191 a favore
e 168 contro per 365 votanti su 450 operai e impiegati aventi diritto. Quindi,
l’accordo è passato per pochi voti. Una parte degli operai ha votato
sicuramente sì perché spinti da Cisl e Uil che si dicono soddisfatti e dal
fatto che oramai l’accordo è stato approvato a livello nazionale, e in questo
senso possiamo dire che hanno votato sì per “stanchezza”, mentre una parte non
si arrende all’ennesima presa in giro: se dopo 18 mesi di trattativa! Come ha
il coraggio di dire Landini, il risultato è questo… tra scioperi e
manifestazioni e denunce penali questi “soldi” non basteranno nemmeno a pagare
gli avvocati!
E a Palermo,
in particolare questo accordo non si doveva accettare perché non si vede ancora
niente per un vero rilancio e il rientro dalla cassa integrazione di molti
operai.
È chiaro che
a settembre, insieme alla questione aperta del contratto nazionale, il “no”
contro l’accordo integrativo detto in questa occasione deve diventare la base
di partenza per una organizzazione sindacale che sia davvero nelle mani degli
operai!
Fincantieri,
passa a maggioranza l’accordo integrativo
La
maggioranza delle tute blu del Cantiere navale si è espressa favorevolmente
all’ipotesi di accordo integrativo proposto da Fincantieri e firmato circa un
mese fa dalle segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uil. Dalle urne del
referendum indetto dai sindacati è uscito vittorioso il “sì”, con il 53,2 per
cento:
191 lavoratori su 365 votanti. I “no” sono stati 168; tre schede bianche e tre nulle.
191 lavoratori su 365 votanti. I “no” sono stati 168; tre schede bianche e tre nulle.
“La Uilm
aveva previsto questo risultato – dice soddisfatto Enzo Comella, segretario
della Uilm provinciale – A nostro parere, il piano punta a rilanciare il
settore garantendo un salario aggiunto ai dipendenti. Per questo abbiamo
indicato ai 450 tra impiegati e operai di votare per il sì”.
Comella si
toglie anche qualche sassolino dalle scarpe. “Nelle ultime settimane – dice il
sindacalista – abbiamo assistito a forti attacchi verbali e a campagne
denigratorie che avevano un unico obiettivo: convincere i lavoratori a
rigettare questa piattaforma. Invece, la risposta oggi è stata chiara, i
dipendenti ci hanno dato ragione”.
Sulla stessa
lunghezza d’onda è la Fim Cisl. “Sul voto espresso dai lavoratori ha prevalso
il buonsenso, siamo soddisfatti del risultato, i lavoratori hanno compreso che
questa scelta di dire sì all’integrativo serve a migliorare la loro tutela e a
favorire il rilancio dello stabilimento, grazie agli impegni assunti
dall’azienda – dicono Ludovico Guercio segretario Fim Cisl Palermo Trapani e
Nino Clemente Rsu Fim Cisl -. Con il voto a favore i lavoratori otterranno il
salario aggiuntivo e miglioramenti sul tema della previdenza integrativa, che
probabilmente non avrebbero più ricevuto per molti anni, perché la trattativa
con l’azienda si sarebbe interrotta”.
Se Uil e Fim
vedono il bicchiere mazzo pieno lo stesso non si può dire per la Fiom Cgil, che
considera il risultato del referendum di ieri la conferma del “malcontento di
lavoratori”, visto che il 47 per cento ha respinto l’ipotesi di integrativo.
“L’accordo
non ha superato le questioni da noi poste sulla concreta missione produttiva e
sulla ripresa e il rilancio del cantiere attraverso adeguati carichi produttivi
al pari degli altri stabilimento di Fincantieri – dicono Francesco Foti e
Serafino Biondo, Rsu del Cantiere di Palermo, contrarie all’ipotesi di accordo
integrativo – In questa situazione, anche le nuove regole del premio di
produzione sono state valutate negativamente”.
Il Giornale
di Sicilia
28 luglio
2016
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