Lo stupore
di Cremaschi non è il nostro, anche se 117 voti favorevoli - fanno impressione,
contro delegati e lavoratori che non hanno fatto niente di male e niente
purtroppo di così incisivo da spostare i rapporti di forza nella fabbrica
e nel sindacato; anzi secondo noi sin dal primo momento avrebbero dovuto
denunciare pubblicamente ciò che avveniva e fatta una battaglia difficile tra
operai e lavoratori e non nel solo nel giro dei delegati fiom cgil e
degli addetti ai lavori per conquistare ed estendere il consenso alla loro
azione e alla lotta.
Il caso
Pignatelli e Della morte è davvero scandaloso
‘ Nello
stesso giorno in cui in cui il Comitato Centrale cacciava questi operai, sul Corriere
della Sera compariva un articolo che raccontava di un convegno ove il
segretario della FIOM avrebbe fatto l'elogio di Marchionne’
Questo non è
accettabile, nè alla Fca sata , nè in nessuna fabbrica – non basta essere
solidali con questi operai e delegati, tra cui alcune delegate attive
anche sul fronte di lotta delle operaie,è necessario e noi siamo
disponibili a una lotta vera contro questa alleanza infame , che
raggiunge i livelli del fascismo padronale e del sindacalismo neocorporativo
già da tempo operante in FCA per opera di fim.-uilm-fismic che arrivi allo
sciopero, alle proteste sotto la sede fiom-cgil, alla occupazione di esse.
Slai Cobas
per il sindacato di classe
Coordinamento
Nazionale
11-3-2016
testo di cremaschi
Sono stato tanti anni nella FIOM, ho vissuto momenti
esaltanti, ma anche dure contrapposizioni che a volte sono sfociate in atti di
autoritarismo. Ma mai il Comitato Centrale della FIOM aveva deliberato contro
operaie e operai in carne ed ossa. Ora è avvenuto. Maurizio Landini ha fatto
votare alla sua grande maggioranza la messa al bando dei delegati che lottano
in Fiat contro l'autoritarismo e le dure condizioni di lavoro imposte da
Marchionne. Questi delegati e militanti della FIOM rischiano ogni giorno provvedimenti
disciplinari perché organizzano proteste contro i turni di lavoro e i ritmi
massacranti. E naturalmente lo fanno assieme a tutti quei militanti sindacali
di altre organizzazioni disposte a lottare. Non possono mica farlo assieme a
coloro che stanno con la Fiat. Tra questi militanti FIOM condannati da Landini
ci sono Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. Sono due dei tre delegati FIOM , il
terzo era Giovanni Barozzino ora senatore di SEL, che la Fiat Sata di Melfi
licenziò nell'estate del 2010. Avevano organizzato un sciopero di notte sulle
linee di montaggio, per le gravissime condizioni di salute e sicurezza cui
erano sottoposti gli operai. Furono licenziati in tronco e allora salirono
sulla porta antica di Melfi per protesta. Là sotto si formò una assemblea
permanente di centinaia di operai che solidarizzavano con loro. A quel presidio
partecipò tutto il gruppo dirigente di una Fiom molto diversa da quella di oggi
e Landini, appena eletto segretario, espresse il sostegno di tutti. Poi il
tribunale, grazie all'art 18 ancora in pieno vigore, annullò i licenziamenti. Ora
è il Comitato Centrale della FIOM che dichiara che quei due operai non
rappresentano l'organizzazione. La Fiat ha via libera. Nello stesso
giorno in cui in cui il Comitato Centrale cacciava questi operai, sul Corriere
della Sera compariva un articolo che raccontava di un convegno ove il
segretario della FIOM avrebbe fatto l'elogio di Marchionne.Mi pare che questo
atto del Comitato Centrale sia più di un elogio, sia una resa alla Fiat fatta
nel più infame dei modi, espellendo dall'organizzazione chi continua a lottare
nei reparti di produzione. Il trasformismo politico e sindacale italiano ci ha
abituato a molte giravolte dei leader, ma permettetemi di esprimere un
particolare disgusto per questo atto che colpisce persone per bene, limpide e
coraggiose, che si sono sacrificate per i diritti dei loro compagni di lavoro.
Questa del 7 marzo è una grave macchia per la FIOM e una vergogna particolare
per Maurizio Landini e per tutto il suo gruppo dirigente.
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