dal FOGLIO BIANCO
Siamo venute
a conoscenza del fatto che l’azienda continua a negare l’uso dei
permessi per “riposo giornaliero” (ex allattamento) quando per il
resto del turno si chiede di assentarsi con PAR e/o altri permessi
fruibili ad ore.
Per esempio,
l’azienda fa difficoltà se il lavoratore padre o la lavoratrice madre chiede di
fruire all’interno del turno di lavoro di 2 ore di allattamento e 6 di
PAR o di altro tipo di permesso.
Su questo
punto, è stata pubblicata di recente la sentenza del Giudice del
Lavoro di Pisa, n.20/2016, sul ricorso con cui Michela Ruffa
richiedeva precisamente che la Continental le riconoscesse l’utilizzo, in
diversi casi, delle 2 ore di permesso richieste per allattamento, con il resto
del turno coperto da altri permessi (PAR, ferie, permessi sindacali).
La sentenza
dispone il riconoscimento del diritto all’utilizzo dei permessi di riposo giornaliero
anche nelle giornate in cui il lavoratore si assenta per altri permessi chiesti
per tutto il resto del turno ma non in coincidenza coi riposi. E’ escluso solo il caso in cui l’intera
giornata sia stata richiesta dal lavoratore come PAR,
ferie, ecc., o sia stata di assenza per sciopero.
Il diritto
alla fruizione dei riposi giornalieri deve essere sempre rapportato all’orario
di lavoro contrattuale e non a quello effettivamente svolto giornalmente,
pertanto invitiamo i lavoratori interessati a:
1) fare per
tempo e per iscritto la richiesta di fruizione dei riposi
giornalieri, per usufruirne sin dal primo giorno del possibile rientro in
azienda, ossia dal giorno successivo alla fine della maternità obbligatoria;
2)
richiedere formalmente e per iscritto la fruizione di 6 ore di
PAR o altro permesso con fruizione ad ore, nel caso abbiano necessità di
assentarsi anche per il resto del turno;
3) riferirci
qualsiasi forzatura o tentativo di non riconoscimento dei congedi metta in atto
l’azienda.
Invitiamo
la FIOM provinciale e la RSU, che all’epoca in cui fu sollevata la
questione non ritennero necessario aprire una vertenza sindacale, a esigere
l’applicazione di questi diritti, che non devono essere demandati
ancora una volta alla volontà e al coraggio dei singoli lavoratori.
21 luglio
2016
RSU
Silvia Cini e Giada Garzella
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