EGREGIO SIGNOR PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA
EGREGI SIGNORI MEMBRI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA
COMMENTI E PROPOSTE
SULLA PRESCRIZIONE DEI REATI
Medicina Democratica (nata a Milano nel
1976) e l’Associazione Italiana Esposti Amianto (nata a Casale Monferrato nel
1989), pur nella loro diversità statutaria e organizzativa, perseguono
l’affermazione del diritto alla salute, la salvaguardia della salubrità
ambientale, la lotta contro l’emarginazione sociale.
Queste associazioni si sono spesso rivolte
agli organi giudiziari quando hanno constatato che la Costituzione e le leggi a
difesa della salute venivano lese o non applicate. E ciò in particolare dagli
anni 2000 in avanti avendo preso atto delle difficoltà della politica a
rispondere alle richieste di diritti e di giustizia che venivano loro
sottoposte.
In particolare esse hanno chiesto di
essere riconosciute parti civili in procedimenti giudiziari che hanno messo
sotto accusa i vertici delle diverse realtà industriali dislocate sul nostro
territorio nazionale, gli enti e le persone preposte alla salvaguardia della
sanità pubblica. Nella quasi totalità dei casi la richiesta di costituzione di
parte civile è stata accolta.
Il primo processo che ha visto la
partecipazione attiva di Medicina Democratica è stato quello che riguardava il
Petrolchimico di Porto Marghera iniziato il 13 marzo 1998; da allora ad oggi ne
sono seguiti molti altri (circa una trentina). E, oggi come ieri, il problema della
prescrizione dei reati ci ha sempre accompagnato. Va sottolineato che MD e AIEA
si costituiscono parte civile per ottenere giustizia e verità, e si
mettono a fianco delle vittime (o dei loro eredi) che hanno molte difficoltà ad
intervenire nei processi per mancanza di conoscenze e di comprensione del
complesso mondo dei tribunali. Costoro non comprendono – allo stesso modo della
gran parte dei cittadini – perché chi ha subito un grave torto non possa
ottenere giustizia anche dopo molto tempo dal verificarsi dell’evento: ma
soprattutto non comprendono le ragioni per le quali l’inizio del processo di
primo grado non sospenda la prescrizione del reato.Perché questo avviene? (o
deve avvenire?).
Parliamo di un altro grande processo che
abbiamo seguito dagli inizi davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP)
fino al giudizio finale davanti alla Corte di Cassazione, ovvero quello che ha
riguardato l’ETERNIT di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli che si
è concluso, comeormai noto a tutti, con la prescrizione del reato ancor prima
dell’inizio del processo. Così il giudice della 1° sezione penale della Corte
si è pronunciato il 19 novembre del 2014: “Annulla senza rinvio la sentenza
impugnata nei confronti dell’imputato Schmideiny Stephan …. (omissis) perché il
reato è estinto per prescrizione maturata anteriormente alla sentenza di primo
grado”. In primo grado (13 gennaio 2012) si trattava di 2969 parti offese di
cui decedute 1800 con 6300 parti civili. Tutto è stato cancellato: il
procedimento davanti al GUP, la condanna davanti al Tribunale di Torino, la
successiva condanna davanti alla Corte d’Appello con i conseguenti risarcimenti
per le vittime, peraltro mai erogati dal magnate svizzero Stephan Schmidheny,
nonostante la provvisoria esecuzione delle statuizioni di primo e secondo
grado.
C’è stata una grande disapprovazione, non
solo tra le vittime dirette, i loro familiari e le associazioni, ma anche
nell’opinione pubblica e in gran parte delle parti politiche. Anche il
Presidente del Consiglio dei Ministri ha preso posizione affermando
esplicitamente che era necessario intervenire.
E’ iniziata la discussione in merito, ma
per ora nulla è cambiato. A molti non è sfuggita l’affermazione del Procuratore
Generale di Cassazione che si era pronunciato per la richiesta di prescrizione
(senza rinvio)
“La prescrizione non risponde a
esigenze di giustizia ma ci sono momenti
in cui diritto
e giustizia vanno da parti
opposte”.
…. Ma, da che parte va la COSTITUZIONE
REPUBBLICANA?...
Ed è proprio questo concetto il nodo
fondamentale che, ad avviso degli scriventi, ha impedito di arrivare ad un
superamento della prescrizione. Non può esserci una contraddizione fra
diritto e giustizia. Se così fosse (ma molti giuristi nel caso del processo ETERNIT
hanno mostrato di essere di diverso avviso della Cassazione – pur sapendo che
il suo giudizio è quello definitivo-) è necessario ed evidente modificare le
norme: il diritto serve per ottenere giustizia. Non ha alcun senso seguire un
diritto che si pone in contrasto con la giustizia.
Per nostra esperienza, quasi sempre nei
processi penali si ha a che fare con la prescrizione: essa è una spada di
Damocle che incombe perennemente. OCCORRE ELIMINARLA.
Facciamo altri esempi:
PROCESSO TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA - TRIBUNALE DI BASSANO DEL GRAPPA - CONTRO GARBOSSA E
ALTRI INIZIATO IL 2 MARZO 2010, ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO 11.08.2011,
CONDANNA DALLA CORTE DI APPELLO DI VENEZIA, CONFERMA DALLA CORTE DI CASSAZIONE
13 settembre 2013 n. 37762 CON PRESCRIZIONE DEI REATI COMMESSI NEI CONFRONTI DI
CESCHI ROBERTO DECEDUTO (carcinoma polmonare) IL 10 OTTOBRE 2010 A
BASSANO DEL GRAPPA
PROCESSO MARINA MILITARE 1 - TRIBUNALE DI PADOVA
- CONTRO BINI E ALTRI CON INIZIO 10 LUGLIO
2008, CON SENTENZA DI ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO il 19 NOVEMBRE 2011; CON
PRESCRIZIONE DEL REATO IN APPELLO (VENEZIA) IL 14 LUGLIO 2014 A DANNO DI
GIUSEPPE CALABRO’ DECEDUTO (MESOTELIOMA) IL 3 FEBBRAIO 2002 A PADOVA
E GIOVANNI BAGLIVO DECEDUTO (MESOTELIOMA) IL 4 SETTEMBRE 2005
PROCESSO FINCANTIERI DI PALERMO -
(sentenza in primo grado
del 26/04/2010 n. 2093; sentenza in Cassazione del 16 marzo 2015 n. 11128. Su
62 capi di imputazione, 18 prescrizioni a danno di: Amari Luigi (carcinoma
polmonare) deceduto il 24.03.1998; Baiamonti Giovanni (carcinoma polmonare), in
vita; Bernardo Vincenzo (asbestosi) in vita; D’Angelo Rosolino (carcinoma
polmonare, deceduto 17.06.1997; Fercarotta Lorenzo (asbestosi polmonare) in
vita; Mantione Attilio (asbestosi polmonare) in vita; Minafò Vincenzo
(asbestosi polmonare) in vita; Petti Pietro (mesotelioma pleurico) deceduto
18.06. 1994; Vizzi Alfonso (asbestosi polmonare) in vita; Cusimano Domenico
(asbestosi pleurica) in vita; Duecento Vincenzo (asbestosi polmonare) in vita;
Mallia Mario (asbestosi polmonare) in vita; Massaro Ettore (asbestosi pleurica)
in vita; Piazza Giuseppe (asbestosi polmonare) in vita; Riella Salvatore
(asbestosi polmonare) in vita; Sampiero Paolo (asbestosi polmonare) in vita;
Zambito Alfonso (asbestosi pleurica) in vita; Musso Benedetto Antonio
(asbestosi polmonare) in vita.
PROCESSO MONTEDISON DI MANTOVA - contro Porta e
altri con inizio 19 marzo 2010: Prescrizione a danno di Negri Francesco (tumore
linfoemopoietico) deceduto il 23/06/1999 e di Bonfante Mario (carcinoma
polmonare deceduto il 16/07/1999.
Anche i processi milanesi, recentemente
conclusi in primo grado o ancora pendenti, nei quali MD ed AIEA sono
costituite parti civili, hanno scontato il peso della prescrizione: solo a
titolo esemplificativo si ricorda che nel processo contro i vertici dell’Alfa
Romeo, poi Fiat, stabilimento di Arese (MI) – [attualmente in fase
dibattimentale avanti la IX Sezione Penale del Tribunale di Milano] - l’allora
GUP, già in fase di udienza preliminare, aveva dichiarato prescritti numerosi
omicidi colposi (decessi amianto correlati): in questo caso la prescrizione ha
addirittura privato le rispettive famiglie del sacrosanto diritto di
veder celebrato il processo per la morte dei Loro cari.
In occasione della requisitoria del
Pubblico Ministero nel citato processo Petrolchimico di Mantova, avevamo
emanato il seguente comunicato in data 20 maggio 2014:
“BASTA
CON LA PRESCRIZIONI DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO”.
Medicina Democratica e Associazione
Italiana Esposti Amianto nel processo contro Montedison unitamente al
Coordinamento delle associazioni degli ex esposti all’amianto e a tutte le
sostanze tossiche e cancerogene rivolgono un appello alle forze democratiche e
alle istituzioni per chiedere l’abolizione della prescrizione dei reati sul
lavoro e nell’ambiente.
Eliminare la
prescrizione per questi reati non solo significa fare più giustizia, ma ridurre
le morti da lavoro e da insalubrità ambientale.
A conclusione di questo documento, ci
rifacciamo al precedente comunicato sottolineando che ove non fosse possibile
l’abolizione della prescrizione, questa dovrebbe essere sospesa a partire dal
primo grado di giudizio, perché mantenerla nella sua formulazione attuale
significa coprire gravi o gravissimi reati commessi da chi gode o ha goduto di
posizioni di potere e di ricchezza.
Per Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto
Fulvio Aurora
Milano, 5 giugno 2016
Nessun commento:
Posta un commento