I PICCOLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE: IL PENSIONATO
GRANILLO DELLO SLAI COBAS "UFFICIALE"
Nell'importante
"sciopero delle donne" realizzato l'8 marzo vi è stato un episodio
fastidioso e squallido , che fino alla fine ha cercato di buttare confusione sullo
"sciopero delle donne".
Parliamo del comunicato indegno mandato a organi istituzionali da Vittorio Granillo di Pomigliano a nome dell' "Esecutivo nazionale dello Slai cobas - sede legale", accompagnato anche da comunicati e perfino telefonate alle realtà lavorative locali, per dire che loro non avevano "Mai indetto uno sciopero per l'8 marzo", per "intimare" l'immediata sospensione della comunicazione di sciopero", aggiungendo, con0 veemenza, che l'attribuzione al suo sindacato di questo "sciopero delle donne" provocava un "grave danneggiamento dell'immagine dello scrivente sindacato", e preannunciando perfino "idonee azioni a tutela, risarcitorie...". A questo, questo personaggio si è preso la briga di far seguire comunicati agli organi di stampa in cui si diffidava a scrivere che lo sciopero non c'era, era revocato, ecc. ecc.
Parliamo del comunicato indegno mandato a organi istituzionali da Vittorio Granillo di Pomigliano a nome dell' "Esecutivo nazionale dello Slai cobas - sede legale", accompagnato anche da comunicati e perfino telefonate alle realtà lavorative locali, per dire che loro non avevano "Mai indetto uno sciopero per l'8 marzo", per "intimare" l'immediata sospensione della comunicazione di sciopero", aggiungendo, con0 veemenza, che l'attribuzione al suo sindacato di questo "sciopero delle donne" provocava un "grave danneggiamento dell'immagine dello scrivente sindacato", e preannunciando perfino "idonee azioni a tutela, risarcitorie...". A questo, questo personaggio si è preso la briga di far seguire comunicati agli organi di stampa in cui si diffidava a scrivere che lo sciopero non c'era, era revocato, ecc. ecc.
(In realtà,
lo "sciopero delle donne" era stato indetto regolarmente dallo Slai
cobas per il sindacato di classe e purtroppo erroneamente la Commissione di
garanzia e i Ministeri interessati avevano per brevità non scritta tutta la
sigla sindacale, ma solo "slai cobas" - generando queste alte grida
da quest'ultima O.S. Bastava un semplice chiarimento, bastava dire che lo
sciopero era stato indetto dallo slai cobas per il sindacato di classe e
dirottare a questo indirizzo le richieste dai posti di lavoro, che la cosa si
risolveva facilmente).
MA
CHIARAMENTE IL PROBLEMA NON ERA QUESTO! IL PROBLEMA ERA PROPRIO LO
"SCIOPERO DELLE DONNE"- QUESTO HA DATO FASTIDIO.
Volutamente
questo personaggio, Granillo - ormai lontano da un passato, quando lavorava
alla Fiat di Pomigliano, dignitoso e combattivo, e oggi, come pensionato,
ridotto a fare solo cause legali degli operai di Pomigliano piuttosto che
organizzare scioperi e lotte - ha cercato fino alla fine di boicottare lo
"sciopero delle donne" - senza, chiaramente, riuscirci.
Per Granillo
e "l'esecutivo nazionale dello slai cobas", era lo "sciopero
delle donne" che costituiva un "grave danneggiamento dell'immagine
dello scrivente sindacato". Buono a sapersi! Non dovrebbe essere invece il
contrario? Che non sostenere lo "sciopero delle donne", porta un
grave danneggiamento dell'immagine di un sindacato di base?!
Ma per
questo personaggio evidentemente le donne vanno bene quando si muovono come "mogli
degli operai di Pomigliano", quando, invece, lottano per sè non vanno
bene...
Noi quando abbiamo cominciato a lavorare per lo sciopero delle donne, abbiamo scritto a tutti i sindacati di base, anche allo Slai cobas "ufficiale", per dire di sostenere, promuovere anch'essi lo "sciopero delle donne" - perchè il ruolo delle lavoratrici, delle donne nella battaglia sindacale, o è una discriminante, una questione di principio in un sindacato che vuole essere alternativo ai sindacati confederali, o su questo campo si è come i sindacati confederali e "gratta, gratta dietro il compagno del sindacato di base, c'è il maschilista" - ma dallo Slai cobas "ufficiale" c'è stato unicamente silenzio. Salvo poi strillare solo per dire: NO, lo "sciopero delle donne" danneggia la nostra immagine!
Noi quando abbiamo cominciato a lavorare per lo sciopero delle donne, abbiamo scritto a tutti i sindacati di base, anche allo Slai cobas "ufficiale", per dire di sostenere, promuovere anch'essi lo "sciopero delle donne" - perchè il ruolo delle lavoratrici, delle donne nella battaglia sindacale, o è una discriminante, una questione di principio in un sindacato che vuole essere alternativo ai sindacati confederali, o su questo campo si è come i sindacati confederali e "gratta, gratta dietro il compagno del sindacato di base, c'è il maschilista" - ma dallo Slai cobas "ufficiale" c'è stato unicamente silenzio. Salvo poi strillare solo per dire: NO, lo "sciopero delle donne" danneggia la nostra immagine!
Eppure a
Napoli, come capitale del sud Italia, c'è una condizione gravissima, di
peggioramento pesante della condizione della maggioranza delle donne, ci sono
poi continue lotte delle donne o in cui le donne sono coraggiosamente in prima
fila, dalle lavoratrici precarie, alle grandi proteste delle disoccupate, alle
donne della "terra dei fuochi", ecc. Ma questo sindacato a Napoli,
che sta ormai più negli studi legali a mandare "lettere di diffida",
che nelle piazze e sui posti di lavoro, evidentemente non li vede, o se ne
frega.
Lo Slai
cobas "ufficiale" si è dato la zappa sui piedi da sè. Dimostrando non
solo che questo sindacato ha ormai da anni e anni abiurato la sua origine, di
classe e di lotta operaia, diventando un sindacato burocratico, vertenziale (e
fu la ragione nel 2000 del distacco di una parte di lavoratori e lavoratrici
che invece come "Slai cobas per il sindacato di classe" ha continuato
quel filo rosso iniziale), ma che è entrato nella schiera di coloro che se
possono "piangere" sulla condizione delle donne, va bene, se però
queste lottano, non vanno più bene.
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