Processo Ilva: occorre mettere fine alle udienze
monopolizzate dai legali di Riva e soci! Ma per questo è necessaria una
presenza di massa al processo - L'intervento degli avv. di Torino delle parti
civili Slai cobas
Questa mattina è in corso una nuova udienza del
processo Ilva in cui i PM dovranno respingere il nuovo tentativo degli avvocati
di Riva, Ilva e soci di trasferire il processo da Taranto.
E' chiaro che si tratta soprattutto dell'ennesima
manovra di allungare i tempi, di far prescrivere buona parte dei reati - e
questa volta, cosa gravissima, con una persecuzione personale dei magistrati e
giudici popolari.
Ma a questa situazione, in cui ancora non si vede
quando potrà iniziare la fase dibattimentale, occorre mettere fine, altrimenti
la "fine" del processo è nota...
Occorre mettere fine pretendendo una diversa linea e
atteggiamento del presidente della Corte D'Assise che non mette limite al
monopolio da parte dei legali degli imputati di tempi e numero di interventi.
Ma occorre mettere fine soprattutto con una presenza
di massa delle parti civili e della popolazione al processo.
Al contrario di quello che vanno blaterando alcuni
ambientalisti e loro associazioni sul fatto che sarebbe bene non andare al
processo per non dare adito agli avvocati dei Riva, LA REALTA' STA DIMISTRANDO
CHE PROPRIO AVENDO CAMPO LIBERO GLI AVVOCATI DEI RIVA FANNO QUELLO CHE
VOGLIONO, CHIEDONO IL TRASFERIMENTO DEL PROCESSO E MILLE ALTRE ECCEZIONI!!
Quindi chi dice di "non andare" è criminale,
sta oggettivamente favorendo Riva e complici della morte di tanti lavoratori e
cittadini!
Riportiamo stralci dell'intervento
dei legali di Torino delle parti civili presentate dallo Slai cobas per il
sindacato di classe, su questa inqualificabile richiesta di spostamento del
processo:
"... pur quando il magistrato abbia adottato, a
proprio nome e per proprio conto, un atto di impulso del procedimento (quale è
la denuncia) non trova applicazione il disposto dell’art. 11 c.p.p. se il
magistrato non abbia poi anche assunto la veste formale di persona offesa o
quanto meno di danneggiato.
Nel caso di specie, nessuno dei magistrati procedenti
ha assunto la qualità di persona offesa da reato, né quella di danneggiato. Non
è sufficiente la mera prospettazione astratta di un danno teorico, ma occorre,
per il trasferimento di competenza, l’assunzione formale di tale qualità...
ipotizzare che sia sufficiente un mera ed astratta
ipotesi che uno dei magistrati sia potenzialmente danneggiato consentirebbe di
paralizzare un gran numero di processi, potendosi sempre trovare, nel
distretto, un magistrato che possa astrattamente lamentare un danno, magari, a
titolo esemplificativo, per aver avuto una azione della grande impresa fallita;
o qui, essendosi costituiti lamentando un danno anche la regione Puglia ed
alcuni Ministeri, sarebbe sufficiente che un magistrato risieda in Puglia o in
ipotesi estrema sia cittadino italiano, per lamentare un danno! O chi può
escludere che un magistrato anche del distretto di Potenza, o anche di altri
distretti italiani, abbia acquistato e mangiato un formaggio prodotto in una
delle masserie di cui al capo H, magari in quanti in vendita in un negozio sito
vicino la sua abitazione di Potenza, e magari anche in un negozio di Catanzaro
– e così via di distretto in distretto - ed abbia dunque forse patito un
potenziale danno?)...
Nessun commento:
Posta un commento