E siamo ad
un altro contratto firmato in questi giorni dai sindacati di categoria facenti
capo a Cgil-Cisl-Uil, quello che riguarda le lavoratrici e i lavoratori delle
lavanderie industriali, i cui padroni sono riuniti nell’associazione
Assosistema che aderisce a Confindustria.
Le
lavoratrici e i lavoratori coinvolti, come ci ricorda l’articolo del Sole 24
Ore del 15 luglio, sono circa 20mila mentre le aziende coinvolte 750 (20.000
diviso 750 fa la media di poco meno di 30 addetti per ogni azienda, cioè piccole
e piccolissime) ed è valido per il
periodo 2015-2019, ben 5 anni!
Dopo un anno
di trattative, ci ricorda il giornale, “Per la parte economica è stato
concordato un incremento complessivo di
70 euro lordi mensili, corrisposto in tre tranches”. Siamo ad un aumento
inferiore perfino agli 80 euro di Renzi!
E poi “è stato confermato l’elemento perequativo
di 200 euro per le imprese che non fanno contrattazione di secondo livello.”
Quindi nelle aziende dove non esiste di fatto nemmeno il contratto, e visto che
alcune sono piccole e piccolissime questo è quasi sicuro, i lavoratori hanno
solo un salario di base, di fatto senza salario accessorio (premi di
produzione, ecc.), e allora potranno ricevere questi 200 euro lordi in un anno.
Diciamo potranno proprio perché non essendoci contrattazione in azienda, o lo
richiedono gli operai di propria iniziativa o deve essere il padrone a
ricordarsi di “concederlo”.
Visto questo
livello di contrattazione che agli occhi di chiunque deve risultare
inaccettabile, i sindacalisti spostano l’attenzione, come oramai hanno imparato
a fare, sul cosiddetto welfare
aziendale, dice infatti, il giornalista: “Secondo quanto spiega una nota unitaria dei sindacati (Filctem, Femca e Uiltec) la parte economica non si è conclusa con il solo aumento salariale. Sul welfare contrattuale, per esempio, è stato infatti riconosciuto il contributo aggiuntivo dello 0.20% a carico delle imprese per finanziare la polizza assicurativa stipulata da “Previmoda” per coprire la premorienza e l’invalidità permanente.” A parte lo 0,20% e la terribile voglia di fare gli scongiuri su questo aspetto, bisogna continuare a leggere la parte normativa per capire che i sindacalisti hanno poco da esser soddisfatti, visto che hanno concesso altre “misure di flessibilità dell’orario di lavoro” e “la correlazione tra ore effettivamente lavorate e premi di produttività.”
aziendale, dice infatti, il giornalista: “Secondo quanto spiega una nota unitaria dei sindacati (Filctem, Femca e Uiltec) la parte economica non si è conclusa con il solo aumento salariale. Sul welfare contrattuale, per esempio, è stato infatti riconosciuto il contributo aggiuntivo dello 0.20% a carico delle imprese per finanziare la polizza assicurativa stipulata da “Previmoda” per coprire la premorienza e l’invalidità permanente.” A parte lo 0,20% e la terribile voglia di fare gli scongiuri su questo aspetto, bisogna continuare a leggere la parte normativa per capire che i sindacalisti hanno poco da esser soddisfatti, visto che hanno concesso altre “misure di flessibilità dell’orario di lavoro” e “la correlazione tra ore effettivamente lavorate e premi di produttività.”
Ancora una
volta si lega il salario al “buon andamento dell’impresa”!
Per cercare
di attenuare l’impatto i sindacalisti possono vantare altri risultati: “In
particolare è stata introdotta la
clausola sociale negli appalti” che dovrebbe tutelare i lavoratori in caso
di cambio di appalto, e una “maggiore
chiarezza dei provvedimenti disciplinari”,
che per il solo fatto che viene citata la dice lunga sul grado di
discrezionalità del padrone nei confronti dei lavoratori “indisciplicati”.
Per finire,
dopo il solito pianto sulle povere condizioni delle aziende come spiega una
nota di Assosistema: “La sigla è avvenuta “in una fase molto delicata per il
settore, messo a dura prova dagli effetti della spending review, dalla crisi
economica internazionale e dall’annoso problema dei ritardati pagamenti della
pubblica amministrazione, che hanno determinato un calo del fratturato e messo
a rischio la qualità del servizio offerto dalle aziende”, come sempre i
migliori complimenti a questi sindacati provengono direttamente dai padroni, in
questo caso dal presidente di Assosistema, Maurizio Genesini: “Attraverso il
dialogo e il confronto si possono trovare soluzioni in linea con l’evoluzione
del settore e della situazione economica e sociale del Paese... Il nostro obiettivo è stato trovare
soluzioni rispondenti alle imprese e al mondo del lavoro, per garantire servizi
di qualità e occupazione qualificata e guardare a un futuro migliore. In
particolare, mi riferisco a una maggiore
flessibilità dell’organizzazione del lavoro, al recupero delle inefficienze
discendenti da una parte del contratto collettivo nazionale non più rispondente
al nuovo modello economico produttivo e all’adeguamento delle relazioni
contrattuali di lavoro alla legislazione vigente”.
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