COMUNICATO STAMPA
TRIBUNALE DI MILANO V
SEZIONE: ASSOLUZIONI E PRESCRIZIONI
PER GLI OPERAI E I CITTADINI CONTAMINATI
DA AMIANTO A BRONI – LA GRAN PARTE DECEDUTI - NESSUNA GIUSTIZIA:
ASSOLTI I MANAGER FIBRONIT NEL PROCESSO
D’APPELLO. ANNULLATA LA CONDANNA A 4 ANNI INFLITTA IN PRIMO GRADO.
Questa mattina subito dopo mezzogiorno i
giudici della Corte d’Appello della V sezione del Tribunale di Milano hanno
assolto per non aver commesso il fatto i due manager della Fibronit di Broni
(PV) imputati della morte di decine di operai. Contestualmente hanno applicato
per alcuni reati la prescrizione.
Gli stessi imputati Claudio Dal
Pozzo e Giovanni Boccini, erano stati condannati a 4 anni per omicidio colposo
e disastro ambientale colposo nella sentenza emessa nel luglio 2013, con
giudizio abbreviato.
La sentenza della Corte d’Appello che
capovolge quella di primo grado è un pugno nello stomaco ai famigliari dei
lavoratori deceduti, agli ammalati e quanti si ammaleranno in futuro è un pugno
in faccia alle associazioni e comitati delle vittime che da anni si battono per
ottenere giustizia.
Per il Tribunale nessuno è responsabile
di queste morti.
Ricordiamo che nel 1990 i cittadini di
Broni si sono trovati una “nevicata bianca”. Era l’amianto fuoriuscito dalla Fibronit
Ancora una volta la V Sezione del
Tribunale Penale di Milano ha preso in considerazione le argomentazioni dei
padroni e manager trascurando quelle delle vittime e pure le molte condanne su
simili situazioni sancite da altri Tribunali e dalla Corte di Cassazione.
Certamente anche in questo caso, lette
le motivazioni e verificate le decisioni della Procura, ricorreremo per
Cassazione, attendendoci finalmente giustizia. Ed infatti il diritto non può
essere astratto dalla giustizia
Anche se la Costituzione afferma che l'operaio e il
padrone sono uguali e hanno gli stessi diritti, la condizione di completa
subordinazione economica sancita dalla pratica quotidiana e non meno condizione
sociale di classe fa sì che la "libertà" e la "uguaglianza"
dei cittadini sia solo formale. Sembrerebbe infatti che in realtà “la legge è
uguale solo per i ricchi”.
Tuttavia non ci arrendiamo. La nostra lotta non si
arresta. Vogliamo per ottenere giustizia per i cittadini e i lavoratori che
continuano a morire in silenzio dentro e fuori i luoghi di lavoro. Ed ancora ci
battiamo contro la prescrizione dei reati, specialmente quelli del lavoro e
dell’ambiente che lascia impuniti i colpevoli.
Medicina Democratica
Associazione Italiana Esposti Amianto
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di
lavoro e nel Territorio",
MILANO, 21/10/2016
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