SCIOPERO DI 4 ORE NEI MAGAZZINI DI BASIANO
E BRIGNANO: “se toccano uno, toccano tutti”
E BRIGNANO: “se toccano uno, toccano tutti”
Ieri, giovedì 14 luglio 2016, i lavoratori del magazzino il Gigante-Italtrans di Basiano e del magazzino Kamila-Italtrans di Brignano hanno incrociato le braccia con uno sciopero di 4 ore dalle 6 alle 10 con presidio ai cancelli di Basiano, in solidarietà con i lavoratori che anche in questo magazzino hanno deciso di alzare la testa e unirsi al sindacato per avere forza e conquistare diritti e migliori condizioni di lavoro, a partire dalla piattaforma rivendicativa che unisce entrambi i magazzini in cui sono presenti anche le cooperative del gruppo CISA e che prevede:
ritiro dei licenziamenti, turni regolari,
malattia pagata al 100%, giornata di 8 ore.
Una mobilitazione che proseguirà anche nei prossimi giorni vista la pesante
situazione di attacco ai lavoratori e al sindacato come già evidenziato nel
precedente comunicato che alleghiamo.
per il sindacato sergio caprini 3407226074
Dalmine 15-07-2016
Comunicato stampa 11 luglio 2016
I lavoratori del magazzino Kamila di Brignano di nuovo
in Prefettura stato di agitazione al magazzino e in tutto il gruppo.
Questa mattina, una delegazione sindacale dello Slai
Cobas per il Sindacato di Classe, ha depositato presso la cancelleria della
prefettura una richiesta di incontro urgente, motivata dallo stato di tensione,
crescente di giorno in giorno, per abusi e violazioni di cui si rendono
responsabili le società
che gestiscono il magazzino, e secondo le ampie testimonianze rese dalle decine di nuovi iscritti al sindacato, diffuse anche nel consorzio Cisa, che gestisce centinaia di lavoratori in altri magazzini della provincia, oltre che la metà di quelli a Brignano.
che gestiscono il magazzino, e secondo le ampie testimonianze rese dalle decine di nuovi iscritti al sindacato, diffuse anche nel consorzio Cisa, che gestisce centinaia di lavoratori in altri magazzini della provincia, oltre che la metà di quelli a Brignano.
Una richiesta di incontro, fondata sulla
documentazione, sulle testimonianze raccolte dal nostro sindacato, che dicono
chiaramente:
come a questi lavoratori venga negata la possibilità
di avere una propria vita privata con il sistema coercitivo di gestione degli
orari di lavoro vigente in questi magazzini, utilizzato persino come ritorsione
per lasciare senza lavoro per giorni i meno disponibili all'ubbidienza piena;
come la condotta antisindacale sia diffusa e costante, con tentativi di reprimere persino il diritto di sciopero, con contestazioni disciplinari pretestuose e repressive, o per citare l'ultimo fatto, questa mattina alle 6.00, a due lavoratori perché attivisti sindacali, è stato impedito l'ingresso al proprio posto di lavoro;
come la condotta antisindacale sia diffusa e costante, con tentativi di reprimere persino il diritto di sciopero, con contestazioni disciplinari pretestuose e repressive, o per citare l'ultimo fatto, questa mattina alle 6.00, a due lavoratori perché attivisti sindacali, è stato impedito l'ingresso al proprio posto di lavoro;
come le minacce siano usate per ottenere prestazioni
lavoratori ben oltre i già generosi termini dei contratti in essere;
come la sicurezza e la salute non siano tutelate in
violazioni delle norme vigenti in materia;
come quattro lavoratori siano stati licenziati ad inizio luglio, perché iscritti al sindacato.
come quattro lavoratori siano stati licenziati ad inizio luglio, perché iscritti al sindacato.
Due scioperi di protesta e una manifestazione a
Treviglio ci sono già stati settimana scorsa, ma fermo restando la generosa
solidarietà che li unisce, questi lavoratori vogliono sapere come sia possibile
che i muri di questi magazzini segnino di fatto un perimetro dentro il quale
vige una legge diversa da quella dello stato italiano.
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