Amianto ad Orani, sigilli
sulla cava della Maffei Sarda
8 luglio
2016
Sigilli sulla cava della Maffei Sarda che nel
territorio di Orani estrae i feldaspati destinati alle aziende del viterbese
dedite alla produzione di sanitari: in quei minerali è stata riscontrata la
presenza di tremolite d’amianto.
Il sequestro è scattato nella mattinata di ieri su
ordine della Procura di Nuoro, che sulla vicenda indaga per disastro
colposo. Sono state le analisi dell’Arpas a rilevare la presenza di asbesto
nei minerali estratti ad Orani. I risultati delle verifiche effettuate
dall’Agenzia regionale confermano – a circa un anno
dall’inizio dei controlli – quanto era già emerso dagli accertamenti effettuati dall’Asl di Viterbo
e dal Politecnico di Torino un anno fa. In quel caso – su segnalazione della
Minerali Industriali (che controlla la Maffei Sarda Silicati) – era stata
rinvenuta la presenza di tremolite d’amianto nei feldspati arrivati nel Lazio
da Orani. A quel punto era scattato il sequestro dell’impianto di stoccaggio
laziale. Ma nessun provvedimento aveva colpito la cava sarda. “I risultati
delle indagini condotte dall’Arpas differiscono da quelli emersi nelle analisi
realizzate dalla società”, spiega il responsabile della Maffei Sarda
Federico Fiorelli, che aggiunge: “Sin da subito, abbiamo condiviso le
nostre analisi con l’Arpas e con lo Spresal di Nuoro. Di recente, abbiamo anche
commissionato un approfondimento al Cnr di Cagliari. Occorre fare chiarezza, ma
siamo sorpresi”.
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Orani stoccati a Viterbo. Sequestro nel Lazio, nell’Isola nulla
Per la regione, che ha affidato in concessione la cava
di Orani alla Maffei, il problema tremolite sembra non essere mai esistito
sistere: nessun accenno alla presenza di amianto nel Piano delle attività
estrattive dell’assessorato all’Industria né nel Piano regionale di
protezione dall’amianto licenziato dalla giunta regionale a fine 2014 su
input dell’assessore all’Ambiente Donatella Spano. E lo stesso vale per
il vecchio Piano di bonifica dei siti inquinati, compresi quelli
minerari. Nessun riferimento alla presenza di asbesto neanche nella delibera
con cui, nel 2006, la giunta regionale allora guidata da Renato Soru concede il
via libera alla proposta di coltivazione della miniera a cielo aperto “Cuccuru
Mannu”, nel territorio di Sarule – a pochi chilometri da Orani – presentato
dalla Maffei Sarda. Il progetto “Cuccuru Mannu”è un’estensione della
concessione “Cuccureddu” ricadente sul territorio di Orani, Ottana e Sarule
affidata sempre alla Maffei Sarda nel 2002. Eppure sia il geologo Giorgio
Conti-Vecchi nel 1991 sia il professore di Scienze della Terra
dell’Università di Cagliari Carlo Marini nel 2000 parlano della presenza
di tremolite nelle formazioni geologiche oggetto di attività estrattiva nel
comune di Orani.
Piero Loi
@piero_loi
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