Riporto a seguire un breve articolo di Studio Cataldi
sul Disegno di Legge (DdL) presentato al Senato per riformare completamente la
normativa su salute e sicurezza sul lavoro.
Se passasse una tale riforma le ricadute per la tutela
dei lavoratori sarebbero gravissime.
Il DdL (da quanto emerge dall’articolo) prevede in
sostanza:
-
eliminazione della valutazione dei rischi e della
definizione delle misure di prevenzione e protezione e sostituzione con una
“certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o
medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro: è ovvio che il professionista
venderà a qualunque costo la sua “certificazione” dichiarando che va tutto
bene;
-
deresponsabilizzazione del datore di lavoro in
relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà dimostrato, tramite
la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di legge;
-
sostanziale eliminazione dell’obbligo di vigilanza a
capo del datore di lavoro e trasferimento della responsabilità a dirigenti,
preposti e lavoratori stessi;
-
sgravi fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla
base della semplice “certificazione” del professionista.
Se dovesse passare tale impostazione, di fatto i
diritti reali di tutela della salute e della sicurezza garantiti oggi da
precisi obblighi normativi, perderebbero enormemente di valore.
Tale impostazione creerebbe inoltre un mercato incontrollato
di “certificatori”, pagati proprio dalle aziende che dovrebbero verificare,
disposti a dichiarare il falso solo per acquisire nuovi clienti.
Tale DdL rappresenta un GRAVISSIMO attacco ai diritti
dei lavoratori su salute e sicurezza.
E’ NECESSARIO DA SUBITO LA MASSIMA VIGILANZA E
MOBILITAZIONE PER EVITARE CHE DIVENTI OPERATIVO.
Marco Spezia
* * * * *
Da Studio Cataldi
25 luglio 2016
di Lucia Izzo
PRESENTATO AL SENATO UN DISEGNO DI LEGGE PER RIFORMARE
IL TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI
SICUREZZA SUL LAVORO: SPETTERA’ AI PROFESSIONISTI
“CERTIFICARLA”
Un disegno di legge che promette una "radicale
riforma di tutta la disciplina rivolta a garantire la salute e sicurezza dei
lavoratori". Lo ha annunciato Maurizio Sacconi (AP), presidente della
Commissione Lavoro del Senato, che ha presentato insieme alla senatrice
Serenella Fuksia (Gruppo misto), un DdL che vuole superare il Testo unico della
salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08) che si compone di 306 articoli e
51 allegati e che "si caratterizza per un'eccessiva complessità
legislativa e attuativa".
Si vuole passare, "attraverso la semplificazione,
da un approccio formalistico a uno pratico e sostanziale" spiega Sacconi
che aggiunge: "Con questo DdL intendiamo aprire una riflessione sulla
tradizionale regolazione del lavoro, prodotta in un tempo in cui prevaleva la
produzione seriale e l'attività lavorativa era in conseguenza fortemente standardizzata".
Le nuove tecnologie digitali, sottolinea Sacconi,
"cambiano con veloce progressione il modo di produrre e di lavorare e allo
stesso tempo offrono una continua evoluzione delle prassi e delle tecniche con
cui rendere più sicuro il lavoro".
Da qui scaturirebbe la necessità di non rinunciare a
tale evoluzione, ma di garantire la sicurezza dei lavoratori con un approccio
dinamico e sostanziale, distante dall'attuale disciplina eccessivamente rigida
e formalista.
Si rende necessaria, secondo le previsioni del DdL,
un'attività di supporto che dovrà essere garantita dai medici del lavoro oppure
da altri professionisti del settore, con un ordine di riferimento, oppure da
esperti i quali svolgano professioni inerenti salute e sicurezza: costoro
dovranno essere iscritti in apposito elenco presso il Ministero del Lavoro che
provvederà a verificarne il possesso delle necessarie competenze professionali
e di esperienza.
Saranno tali professionisti che, sotto la propria
responsabilità, si occuperanno di certificare e valutare le misure di
prevenzione e protezione adottate dall'azienda. Affidare la certificazione a un
soggetto terzo, spiega la relazione che accompagna il disegno di legge,
"permetterà una notevolissima riduzione della documentazione necessaria
per dimostrare l'adempimento agli obblighi di legge da parte del datore di
lavoro". Saranno gli organi di vigilanza e la magistratura a intervenire
in caso di colpa professionale nel rendere la certificazione, oppure se
emergano false dichiarazioni e modalità fraudolente.
Inoltre, il DdL priva di responsabilità il datore di
lavoro laddove questi ottemperi a tutti gli obblighi su di lui gravanti e se
l'evento è provocato da circostanze a lui estranee, eccezionali e
imprevedibili, oppure da eventi eccezionali le cui conseguenze sarebbero state
comunque inevitabili, nonostante il datore di lavoro si fosse comportato in
modo diligente.
In ambito di salute e sicurezza, emerge quindi una
sorta di "colpa di organizzazione": se l'imprenditore dimostra il
proprio comportamento diligente, di aver adempiuto efficacemente le misure
previste dalla normativa, di aver organizzato in maniera idonea la propria
azienda quanto alle esigenze di tutela dei lavoratori, non potrà rispondere
penalmente in caso di infortunio che sia derivato da grave negligenza del
dirigente, del preposto o del lavoratore.
Il DdL prevede altresì, per agevolare la
trasmigrazione dalla vecchia alla nuova disciplina, un periodo transitorio
triennale in cui il datore potrà dimostrare di aver adempiuto i propri obblighi
previsti dal D.Lgs. 81/08 e si richiede l'intervento del Ministero del Lavoro e
dell'INAIL per attuare efficacemente le misure di prevenzione e protezione,
possibilmente prevedendo degli sgravi fiscali destinati alle aziende virtuose.
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