domenica 16 ottobre 2016

15 ottobre - Sono da prendere a pedate. Loro che non hanno contrastato e hanno agevolato, oggi "denunciano" una nuova schiavitù



Call center, lavoratori pagati 2,50 euro l’ora in quello che “sembrava un garage”. Sindacato: “Nuova schiavitù”
La denuncia della dalla Slc Cgil: "La cosa più inquietante è che i titolari vantavano una commessa con Telecom Italia". Per il segretario Andrea Lumino "la lotta allo sfruttamento sarà rilanciata con maggiore rigore, per debellare questi fenomeni che nulla hanno a che fare con un paese civile"
di F. Q. | 15 ottobre 2016 


Lavoravano in nero per 2,50 euro l’ora in un call center che “sembrava un garage”. La denuncia arriva dalla Slc Cgil di Taranto: “Si tratta dell’ennesima storia di nuova schiavitù”. Per il segretario generale, Andrea Lumino, “ancora più inquietante è che i titolari del call center, pur vantando una commessa con Telecom Italia, retribuivano i lavoratori con 2,50 euro per ogni ora. Ma non è tutto perché basterebbe osservare l’ingresso del luogo di lavoro per comprendere la realtà nella quale queste persone erano costrette a operare fino a sei ore al giorno: una saracinesca sulla pubblica strada”.  E ancora: “Hanno il diritto di vedere riconosciuto quanto previsto dalla legge. La lotta allo sfruttamento sarà rilanciata con maggiore rigore, per debellare questi fenomeni che nulla hanno a che fare con un paese civile”, ha aggiunto Lumino. A partire da ottobre, scrive Repubblica, la Slc Cgil ha monitorato 134 call center e in 100 casi sono partiti gli esposti per condizioni di lavoro inique, dipendenti tenuti per mesi in prova o a nero, maltrattamenti e casi di mobbing. A marzo poi i sindacati dei call center avevano lanciato l’allarme sulle delocalizzazioni, le gare al massimo ribasso e la violazione della nuova legge sugli appalti oltre al rischio di 8mila licenziamenti.


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