Ieri sera la trasmissione Ballarò - con il nuovo
conduttore Giannini totalmente schiacciato su Renzi - ha offerto ad un certo
punto l'immagine di come si possa strumentalizzare la realtà, imporre un modo
di lettura dei fatti al servizio dell'interesse "supremo" del
padronato e della battaglia che sta facendo il governo Renzi contro l'art.18.
Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di
Confindustria, presente nella trasmissione, ad un certo punto ha dichiarato che
"comunque, non dobbiamo dimenticare mai che l'art. 1 della Costituzione
recita che la Repubblica italiana è fondata sul LAVORO...".
Siccome, non siamo certo di fronte ad una inedita
quanto improvvisa presa di coscienza dei padroni, la verità è che ora questi
tirano fuori impropriamente l'art. 1 della Costituzione - quando tempo fa era
per loro fumo negli occhi e veniva tirato fuori se mai dai lavoratori, dai
disoccupati, dai precari - non certo per difendere il lavoro, ma solo per
affermare che per il lavoro comunque sia - senza garanzie, a termine, con il
licenziamento dietro l'angolo, demansionato - (tradotto: "per i loro
profitti"), val bene l'affossamento dei diritti fondamentali dei lavoratori...!
Oggi i padroni e Renzi si fanno paladini del
"Lavoro" contro i lavoratori e contro gli stessi precari e
disoccupati (da questi strumentalizzati unicamente per fare l'operazione
non nuova fatta dal capitale e dalla borghesia tutta, di mettere disoccupati,
settori di lavoratori contro gli operai, per meglio attaccare le condizioni di
lavoro, il posto di lavoro, le conquiste salariali degli uni e non garantire
ugualmente nulla agli altri ma indicando ai precari e disoccupati non nella
politica padronale e governativa i responsabili ma negli operai
"egoisti").
Ieri sera,
quindi, abbiamo assistito ad un altro esempio dell'operazione
politico/ideologica, che noi abbiamo denunciato, che accompagna tutta la
questione del jobs act, di mettere masse contro masse (ritirando fuori anche la
vecchia questione "generazionale"), che va contrastata/battuta unendo
invece masse con masse, le lotte dei disoccupati, i giovani, i precari con le
lotte degli operai.
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