mercoledì 2 marzo 2016

2 marzo - Amianto via entro il 2025? Ma quanti operai dovremo piangere ancora?



Via l'amianto entro il 2025: la Regione approva il piano
Approvato all'unanimità il Piano regionale amianto che prevede il completamento delle bonifiche di interesse nazionale (Casale e Balangero) entro il 2020 e la rimozione delle coperture di eternit da edifici pubblici e privati entro il 2025. Dalla Regione un “impegno” a reperire le risorse
PIEMONTE – Via libera della Regione Piemonte al Piano amianto, votato all'unanimità ieri, in consiglio regionale. Il piano, in sintesi, prevede la mappaura di tutti i siti con amianto sul territorio regionale, la prosecuzione delle bonifiche dei siti di interesse nazionale, Casale e Balangero, nel torinese, e gli indirizzi per l'eliminazione della fibra dagli edifici pubblici e privati.
Le bonifiche di interesse nazionale di Casale Monferrato (Al) e Balangero (To) dovranno essere completate entro il 2020, grazie anche alle risorse stanziate dal Governo, pari a 80 milioni di euro.

Sulla graduale bonifica  dei manufatti contenenti amianto si concede un termine più ampio, il 2025.
La mappatura già incorso da qualche anno da parte di Arpa proseguirà, fornendo agli enti un sopporto per l'individuazione dei siti. Ad oggi la quantità di coperture in cemento-amianto rilevata in tutta la regione è prossima ai 50 milioni di metri quadri. Le elaborazioni condotte sui dati di mappatura dell’amianto, rapportate alle disponibilità attuali per il conferimento dei materiali provenienti dalle bonifiche, hanno confermato la necessità di incrementare le disponibilità per lo smaltimento in regione. Sebbene il voto sia stato unanime – e su un tema tale non poteva essere altrimenti – restano i dubbi sulle risorse. Con un ordine del giorno proposto dal consigliere del Pd Walter Ottria, la giunta di Chiamparino si è “impegnata” a reperire risorse: “È questo - rivendica Ottria - il tema principale di un ordine del giorno che ho presentato nei giorni scorsi, in cui chiedo alla alla Giunta di impegnarsi ad attivarsi tempestivamente con il Governo nazionale per l’erogazione delle risorse previste da un decreto ministeriale del 2003 per la bonifica di edifici pubblici e privati, e di prevedere nel bilancio dell’anno in corso e di quelli successivi i fondi necessari per la attivazione di nuovi bandi con la stessa finalità. Ho sottolineato inoltre - continua Ottria - che, per ottenere risultati efficaci, i fondi stanziati non possono rimanere circostanziati ai soli siti di Casale Monferrato e Balangero, ma, a fronte di un loro aumento, devono essere distribuiti in maniera capillare sul territorio”. Qualche perplessità è stata sollevata dal Movimento 5 Stelle: “Dal Piano emerge una rilevante criticità: mancano adeguate risorse per le bonifiche destinate alle amministrazioni locali, ad eccezione dei SIN che godono di trasferimenti ministeriali. Quando il Consiglio regionale sarà chiamato a discutere il bilancio ci impegneremo a fornire adeguate risorse in linea con quanto avvenuto un anno fa, quando l’approvazione di un emendamento a 5 stelle ha consentito lo stanziamento di un milione per le bonifiche. In precedenza, in sede di Commissione ambiente, su nostra proposta è stato introdotto il principio secondo cui occorre evitare il più possibile nuova dispersione di fibra di amianto e la Regione dovrà anche stilare un cronoprogramma per la mappatura dell’amianto di origine naturale. Accolto in Commissione anche l’emendamento a 5 stelle per la fissazione di un termine temporale per la comunicazione da parte dei Comuni dei manufatti in amianto presenti sul proprio territorio, solo poche amministrazioni hanno infatti fornito i dati. Sempre grazie all’intervento del Movimento 5 Stelle sarà effettuato un monitoraggio continuo della qualità dell’aria per la bonifica del sito di interesse nazionale (SIN) dell’ex amiantifera di Balangero (TO) e Corio (TO)”. Punta sulla questione sanità il consigliere Domenico Ravetti: “conosciamo i numeri della tragedia del mesotelioma, un tumore maligno raro contro il quale non è ancora in uso una cura per sconfiggerlo. Molto è stato fatto, e bene, grazie al grande lavoro dei medici dell’ASL AL e dell’Aso di Alessandria con l’Unità funzionale interaziendale sul Mesotelioma, con i servizi preziosi dell’Hospice “Zaccheo”, l’Università Piemontese la Rete Oncologica.

Sono state affinate le cure tradizionali e sono stati avviati protocolli sperimentali che meritano il giusto sostegno economico e progettuale della Regione Piemonte. In tal senso dobbiamo proseguire con la ricerca in corso e incrementare il numero degli studi clinici terapeutici. Dobbiamo stringere alleanze e creare sinergie con IRCCS e Università per incrementare la ricerca. Dobbiamo incentivare sperimentazioni cliniche basate su un razionale biologico e rapidamente realizzabili grazie alla collaborazione tra centri ad alto volume di patologia. Infine dobbiamo “dare gambe” o energie al progetto di IRCCS (non solo su mesotelioma) per la rete degli ospedali di Alessandria e dell’alessandrino. In questo senso non avremo bisogno di un favore per essere riconosciuti IRCCS; non sarà possibile negare una verità con un’analisi lucida, in verità la rete alessandrina è già pronta a fare il salto di qualità. Per tante ragioni: anche per le vittime del mesotelioma, per le speranze dei malati, per la grande battaglia civile e giudiziaria di una comunità che non si è arresa nemmeno di fronte all’ultima sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna contro l’ultimo proprietario della Eternit.”
2/03/2016

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