Sono state
depositate ieri le motivazioni della condanna a 2 anni e 6 mesi per disastro
colposo a quattro dirigenti delle aziende che si sono succedute nella gestione
del polo chimico. 350 pagine che spiegano il perchè del disastro colposo e non
inquinamento doloso, come richiesto dal pubblico ministero
ALESSANDRIA
- Aveva chiesto 90 giorni di tempo, se ne è presa 180 il giudice Sanda
Casacci che ieri ha depositato le motivazioni della sentenza a carico di
quattro dirigenti delle società che si sono succedute nella gestione del polo
chimico di Spinetta Marengo, Ausimon/Edison poi Solvay.
La sentenza, emessa il
14 dicembre 2015 dalla Corte
d'Assise di Alessandria, condannava a 2 anni e 6 mesi Luigi Guarracino,
ex direttore di stabilimento, i responsabili del settore ambiente Giorgio
Canti, Salvatore Francesco Boncoraglio e Giorgio Carimati. Assolti gli
amministratori Carlo Cogliati, Bernard De Laguiche e Pier Jacques Joris “per
non aver commesso il fatto”. La prescrizione è scattata per Giulio Tommasi,
referente ambiente Ausimont, l'unico presente alle udienze che si sono tenute
ad Alessandria.
Il pubblico
ministero Ricacrdo Ghio chiedeva una condanna pesante, 18 anni, per
inquinamento doloso delle acque ed omessa bonifica. Nella tesi dell'accusa si
parlava di una consapevolezza da parte dei dirigenti delle aziende di inquinare
tramite scarichi e perdite degli impianti e di non aver fatto abbastanza per
impedirlo. La difesa ha sempre parlato di non intenzionalità e di aver messo in
campo tutto quanto possibile per impedire la contaminazione, in atto da decenni
prima.
Secondo la
Corte, ci fu distastro ambientale, un fatto grave ed esteso che ha messo in pericolo,
seppure in modo potenziale l'incolumità pubblica. La difesa attendeva le
motivazioni per orientare il ricorso, già annunciato.
8/06/2016
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