La lotta può
e deve riprendere ora con l'autorganizzazione di classe e di massa costruiamo
una assemblea nazionale
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Slai Cobas per il sindacato di classe
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Come
prevedibile la società Almaviva Contact ha annunciato 2.500 licenziamenti
all'interno del nuovo piano di riorganizzazione che, secondo il comunicato
dell'azienda, si è reso necessario per il
"drastico aggravamento del conto economico e dei risultati operativi". Si tratta di 1666 licenziamenti a Roma e 845 a Napoli. Praticamente un ecatombe del lavoro. L'accordo del 31 maggio siglato con Cgil Cisl Uil e istituzioni, oltre alla stipula di un contratto di solidarietà di sei mesi aveva definito "azioni stringenti" per consentire ad Almaviva Contact "recupero di capacità competitiva e condizioni di equilibrio industriale".
L’accordo raggiunto tra Governo, Almaviva ,
Fistel CISL, Slc CGIL e Uilcom UIL, aveva gettato alle ortiche la generosa
lotta contro i licenziamenti .Poco prima i lavoratori e le lavoratrici di
Almaviva, con un sonoro 90%, avevano bocciato, un accordo capestro molto simile
a quello raggiunto lo scorso 31 maggio. L’accordo prevedeva la Cassa di
Solidarietà solo per i siti di Napoli, Roma e Palermo, al contrario i
lavoratori chiedevano una rotazione che ripartisse il lavoro in maniera
solidale su tutti gli stabilimenti italiani, evitando così di identificare siti
e lavoratori in esubero. Tecnologicamente la ripartizione del lavoro tra i
diversi siti è possibile, ma l’azienda l’ha rifiutato proprio perché intendeva
mantenere “scarichi” gli stabilimenti di Roma, Napoli e Palermo e lasciarsi
aperta la possibilità a nuove procedure di licenziamento, A seguito del
monitoraggio mensile richiesto dall'azienda sull'attuazione dell'accordo, c'è
stato "il rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali – rende noto
Almaviva Contact – di sottoscrivere lo specifico accordo sulla gestione di
qualità e produttività individuale, impegno centrale e condiviso come
vincolante in sede d'intesa, che nega inspiegabilmente una fondamentale leva
distintiva per la qualificazione dell'offerta e il progressivo riassorbimento
degli esuberi". Allo stesso tempo si conferma uno scenario di mercato in
"costante deterioramento", dice l'azienda, che rimane assoggettato a
"inalterati fenomeni distorsivi", senza registrare gli effetti delle
iniziative di riordino dichiarate. Inoltre, "si è certificato il
perdurante andamento di gare a evidenza pubblica bandite o aggiudicate a
tariffe del tutto incompatibili con il costo del lavoro". In queste
condizioni, aggiunge Almaviva Contact, i conti economici hanno registrato un
"ulteriore peggioramento". Da qui la decisione dei tagli. Il nuovo
piano di riorganizzazione prevede la chiusura dei siti produttivi di Roma e
Napoli e una riduzione di personale pari a 2.511 persone (1.666 a Roma e 845 a
Napoli). Il piano coinvolge il 5% del personale attualmente in forza al gruppo
a livello globale. Non solo, l’azienda ha ottenuto anche la
discrezionalità su ferie, Rol, ed ex festività, e sempre in virtù dell’accordo
potrà aumentare a suo piacimento la flessibilità dei dipendenti, pianificando
le turnazioni su base quindicinale e revocare la CdS con sole 24 ore di preavviso."drastico aggravamento del conto economico e dei risultati operativi". Si tratta di 1666 licenziamenti a Roma e 845 a Napoli. Praticamente un ecatombe del lavoro. L'accordo del 31 maggio siglato con Cgil Cisl Uil e istituzioni, oltre alla stipula di un contratto di solidarietà di sei mesi aveva definito "azioni stringenti" per consentire ad Almaviva Contact "recupero di capacità competitiva e condizioni di equilibrio industriale".
6 ottobre
2016 - contropiano
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