Dal presidio
davanti la Prefettura delle lavoratrici del Policlinico in lotta
“Abbiamo
fatto di tutto, ma non abbiamo ancora un posto di lavoro, per questo oggi siamo
in Prefettura”. Stanche, nervose perché da 37 giorni in lotta quotidianamente.
Abbiamo una famiglia. E’ una lotta per una causa giusta.
Continua il
presidio permanente e l’occupazione permanente del tetto del Policlinico. Diverse
le iniziative messe in campo in oltre un mese: l’occupazione della struttura di
Expo 2015 in Cairoli per dare visibilità alla nostra lotta, dove è intervenuta
la polizia; il presidio alla Tempor di via Turati in seguito al quale ci è
stato detto che ci avrebbero dato una risposta per un incontro.
Le
organizzazioni sindacali concertative hanno firmato un accordo che è una
bufala, in cui si fanno solo dichiarazioni d’ intenti per cui nei prossimi sei
mesi faranno una ricognizione degli ospedali lombardi e in cui si indica
genericamente che sono disponibili una decina di posti OSS, ma, nell’accordo,
non si dice che questi posti verranno occupati da queste lavoratrici. Non ci
sono garanzie. In merito al concorso espletato dal Policlinico: giusto che ci
sia stato, il problema è che il bando non prevedeva alcun requisito, solo
l’attestato OSS. Il Policlinico c’entra perché con quale criterio ha tenuto 33
lavoratrici? Deve rispondere sulla base della trasparenza degli atti.
Inizialmente (prima del bando. Ndr) era stato affermato che si sarebbe tenuto
conto di anzianità di servizio, esigenza di famiglia etc.
Per oggi era
stato chiesto un incontro a cui partecipassero Tempor, Policlinico, Regione,
OOSS, ma sono presenti solo funzionarie della prefettura. Nei giorni scorsi
abbiamo fatto un appello pubblico sia al Prefetto che all’ Arcivescovado che a
Dario Fo. Sabato mattina siamo state ricevute dalla Curia che si è preoccupata
dal punto di vista umano delle persone; il referente per il lavoro si è
impegnato affinchè le OOSS che non vogliono i lavoratori agli incontri
ufficiali, si arrivi a un incontro con OOSS, Tempor, Policlinico, Regione. E’
importante che ci sia la Regione perché questa può essere il primo caso visto
che si parla di reinternalizzazione soprattutto nel servizio alla persona, ma
no ai concorsi che escludano chi ha dato una vita. L’ accordo di ieri (5 agosto
ndr) è solo una dichiarazione di intenti, in quanto lascia in una situazione
indeterminata chi deve sopravvivere. Si dice solo che c’è l’esigenza di 2
operatori al Niguarda e sei a Melzo, non dettagliando nulla. Circa 20 gg fa Tempor aveva proposto che dal 1°
settembre iniziassero a lavorare in 50 tra Melzo e Melegnano. Melegnano è
attualmente commissaria perché la Colocoop è indagata su questione Expo. In
particolare, è stato utilizzato personale ATA che non può svolgere funzioni di
OSS, quidni si ha carenza di OSS che l’ospedale sta richiedendo.
La proposta
è sparita.
Bisogna
inoltre ricordare che, siccome doveva sparire la figura di ausiliario, queste
lavoratrici hanno fatto un corso a pagamento – circa 2400 €- per acquisire
l’attestato di OSS. Risulta estremamente curioso, poi, in questa vicenda che
una delle Coop abbia la stessa sede legale della Tempor. Ricordiamo, infine,
che queste lavoratrici sono state assunte con contratto a tempo indeterminato a
chiamata, contratto che prevede sei mesi di integrazione di circa 520€. Nell’incontro
odierno la Prefettura si è detta disponibile a fare la mediazione affinchè si
arrivi ad un tavolo con i soggetti interessati. Milano, 6 agosto 2014
A cura della
compagna dell’ mfpr- Milano che ha partecipato al presidio
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