Il 25 novembre 2016, in occasione
della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, delegazioni di
lavoratrici, precarie, disoccupate... , manifesteranno a Roma contro la
violenza che dai posti di lavoro, alla famiglia, al sociale si vive
quotidianamente.
Le O.S. Slai Cobas per il sindacato di classe
e l'Usi sostengono attivamente questa giornata di lotta delle lavoratrici con
la proclamazione per l'intera giornata dello sciopero generale che investe
tutti i settori lavorativi, pubbliici, privati, cooperativi.
Dalle precarie delle Cooperative Sociali,
assistenti agli studenti disabili, che lottano a Palermo da anni contrastando
in diverse forme precarietà e disoccupazione è partito un appello che sta
raccogliendo adesioni e sostegno di
altre delegazioni di lavoratrici di altre città. E' importante che
nella giornata del 25 novembre sia visibile la lotta delle lavoratrici, delle
precarie, delle disoccupate, immigrate, braccianti, ecc., che quasi sempre
restano sotto silenzio o al massimo vengono fuori solo in casi estremi, vedi la
morte di alcune donne braccianti uccise dal troppo lavoro nelle campagne da
moderno schiavismo, contro l’insieme delle violenze che noi donne subiamo da
questo sistema.
Riprendendo quanto hanno affermato le compagne
del Movimento FemminIsta Proletario Rivoluzionario, che il 25 Novembre
saranno in piazza al fianco delle lavoratrici, all'assemblea nazionale dell'8
ottobre a Roma in vista della manifestazione nazionale del 26 novembre contro
la violenza "...la manifestazione del 25 non è in alternativa a quella
nazionale del 26"... Le rivendicazioni delle donne non sono mai slegate e
hanno un ben noto filo conduttore che passa dallo sfruttamento e dal non
riconoscimento del lavoro delle donne fino ad arrivare alla violenza in tutte le
sue forme, per questo è importante esserci e unire le forze anche guardando a
quello che sta succedendo negli ultimi giorni in Polonia.per esempio. La nostra
manifestazione avrà al centro questioni più generali rispetto alla violenza
maschile sulle donne: le tematiche legate allo sfruttamento lavorativo, alla
precarietà, alle disparità salariali, in un’ottica di denuncia nei confronti
delle istituzioni e di rifiuto di un dialogo con uno Stato che puntualmente
permette e perpetua condizioni di sfruttamento e di oppressione che
inevitabilmente creano l'humus reazionario e maschilista che legittima la
livello di massa a violenza sulle donne.
Per questo riteniamo importante portare queste
posizioni con una delelgazione di lavoratrici anche nella manifestazione del 26
e porremo anche una questione importante successa pochi giorni fa a una nostra
compagna dell’Aquila, denunciata per diffamazione e offesa da varie azioni
repressive, per avere scritto una lettera che invitava a cancellare la
partecipazione durante un incontro pubblico, dell’avvocato difensore di
Francesco Tuccia, il militare in servizio all’Aquila che nel febbraio 2015
stuprò e abbandonò fuori da una discoteca di Pizzoli una giovane studentessa
universitaria. Ci chiediamo, è questo lo Stato che sostiene le donne? " (dall'intervista di una compagna
del Mfpr al Paese delle donne)
Per tutto questo invitiamo tutte a venire anche
il 25 Novembre in piazza...
NON CI AVETE FERMATO E NON CI FERMERETE!
Venerdì 25 novembre alle ore 9:30
Roma-Piazza Montecitorio a Roma
Parteciperai
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Come precarie delle Cooperative Sociali di Palermo
lottiamo da anni in difesa del posto di lavoro. E in questi ultimi mesi lo
stiamo facendo in forme ancora più intense, visto che una legge approvata di
recente dal parlamento siciliano, a firma PD/M5S, stabiliva il licenziamento in
tutta la regione di 2000 precari, di cui la maggioranza siamo donne.
Ma lottare per non farci ricacciare a casa significa difendere anche la
nostra vita più generale di donne che ogni giorno viene attaccata dal governo,
dai padroni, da questo Stato.
Come donne ne subiamo le conseguenze con una condizione di lavoro che è
diventata sempre più precaria con contratti a termine sempre più ridotti, con
riduzioni di ore per evitare licenziamenti, con salari bassi, contrastando con
i padroncini delle Coop che nei confronti di noi precarie in alcuni casi fanno
anche discriminazioni di genere; una condizione di lavoro precaria che si
ripercuote inevitabilmente sulla nostra vita, a cui il governo e padroni ci
costringono togliendoci ogni futuro, per inchiodarci ad un presente faticoso e
instabile in cui non sai spesso come arrivare a fine mese, come campare i
figli, o come andare avanti da single… , in cui devi far fronte alla mancanza
sempre più pesante di servizi pubblici che aggrava il doppio lavoro - fuori e
in casa - cui siamo soggette.
Per lottare contro tutto questo vogliamo unirci ad altre lavoratrici,
operaie, precarie, disoccupate, migranti che lottano nel nostro paese, dobbiamo
far confluire le varie proteste ed esperienze specifiche in un’unica voce, in
un’unica denuncia, in un’unica lotta. E questo è cominciato ad avvenire con
'due scioperi delle donne' in Italia : il 25 novembre 2013 con la
partecipazione di circa 20.000 donne e ancora tante donne hanno partecipato l'8
marzo.
Ora la situazione è ancora peggiorata. Leggi scellerate come il Jobs Act
hanno attaccato nel profondo la nostra condizione di lavoro, aumentando le
discriminazioni sul lavoro, sul salario, per l'assunzione e i licenziamenti; la
riforma della “buona scuola” del governo Renzi ha colpito migliaia di
insegnanti e lavoratrici ATA; i tagli alla sanità, ai servizi sociali, hanno ridotto
pesantemente il lavoro e i diritti per le precarie e iperprecarie sempre più
sfruttate, mentre il Ministero della sanità ci spinge a fare sempre più figli,
pure colpevolizzandoci, le lavoratrici braccianti sono trattate come vere e
proprie moderne schiave nelle campagne, e le donne migranti sono le ultime
delle ultime per questo governo. E tutto questo mentre l’Italia è il paese che
va sul podio in Europa per numero di donne disoccupate, quasi una su due non
lavora, e sappiamo bene come la mancanza di lavoro è una delle principali cause
che impediscono a tante donne di liberarsi da vincoli familiari oppressivi e
repressivi a causa di cui si rischia di essere uccise.
Tutto questo è violenza contro le donne – tutto questo
si unisce alle violenze sessuali – oppressione. E' giusto e necessario che questo
si affermi nella giornata internazionale della violenza contro le donne.
Non possiamo e non vogliamo accettare tutto questo!
Prendiamo la lotta e la vita nelle nostre mani!
IL 25 novembre 2016, in concomitanza della giornata
internazionale contro la violenza sulle donne che tocca ogni aspetto della
nostra vita, manifestazione nazionale delle lavoratrici, operaie, precarie,
braccianti, migranti, disoccupate a Roma, che porti la nostra ribellione, le nostre
richieste direttamente al Palazzo del governo, ai Ministeri.
lavoratriciprecariedisoccupate@gmail.com
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