I
coordinatori regionali dello Slai cobas per il sindacato di classe hanno colto
l'occasione della presenza a Bari per la vertenza degli ex Sma forestali Arif,
per andare ad appoggiare e sostenere il presidio permanente degli operai delle
Fonderie Meridionali (BFM), che oggi sono nelle mani dei padroni della DT,
cecoslovacchi che hanno annunciato di voler chiudere il sito industriale e
portare produzioni, macchinari e mercato in Cecoslovacchia. Gli operai sono in
lotta per contrastare decisamente questo piano dei padroni.
Sono operai
di una fabbrica storica di Bari, che ha fatto tante lotte, che ha una
produzione affermata e che ora si vuole cancellare all'insegna de “il profitto
è tutto, i lavoratori sono niente”.
I governi
finora hanno accompagnato il passaggio di questa fabbrica da industria di Stato
a padroni stranieri e ora si accingono, con il governo Renzi, a concludere
questa storia con la chiusura pilotata della fabbrica.
E' il
capitalismo, bellezza!”, potremmo dire; purtroppo, niente di nuovo sotto il
sole, della sorte di tante fabbriche a Bari, in Puglia, in Italia.
Ma se questo
è il capitalismo, bisogna lottare per mettere fine al capitalismo.
A partire
dal respingere le “soluzioni” di padroni e governo.
NO, quindi,
alla proposta di delocalizzazione, ma NO anche all'insidiosa proposta di
ristrutturazione con taglio di metà degli operai - e non osiamo qui pensare che
fine farebbero i diritti, i salari, le condizioni di lavoro, ecc.
NO anche alla continuità attraverso
la vendita; questa soluzione è stata già sperimentata con la vendita appunto
alla DT, e la Puglia è piena di fabbriche vendute, dove in realtà si sono
svenduti gli operai e il lavoro
Sta a chi ha
creato questa situazione di trovare rimedio, e gli operai non possono essere
trascinati nel gioco di tifare per una soluzione o altra, per un cosiddetto
“male minore”, ecc.
Questa è la
linea senza via d'uscita che i sindacati confederali hanno portato avanti
finora in tante vertenze simili.
Parlando con qualche operaio,
abbiamo messo in guardia rispetto a questa azione dei sindacati confederali,
che oggi sono alla testa e sostengono il presidio, ma dobbiamo ancora vedere su
quale linea e per quale soluzione. Alcuni operai ci hanno detto che comunque
per loro “non esiste” di finire in mezzo alla strada, perchè in mezzo alla
strada ci vogliono andare loro per bloccare la tangenziale vicino alla
fabbrica, se lunedì, giorno del Vertice previsto presso il vicino assessorato,
non uscirà luce sulla loro situazione.
Ma qualche operaio guarda già oltre questa vertenza e la inserisce in un quadro generale che domanda un cambiamento radicale, una rivoluzione necessaria. Operai che si sentono anche spontaneamente appartenenti ad un'unica classe e nella stessa barca, non con i padroni, ma con gli operai dell'Ilva, dell'Eni, della Cementir e delle tante vertenze aperte in Regione. Operai che vedono in TV politici e governo che mentre si arricchiscono li prendono in giro, mentre loro non riescono neanche a comprarsi le sigarette e a garantire il pane per i propri figli.
Ma qualche operaio guarda già oltre questa vertenza e la inserisce in un quadro generale che domanda un cambiamento radicale, una rivoluzione necessaria. Operai che si sentono anche spontaneamente appartenenti ad un'unica classe e nella stessa barca, non con i padroni, ma con gli operai dell'Ilva, dell'Eni, della Cementir e delle tante vertenze aperte in Regione. Operai che vedono in TV politici e governo che mentre si arricchiscono li prendono in giro, mentre loro non riescono neanche a comprarsi le sigarette e a garantire il pane per i propri figli.
Abbiamo
sentito, anche tramite le loro parole, che qualcosa sta cambiando nelle fila
della nostra classe, e questo ci chiama, senza fronzoli e bandierine, a fare la
nostra parte, a dare un contributo reale perchè il vento operaio si espanda,
“accarezzi l'erba” delle tante fabbriche in crisi e in lotta e spazzi via “il capitalismo,
bellezza!”.
SLAI COBAS
per il sindacato di classe
7.11.14
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