'Questo processo s'ha da fare,
eccome: e ora avanti senza esitazioni!'
Il commento dell'Afeva sulla sentenza della Corte
Costituzionale che ha aperto la strada all'Eternit Bis
Come annunciato ecco il comunicato stampa con cui
l'Afeva – Associazione Famigliari Vittime dell'amianto (nella foto il
presidente Giuseppe Manfredi mentre depone una rosa bianca in memoria delle
vittime) – commenta la sentenza della Corte Costituzionale che ha di fatto
aperto la strada al processo Eternit Bis contro Stephan Schmidheiny, accusato
di omicidio volontario per la morte di 258 persone: “È chiaro che, anche dal
punto di vista rigorosamente materiale, la morte di una persona, seppure
cagionata da una medesima condotta, dà luogo ad un nuovo evento, e quindi ad un
fatto diverso rispetto alla morte di altre persone”. Più chiara di così, la
Corte Costituzionale non poteva davvero essere: il processo Eternit bis
"s'ha da fare" eccome! E' questa l'unica, inequivocabile indicazione
che si può ricavare dalla lettura della sentenza della Corte Costituzionale,
finalmente depositata oggi. Nonostante, infatti, la Corte riconosca fondata, in
termini generali, la questione sollevata dal Gip di Torino, ne disinnesca
completamente la portata pratica nel processo, con argomenti, oltre che
giuridici, di comune buon senso”. “Al giudice di Torino – prosegue il
comunicato Afeva – che riteneva di essere di fronte a un caso di bis in idem
per il solo fatto che le azioni di Stephan Schmidheiny erano già state prese in
considerazione nel primo processo, la Corte risponde in modo a dir poco
tranciante: "Non vi è (...) alcuna ragione logica per concludere che il
fatto, pur assunto nella sola dimensione empirica, si restringa all’azione o
all’omissione, e non comprenda, invece, anche l’oggetto fisico su cui cade il
gesto, se non anche, al limite estremo della nozione, l’evento naturalistico
che ne è conseguito, ovvero la modificazione della realtà indotta dal
comportamento dell’agente"”
“Noi, che giuristi non siamo, lo avevamo detto
fin dal primo giorno, con un linguaggio certamente meno elevato: non ha nessun
senso parlare di bis in idem rispetto a casi di omicidio che non sono MAI stati
presi in considerazione da nessun giudice, soltanto perchè Stephan Schmidheiny,
l'ex proprietario dell'Eternit, è già stato sottoposto a processo per l'accusa
di disastro, fatto completamente diverso rispetto alle morti dei singoli
lavoratori e cittadini”. “La regola di giudizio cui si dovrà attenere il Gip di
Torino è quindi la seguente: "Sulla base della triade condotta-nesso
causale-evento naturalistico, il giudice può affermare che il fatto oggetto del
nuovo giudizio è il medesimo solo se riscontra la coincidenza di tutti questi
elementi, assunti in una dimensione empirica, sicché non dovrebbe esservi
dubbio, ad esempio, sulla diversità dei fatti, qualora da un’unica condotta
scaturisca la morte o la lesione dell’integrità fisica di una persona non
considerata nel precedente giudizio, e dunque un nuovo evento in senso storico.
Ove invece tale giudizio abbia riguardato anche quella persona occorrerà
accertare se la morte o la lesione siano già state specificamente considerate,
unitamente al nesso di causalità con la condotta dell’imputato, cioè se il
fatto già giudicato sia nei suoi elementi materiali realmente il medesimo,
anche se diversamente qualificato per il titolo, per il grado e per le
circostanze". “Insomma: per i casi nuovi, mai stati oggetto di
contestazione nel primo processo, si può e si deve andare avanti; stesso
discorso per i decessi che invece erano già indicati nel primo capo di
imputazione, dal momento che neppure questi sono stati oggetto di specifico
accertamento. La speranza, a questo punto, è che il Tribunale di Torino fissi
quanto prima la nuova udienza, in modo da porre termine a questa stasi del
processo che, come ha chiarito la Corte, è stata, ai fini di questo processo,
del tutto inutile”. “Avanti senza esitazioni, dunque: finchè la gente
continuerà a morire di amianto, a Casale Monferrato e nel resto d'Italia, ad
opera delle scriteriate condotte di Stephan Scmidheiny e della società da lui
diretta, si potrà e si dovrà continuare a chiedere giustizia per le vittime.
Questo AFEVA ha fatto, negli ultimi trent'anni; questo è quello che continuerà
a fare, finchè sarà possibile”.
L'Eternit Bis va avanti:
Stephan Schmidheiny potrà essere processato per la morte d'amianto di 258
persone
E' uscita oggi pomeriggio l'attesa sentenza della
Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l'art. 649 del codice
di procedura penale
Si può fare il processo Eternit Bis a carico del
magnate svizzero Stephan Schimidheiny. É uscita finalmente oggi pomeriggio la
sentenza della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata
dal gup del processo di Torino che ha dichiarato “l’illegittimità
costituzionale dell’art. 649 del codice di procedura penale, nella parte in cui
esclude che il fatto sia il medesimo per la sola circostanza che sussiste un
concorso formale tra il reato già giudicato con sentenza divenuta irrevocabile
e il reato per cui è iniziato il nuovo procedimento penale”. La sentenza è
consultabile integralmente qui (http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do;jsessionid=C4FD534FEC8791D4C0B5ACCEB11966A0).
In forza di questa sentenza l'Eternit Bis si può fare
per l'omicidio colposo delle 258 persone morte a causa dell'amianto, mentre è
da valutare se vi possono anche rientrare le persone che si erano costituite
parte civile nel primo processo, quello che la Corte di Cassazione aveva
prescritto. Tutto ritorna dove si era interrotto un anno fa, nella mani del gup
Federica Bompieri che dovrà decidere se rinviare a giudizio Schmidheiny come, a
questo punto, è auspicabile. A breve l'Afeva emetterà un comunicato stampa in
cui commenterà la sentenza. Seguiranno aggiornamenti
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