venerdì 10 giugno 2016

11 giugno - Saranno i nuovi padroni dell'Ilva?



Ilva, ArcelorMittal prepara l’offerta “Siamo interessati a tutto il gruppo”
 Il colosso mondiale della siderurgia alleato con Marcegaglia punta agli stabilimenti di Taranto, Cornigliano e Novi Ligure
di MASSIMO MINELLA

10 giugno 2016
Arcelor Mittal prepara l'offerta per Ilva  Interessava un anno fa, interessa ancora oggi. I vertici di ArcelorMittal, primo gruppo siderurgico al mondo, confermano in un’audizione al Senato la loro volontà di acquistare l’Ilva.

Tutta quanta l’Ilva, cioè Taranto, Cornigliano e Novi Ligure. L’ipotesi di uno spezzatino che separi la produzione di Taranto dagli impianti a freddo di Liguria e Basso Piemonte non è mai stata contemplata e non lo sarà nemmeno adesso. Anzi, proprio l’unicità del gruppo consente di governare una catena logistica che, se sfruttata a dovere, può ridare slancio all’Ilva. In commissione Industria del Senato arriva il vicepresidente esecutivo e ceo di ArcelorMittal Europe Geert Van Poelvoorde a ribadire la volontà di arrivare alla conquista del gruppo italiano in partnership con Marcegaglia. Stessa squadra quindi della tornata precedente che andrà al confronto con un’altra alleanza fra un gruppo italiano e uno straniero (Arvedi e i turchi di Erdemir). Il gruppo turco sarà in commissione Industria il 22 giugno a confermare a sua volta la volontà di rilevare l’Ilva. Ma è chiaro che in questa vicenda sarà decisivo dove andrà a schierarsi la Cassa Depositi e Prestiti, fondamentale per mantenere in mani italiane la maggioranza del capitale di Ilva (finora si è parlato di un sostegno all’offerta italo-turca).
«Durante l’audizione, Arcelormittal ha delineato il suo piano per aumentare la produzione dello stabilimento di Taranto a oltre sei milioni di tonnellate — spiega una nota del gruppo diffusa al termine dell’incontro — Ha anche sottolineato l’importanza della sue capacità nella produzione di acciaio e della sua esperienza, unica al mondo, in particolare nella gestione di impianti grandi e complessi. Questa esperienza sarà usata per il turnaround di Ilva, portando di nuovo la società alla redditività».
Ritorno all’utile, insomma, anche se per poter davvero ragionare di numeri non ci si potrà esimere dalle scelte che dovranno essere compiute in materia ambientale, a cominciare dalla riduzione di Co2 e di polveri sottili. Chi si farà carico di quel piano di ambientalizzazione già stabilito dal governo? Soltanto la presentazione delle offerte vincolanti potrà (potrebbe) dare soluzione a quella che fino a oggi è apparsa come una grande dicotomia fra lavoro e ambiente. Durante l’audizione Van Poelvoorde ribadisce la convinzione che «Arcelormittal, assieme a Marcegaglia, sia l’unica azienda in grado di gestire con successo la varietà e la complessità delle sfide che Ilva deve affrontare. La difficoltà di realizzare questo turnaround e l’esperienza industriale richiesta per farlo non dovrebbero essere sottostimate. Come parte di Arcelormittal Ilva avrebbe accesso ad una significativa ricchezza di esperienza industriale e know-how nel campo di ricerca e sviluppo nei quali siamo leader mondiali». «Abbiamo forte interesse nell’Ilva per migliorare la nostra posizione in Italia. Il mercato Italiano è molto importante per Arcelor Mittal — conclude il Global Head M&A di ArcelorMittal Ondra Otradovec — Abbiamo le nostre principali sedi in Lussemburgo, Londra e Parigi. Ci vediamo come un’azienda europea, la maggior parte del nostro reddito è generato in Europa. Siamo in Italia dal 1988, abbiamo 800 dipendenti e un reddito di 1,5 miliardi di euro».
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