Partecipata assemblea, ieri pomeriggio, nella sede dello Slai Cobas per il
sindacato di classe, di Palermo.
Doveva essere anche una conferenza stampa ma giornali e tv in questo caso
“naturalmente” non si presentano, dimostrando ancora una volta il modo in cui
trattano le questioni che riguardano i movimenti e le lotte sociali!
Comunque lavoratrici e lavoratori, precari, studenti e disoccupati dello
Slai Cobas s.c., militanti del circolo di proletari comunisti, hanno
preso parte al dibattito con un intervento anche di un giovane compagno dei
centri sociali.
Il tema dell'assemblea ha riguardato il provvedimento repressivo che vieta
a 29 compagni, tra i quali il responsabile provinciale dello Slai cobas per il
sindacato di classe e militante politico di Proletari Comunisti, Rosario
Sciortino, di entrare nel territorio di Niscemi. Dalla ricostruzione dei fatti
e dalle carte si è chiaramente evidenziato che questo divieto è costruito ad
arte per tentare di far fallire la manifestazione (anniversario di quella alla
quale si riferiscono i fatti) del 9 agosto prossimo.
Il “divieto” del quale alleghiamo il link, è un'artificiosa costruzione,
fatta da racconti di poliziotti, video amatoriali presi da youtube, da canali
fininvest e tv locali come TRM; artificiosa, perché come dicono anche gli
avvocati, non prova nessuna delle accuse rivolte ai 29 attivisti.
Il provvedimento, è stato detto, è grave perché è mirato a ledere il diritto
a manifestare in maniera preventiva, a colpire alcuni per intimidire i tanti
che hanno animato in questi anni la lotta contro il Muos di Niscemi, dalla
popolazione locale ai tanti provenienti da tutta Italia. E questo modo di
calpestare i diritti alla libera espressione delle proprie idee si estende a
tutte le lotte presenti sul territorio nazionale, dalla lotta NOTAV a tutte
quelle elencate nella stessa ordinanza. E se è vero che l'invasione della base
c'è stata, si è trattato di un'azione di protesta e lotta più che legittimata
dalle richieste del movimento di smantellamento degli strumenti di morte e di
chiusura di questa base. Perché come si ricorda nella memoria presentata
dall'avvocato Tuzzolino il Muos, a difesa di Rosario Sciortino, è uno strumento
“...che sarà utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari
statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza
pilota, già presenti a Sigonella (CT)[1], principale base
terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della
Sesta flotta (circa 3.400 tra militari e civili americani). En passant, va segnalato
come della famiglia dei droni faccia parte il Predator, tristemente noto per la
sua capacità di dispensare morte dal cielo, grazie alla possibilità di
viaggiare con un carico di bombe. In sostanza, si vorrebbe trasformare la
Sicilia da terra delle arance a terra delle bombe, da terra della vita a terra
della morte. [1]http://www.repubblica.it/cronaca/2014/06/29/news/hangar_segreto_sigonella_droni_usa-0269461/”
E a proposito di strumenti di morte si è ricordato come questo Muos abbia
anche il compito di completare il controllo di luoghi “caldi” come il
Mediterraneo e all'interno di questo della Palestina e continuare a sostenere
lo sterminio di massa dello Stato nazista di Israele.
In questo senso è stata anche denunciata l'attività di un magistrato
che accendendo il televisore si trova come tutti quanti davanti scene come il
massacro di donne e bambini palestinesi e “trova” il tempo e la voglia di
accanirsi su chi combatte questi stessi strumenti di morte diretti e
“indiretti” con le malattie ecc.
L'assemblea ha espresso un grandissimo clima di solidarietà nei confronti
di quanti colpiti dalla repressione di uno stato che marcia velocemente verso
un moderno fascismo, del quale Napolitano in primis e il suo neo-pupillo Renzi,
ne sono la massima espressione. Sono stati letti i messaggi di solidarietà
giunti da varie parti.
L'assemblea ha infine ribadito con forza che
la repressione non può e non deve fermare la lotta, e un lungo applauso ha
sottolineato la solidarietà attiva nei confronti di tutti i colpiti dalla
repressione, ma che rispondere contro la repressione vuol dire non piegarsi ma
continuare a lottare per difendere e pretendere una condizione di vita generale
degna di questo nome
che lottare contro il Muos/Usa è più che giusto e che è necessario in
questo senso continuare a lottare in primis contro il governo italiano che
toglie risorse e diritti basilari alle masse popolari a beneficio
della guerra e delle spese militari e che sostiene attivamente l'atroce
carneficina di massa di Israele contro il popolo palestinese.
Slai Cobas s.c Palermo
cobas_slai_palermolibero.it
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