sabato 23 luglio 2016

23 luglio - Corte Costituzionale: Schmidheiny -L'ASSASSINO- è processabile



'Questo processo s'ha da fare, eccome: e ora avanti senza esitazioni!'
Il commento dell'Afeva sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha aperto la strada all'Eternit Bis
Come annunciato ecco il comunicato stampa con cui l'Afeva – Associazione Famigliari Vittime dell'amianto (nella foto il presidente Giuseppe Manfredi mentre depone una rosa bianca in memoria delle vittime) – commenta la sentenza della Corte Costituzionale che ha di fatto aperto la strada al processo Eternit Bis contro Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario per la morte di 258 persone: “È chiaro che, anche dal punto di vista rigorosamente materiale, la morte di una persona, seppure cagionata da una medesima condotta, dà luogo ad un nuovo evento, e quindi ad un fatto diverso rispetto alla morte di altre persone”. Più chiara di così, la Corte Costituzionale non poteva davvero essere: il processo Eternit bis "s'ha da fare" eccome! E' questa l'unica, inequivocabile indicazione che si può ricavare dalla lettura della sentenza della Corte Costituzionale, finalmente depositata oggi. Nonostante, infatti, la Corte riconosca fondata, in termini generali, la questione sollevata dal Gip di Torino, ne disinnesca completamente la portata pratica nel processo, con argomenti, oltre che giuridici, di comune buon senso”. “Al giudice di Torino – prosegue il comunicato Afeva – che riteneva di essere di fronte a un caso di bis in idem per il solo fatto che le azioni di Stephan Schmidheiny erano già state prese in considerazione nel primo processo, la Corte risponde in modo a dir poco tranciante: "Non vi è (...) alcuna ragione logica per concludere che il fatto, pur assunto nella sola dimensione empirica, si restringa all’azione o all’omissione, e non comprenda, invece, anche l’oggetto fisico su cui cade il gesto, se non anche, al limite estremo della nozione, l’evento naturalistico che ne è conseguito, ovvero la modificazione della realtà indotta dal comportamento dell’agente"”
“Noi, che giuristi non siamo, lo avevamo detto fin dal primo giorno, con un linguaggio certamente meno elevato: non ha nessun senso parlare di bis in idem rispetto a casi di omicidio che non sono MAI stati presi in considerazione da nessun giudice, soltanto perchè Stephan Schmidheiny, l'ex proprietario dell'Eternit, è già stato sottoposto a processo per l'accusa di disastro, fatto completamente diverso rispetto alle morti dei singoli lavoratori e cittadini”. “La regola di giudizio cui si dovrà attenere il Gip di Torino è quindi la seguente: "Sulla base della triade condotta-nesso causale-evento naturalistico, il giudice può affermare che il fatto oggetto del nuovo giudizio è il medesimo solo se riscontra la coincidenza di tutti questi elementi, assunti in una dimensione empirica, sicché non dovrebbe esservi dubbio, ad esempio, sulla diversità dei fatti, qualora da un’unica condotta scaturisca la morte o la lesione dell’integrità fisica di una persona non considerata nel precedente giudizio, e dunque un nuovo evento in senso storico. Ove invece tale giudizio abbia riguardato anche quella persona occorrerà accertare se la morte o la lesione siano già state specificamente considerate, unitamente al nesso di causalità con la condotta dell’imputato, cioè se il fatto già giudicato sia nei suoi elementi materiali realmente il medesimo, anche se diversamente qualificato per il titolo, per il grado e per le circostanze". “Insomma: per i casi nuovi, mai stati oggetto di contestazione nel primo processo, si può e si deve andare avanti; stesso discorso per i decessi che invece erano già indicati nel primo capo di imputazione, dal momento che neppure questi sono stati oggetto di specifico accertamento. La speranza, a questo punto, è che il Tribunale di Torino fissi quanto prima la nuova udienza, in modo da porre termine a questa stasi del processo che, come ha chiarito la Corte, è stata, ai fini di questo processo, del tutto inutile”. “Avanti senza esitazioni, dunque: finchè la gente continuerà a morire di amianto, a Casale Monferrato e nel resto d'Italia, ad opera delle scriteriate condotte di Stephan Scmidheiny e della società da lui diretta, si potrà e si dovrà continuare a chiedere giustizia per le vittime. Questo AFEVA ha fatto, negli ultimi trent'anni; questo è quello che continuerà a fare, finchè sarà possibile”.
L'Eternit Bis va avanti: Stephan Schmidheiny potrà essere processato per la morte d'amianto di 258 persone
E' uscita oggi pomeriggio l'attesa sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l'art. 649 del codice di procedura penale
Si può fare il processo Eternit Bis a carico del magnate svizzero Stephan Schimidheiny. É uscita finalmente oggi pomeriggio la sentenza della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dal gup del processo di Torino che ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 649 del codice di procedura penale, nella parte in cui esclude che il fatto sia il medesimo per la sola circostanza che sussiste un concorso formale tra il reato già giudicato con sentenza divenuta irrevocabile e il reato per cui è iniziato il nuovo procedimento penale”. La sentenza è consultabile integralmente qui (http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do;jsessionid=C4FD534FEC8791D4C0B5ACCEB11966A0).
In forza di questa sentenza l'Eternit Bis si può fare per l'omicidio colposo delle 258 persone morte a causa dell'amianto, mentre è da valutare se vi possono anche rientrare le persone che si erano costituite parte civile nel primo processo, quello che la Corte di Cassazione aveva prescritto. Tutto ritorna dove si era interrotto un anno fa, nella mani del gup Federica Bompieri che dovrà decidere se rinviare a giudizio Schmidheiny come, a questo punto, è auspicabile. A breve l'Afeva emetterà un comunicato stampa in cui commenterà la sentenza. Seguiranno aggiornamenti


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