi gruppi e movimenti sociali. Renzi ha poi promesso
di ritornare costantemente in città, la prossima volta sarà a novembre e forse
in un autunno che si spera caldo, l’accoglienza sarà anch’essa bollente.
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