Eternit Bis: si torna in aula per 258 morti d’amianto
L’imputato
svizzero Schmidheiny accusato di omicidio volontario
27/10/2016
silvana
mossano
Tra i banchi dell’aula 1, nel palazzo di giustizia di
Torino, dove per anni sono state esposte le bandiere tricolore Eternit
Giustizia, da oggi si ricomincia a parlare di morti di amianto. Riprende
stamane (e si prosegue domani) l’udienza preliminare che il gup Federica
Bompieri aveva interrotto un anno fa rivolgendo alla Corte Costituzionale
chiarimenti in merito all’eccezione sollevata dai difensori dell’imputato di
omicidio volontario: eccepirono il principio giuridico del «ne bis in idem»,
sostenendo che l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ultimo patron in
vita di Eternit italiana, non può essere giudicato per fatti che lo hanno già
visto sotto accusa. Il riferimento è al maxiprocesso in cui, però, era
contestato il reato di disastro doloso (con condanne in primo grado e in
Appello, poi spazzate dalla prescrizione pronunciata dalla Cassazione).
Nell’Eternit bis, invece, il reato contestato è l’omicidio doloso di 258
persone uccise dal mal d’amianto. La Corte Costituzionale ha dato il via libera
per procedere, ma non è detto che la difesa di Schmidheiny si presenti con
altre tesi interpretative finalizzate a smontare l’accusa incardinata dalla
procura. Altre date d’udienza: 4, 17 e 18 novembre
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