(dal
comunicato Slai cobas sc) - denunciamo "come ai lavoratori
venga negata la possibilità di avere una propria vita privata con il sistema
coercitivo di gestione degli orari di lavoro vigente in questi magazzini,
utilizzato persino come ritorsione per lasciare senza lavoro per giorni i meno
disponibili all'ubbidienza piena;
come la
condotta antisindacale sia diffusa e costante, con tentativi di reprimere persino
il diritto di sciopero, con contestazioni disciplinari pretestuose e
repressive, o per citare l'ultimo fatto, questa mattina alle 6.00, a due
lavoratori perché attivisti sindacali, è stato impedito l'ingresso al
proprio posto di lavoro;
proprio posto di lavoro;
come le minacce
siano usate per ottenere prestazioni lavoratori ben oltre i già generosi
termini dei contratti in essere;
come la
sicurezza e la salute non siano tutelate in violazioni delle norme vigenti in
materia;
come quattro lavoratori siano stati licenziati ad inizio luglio, perché iscritti al sindacato.
Due scioperi di protesta e una manifestazione a Treviglio ci sono già stati settimana scorsa, ma
fermo restando la generosa solidarietà che li unisce, questi lavoratori vogliono sapere come sia
possibile che i muri di questi magazzini segnino di fatto un perimetro dentro il quale vige una legge
diversa da quella dello stato italiano..."
come quattro lavoratori siano stati licenziati ad inizio luglio, perché iscritti al sindacato.
Due scioperi di protesta e una manifestazione a Treviglio ci sono già stati settimana scorsa, ma
fermo restando la generosa solidarietà che li unisce, questi lavoratori vogliono sapere come sia
possibile che i muri di questi magazzini segnino di fatto un perimetro dentro il quale vige una legge
diversa da quella dello stato italiano..."
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