INDICE
MicroMega kwdirect@newsletter.kataweb.it
IN
NOME DEL POPOLO O DEI MERCATI INTERNAZIONALI?
Muglia La
Furia fmuglia@tin.it
IL
BLOCCO DEL BLOGGER
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
PARTECIPAZIONE
DI CARLO SORICELLI A FUORI TG DEL 31 MAGGIO
Clash
City Workers cityworkers@gmail.com
C'E’
ANCORA CHI LOTTA CONTRO IL MODELLO MARCHIONNE!
Clash
City Workers cityworkers@gmail.com
PADOVA:
TRASPORTO PUBBLICO IN SCIOPERO
Federazione Toscana del Partito dei CARC federazionetoscana@gmail.com
SULLE SCRITTE DAVANTI ALLA PIAGGIO DI PONTEDERA
Valerio Gennaro valerio.gennaro52@gmail.com
CORNIGLIANO, RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI
DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA
Muglia La
Furia fmuglia@tin.it
Posta
Resistenze posta@resistenze.org
A TORINO: “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
DA QUANDO SI E’ INSEDIATO IL GOVERNO RENZI SONO MORTI
SCHIACCIATI DAL TRATTORE 334 AGRICOLTORI
Partito
Rifondazione Comunista Casole d'Elsa rifondazionecasole@gmail.com
SALUTE DEI
LAVORATORI ALL'APERTO
Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
BASTA CON LA PRESCRIZIONI DEGLI
OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO
Muglia La
Furia fmuglia@tin.it
Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
CONVEGNO SU STRESS E MOBBING MILANO 7 GIUGNO: UN BUON
SUCCESSO
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e
territori bastamortesullavoro@gmail.com
A MILANO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”
IL DOCUMENTO
PRESENTATO DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI FAMILIARI DELLE
VITTIME DELLA STRAGE FERROVIARIA DI VIAREGGIO
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From:
MicroMega kwdirect@newsletter.kataweb.it
To:
Sent: Tuesday,
May 31, 2016 12:25 PM
Subject: IN NOME DEL POPOLO O
DEI MERCATI INTERNAZIONALI?
Campeggia
nei corridoi della sezione lavoro del Tribunale di Milano, da alcuni giorni, un
singolare manifesto di promozione di un corso dal titolo “Licenziamento collettivo e diritto dell’unione europea”, che
attira l’attenzione per il contenuto del testo di presentazione dell’incontro.
Per
l’ignota mano che ha vergato la locandina “le riforme del lavoro varate
negli ultimi tre anni incidono profondamente sulla regolamentazione del mercato
del lavoro italiano. Alla base delle riforme sembra di
intravedere un vero e proprio cambio di paradigma. La cultura del novecento
concepiva il diritto del lavoro come un ordinamento giuridico volto a
soddisfare il bisogno di tutela del lavoratore ed a riequilibrare i rapporti di
forza tra capitale e lavoro”.
A
questa considerazione preliminare, fa seguito un giudizio tranciante: “Quest’impianto ha mostrato, nel tempo, di non essere in grado di
rappresentare la complessità del mondo del lavoro e offrire strumenti di
inclusione per quelle fasce, sempre più ampie, di lavoratori privi di diritti. In
particolare, l’esigenza di attrarre investimenti stranieri e, al contempo,
convincere le aziende a non delocalizzare verso mercati del lavoro più
convenienti richiede, certamente, forti dosi di flessibilità”.
Ecco
dunque la soluzione del problema: “Le riforme del lavoro in Italia
(dalla legge Fornero al cosiddetto Jobs Act), in questo contesto, hanno
introdotto un sistema, complesso, introducendo numerosi elementi di
flessibilità (sia in entrata che in uscita dal rapporto di lavoro) ed un mix di
politiche attive a sostegno di chi ha perso il lavoro. Il contraltare a questo massiccio sistema di flessibilità è (almeno
nelle intenzioni del legislatore) l’incentivo al contratto di lavoro a tempo
indeterminato accompagnato dall’estensione delle forme di sostegno al reddito”.
Non
manca, infine, il riferimento al “ruolo del sindacato (nel mutato
contesto normativo)” e “alle nuove frontiere della
contrattazione collettiva (soprattutto aziendale)”.
Sono
elencati, nel breve spazio di poche righe, tutti i “luoghi comuni” dell’unica “ideologia
rimasta dopo la fine delle ideologie” asetticamente applicati al mondo del
lavoro (ora diventato “mercato”) in questo vero e proprio manifesto
neoliberista: la tutela del lavoro come ferrovecchio novecentesco, “l’esigenza di attrarre investimenti stranieri” come valore
primario, la flessicurezza quale obbiettivo della legislazione del lavoro, la Legge Fornero ed il
Jobs Act come attuazione di questo nuovo fine legislativo, l’opportunità di un “nuovo
ruolo” del sindacato, la centralità della contrattazione aziendale a scapito
della contrattazione collettiva.
Nessuna
sorpresa se si trattasse del manifesto di presentazione di un incontro
organizzato dall’Associazione degli Industriali o dalla Mont Pelerin Society;
ciò che sconcerta, in questo caso, è che si tratta di un incontro di formazione
dei magistrati, organizzato direttamente dalla “Scuola Superiore della
Magistratura”.
Ecco
servita l’ultima esemplificazione del modo in cui la dottrina neoliberista,
negli ultimi trent’anni e alla “fine della storia”, ha conquistato la completa,
gramsciana “egemonia culturale”: la produzione di migliaia di saggi, articoli,
convegni che hanno permesso ai rinnovati dogmi del libero mercato e del laissez faire di insinuarsi silenziosamente nelle
accademie, nei governi e, da ultimo, in ampi strati della magistratura del
lavoro.
E’
l’abile creazione, per riprendere le splendide parole del compianto Luciano
Gallino, dell’ “intellettuale collettivo” sortito dalle fondamenta della Mont
Pelerin Society; è il ribaltamento dei pilastri repubblicani con la
sostituzione, quale fondamento della democrazia, dei mercati in luogo del
lavoro, così come auspicato alcuni anni orsono nel noto report della banca d’affari
Morgan in cui si censurava, tra i diversi vizi di una costituzione definita “socialista”,
proprio la tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori.
Non
pare un caso, dunque, se in sempre più numerose pronunce della giurisprudenza
viene spesso richiamata la “libertà di iniziativa economica
privata” tutelata dall’articolo 41 della Costituzione per
giustificare l’insindacabilità giudiziaria nel merito perfino delle operazioni
imprenditoriali più improbabili foriere di dubbi licenziamenti economici o che,
addirittura, si giustifichi il licenziamento del lavoratore per eccessiva
morbilità anche durante il periodo di conservazione del posto di lavoro.
In
tale inquietante contesto, l’inopportuna presentazione dell’incontro della
Scuola Superiore della Magistratura stimola una domanda più preoccupata che
provocatoria: la nuova generazione di magistrati del lavoro giudicherà in nome
del popolo italiano o dei mercati internazionali?
19 maggio 2016
di Domenico Tambasco
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To:
Sent:
Thursday, June 02, 2016 4:16 PM
Subject: IL BLOCCO
DEL BLOGGER
Anche un modesto blogger come me, come
tutti coloro i quali sono abituati a esprimere le loro idee con lo scritto (ma
non solo), possono trovarsi a corto di idee e non sapere su cosa intervenire e
cosa scrivere.
Ricordo che sul “blocco dello scrittore”
è imperniato il romanzo di Joël Dicke, un vero successo editoriale, dal
titolo “La verità sul caso Harry Queber”.
Se poi, al blocco del blogger, ci
aggiungi anche quello del PC che va in malora, il gioco è fatto. Niente
paura a me è successa solo la seconda cosa di cui ho detto, cioè la
rottura e sostituzione del disco rigido del PC, cui si è aggiunto un breve
periodo di vacanza.
Per quanto al “cosa scrivere” per
fortuna ci sono i preziosi suggerimenti di chi mi segnala cose (ad esempio la
ripresa della discussione sull’accordo formazione RSPP con una riunione della
Conferenza Stato Regioni prevista per la seconda metà di giugno) e poi,
purtroppo, ci sono i social con Facebook e tutta la porcheria che vi si trova
dentro... (anche nei gruppi tecnici, o che dovrebbero essere tali).
Sentite questa: “In una ditta c’è un
solo lavoratore. Il datore di lavoro è anche RSPP (e fin qui tutto bene), il
lavoratore si è autonominato RLS”. Domanda: “bisogna verbalizzare l’autonomina
o basta così?”.
E via una discussione con decine di
geni che intervengono per dire la loro sul fatto che è meglio
verbalizzare, trasmettere il nominativo all’organismo paritetico e all’INAIL,
che altrimenti ti sanziona, magari anche a formarlo e aggiornarlo (32 ore
iniziali più 4 di aggiornamento ogni anno e chissà se il datore di lavoro lo
sa, aggiungo io) e non vorrai mica fare ricorso al RLST. Il RLS è un diritto
del lavoratore e se lui lo vuol fare, non puoi impedirglielo... e avanti così.
Il “fior fiore” dei giovani tecnici della prevenzione impegnati in una
discussione senza fine, mettendoci la faccia...
A proposito di sicurezza “sostanziale”,
più burocrati di vecchi funzionari della Pubbliche Amministrazioni nella quale
molti dei giovani Tecnici della Prevenzione aspirano ad entrare, lanciando alti
lai per il fatto che concorsi non ne vengono (e non ne verranno) fatti.
E che ne dite dei quesiti sulla
formazione posti da un ente (trattandosi di attività finanziata) che dovrà
rilasciare gli attestati?
I corsi per i lavoratori prevedono 4
ore di formazione generale + 4 ore di formazione specifica.
-
Domanda 1: devono essere rilasciati 2
attestati di 4 ore o ne basta uno unico di 8 ore? L’attestato può essere
rilasciato a fronte di una frequenza per almeno il 90% delle ore di formazione
previste.
-
Domanda 2: nel caso di
partecipanti che si assentino per 24 minuti (10% di 4 ore) sulle 4 ore di
formazione generale, è possibile rilasciare l’attestato di formazione generale?
-
Domanda 3: E nel caso si assentassero per
ulteriori 24 minuti durante le 4 ore di formazione specifica è possibile
consegnare l’attestato di formazione specifica rischio basso?
-
Domanda 4: E se si assentassero per 48
minuti (10% di 8 ore) durante le 4 ore di formazione generale, ma fossero poi
sempre presenti (4 ore) durante la formazione specifica, quale attestato
andrebbe consegnato loro?
E poi ci sono gli interpelli, quelli ai
quali risponde l’apposita Commissione, che Guariniello chiama la “Cassazione
2”, che non
sai bene se le domande se le scrivano i funzionari ministeriali, che poi se le
spediscono per interposta persona (organizzazione), tanto per occupare il tempo
e darsi un ruolo.
A proposito dell’accordo sulla
formazione degli RSPP che avrebbe dovuto essere rivisto entro il 2009, pare che
qualcuno al Ministero se ne sia ricordato e che la cosa torni alla ribalta,
prima del referendum sulla riforma costituzionale, il che impedirebbe al Ministero
di poter dare la colpa alla Conferenza Stato-Regioni di quanto contenuto nel “nuovo”
(si fa per dire visto che sono almeno 4 anni che saltella da un tavolo all’altro)
Accordo.
Tenuto conto che si tratta di dar
seguito anche alle previsioni di cui agli articoli 32, comma 5-bis e 37, comma
14-bis in cui si parla di crediti formativi, meglio non scherzare. La prossima
riunione della Conferenza stato regioni sull’argomento è prevista per la
seconda metà di giugno (sempre che le informazioni in mio possesso siano
corrette).
E poi in questo periodo sono stato
impegnato anche su altri fronti, professionali e non, e, infine, con la
graduatoria del concorso per il peggior prodotto per la sicurezza 2016 (la
possibilità di votare scadeva il 22 maggio) e i cui risultati pubblicherò nelle
prossime ore.
Cioè quando il mio PC ritornerà
operativo.
Franco
Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
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From: Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Friday,
June 03, 2016 10:48 AM
Subject: PARTECIPAZIONE DI CARLO SORICELLI A
FUORI TG DEL 31 MAGGIO
In questi giorni un’autentica carneficina di
agricoltori schiacciati dal trattore: sono nove dal 26 maggio e 45 dall’inizio
dell’anno.
Partecipazione
di Carlo Soricelli a Fuori TG del 31 maggio.
Emergenza
morti schiacciati dal trattore.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9df2d419-0a71-4868-925d-3907e94ddfb8.html#p=0
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From: Clash City
Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Monday,
June 06, 2016 12:20 AM
Subject: C'E’ ANCORA CHI LOTTA
CONTRO IL MODELLO MARCHIONNE!
“Gli Italiani sono
senza palle”. Questo commento l'abbiamo sentito decine di volte in questi giorni.
Parla la nostra frustrazione, il senso d'impotenza nel vedere i nostri diritti
erosi giorno dopo giorno da un Governo che fa i diretti interessi dei padroni.
Quegli stessi interessi contro cui invece si stanno battendo i nostri cugini
francesi, dando una prova straordinaria di coraggio e forza di volontà.
Così finiamo però per
fare il gioco dei nostri aguzzini: questi pensieri subdoli, latamente razzisti,
giustificano la nostra stessa inazione, i compromessi a cui cediamo ogni giorno
e rafforzano quei dirigenti sindacali opportunisti che
abbiamo sentito dire innumerevoli volte che "tanto i lavoratori non
lottano e gli scioperi non riescono" e quindi sarebbe proprio inutile
provarci.
La verità però e che
scioperi e lotte non ne mancano. Certo dentro e fuori i luoghi di lavoro domina
ancora lo sconforto e la sfiducia, ma questi sono quasi più un sintomo che una
causa.
A monte c'è la
divisione, l'isolamento e la concorrenza tra lavoratori che i padroni, con la
complicità di politici, giornalisti e sindacalisti venduti, portano avanti
deliberatamente e in maniera quasi scientifica. Il primo a
dire che "la lotta di classe è finita" è Marchionne, l'amministrato
delegato Fiat-Chrysler, lo stesso che la porta avanti in prima linea.
Vi ricordate di
Pomigliano 2010? Solito ricatto: "in Polonia gli operai lavorano di più e
pagati meno, se non vi adeguate lo stabilimento lo spostiamo lì". Fu così
che si fece passare un accordo che tagliava pause, aumentava ritmi, imponeva
straordinari obbligatori nei festivi. Con la sorpresa di tutti, anche
dell'azienda che puntava su un plebiscito, il 40% degli operai disse comunque
di NO a quel referendum farsa.
Sono passati quasi 6
anni ormai e il modello Marchionne sta diventando realtà. Perché oltre al
dilagare dell'aumento dei ritmi e del taglio dei salari, c'era una clausola
terribile nell'accordo di Pomigliano poi estesa a tutti gli stabilimenti FCA,
che da eccezione sta diventando norma.
Quella per cui i
sindacati sono responsabili della "esigibilità" degli accordi passati
in maggioranza, anche quelli su cui erano eventualmente in disaccordo. Una
limitazione terribile dell'agibilità e del conflitto nel luogo di lavoro, una
sorta di guerra preventiva al conflitto che è stata ripresa e rilanciata
nell'accordo di gennaio 2014 sulla rappresentanza sindacale firmato da
Confindustria e CGIL, CISL,UIL. Che è stata recepita nel nuovo CCNL dei
metalmeccanici e che nei piani del Governo Renzi potrebbe diventare legge.
Ma perché tutta
questa preoccupazione per il conflitto?
Perché blindare in
questo modo l'attività sindacale?
Perché nonostante le chiacchiere e la propaganda i padroni sanno bene che i
malumori sono profondi e che i sacrifici che ci stanno chiedendo alla lunga
intollerabili. E che da un momento all'altro la corda potrebbe spezzarsi.
E lo si vede proprio
alla FIAT! Nel silenzio assordante dei media, da un anno gli operai degli
stabilimenti di Melfi e Termoli stanno portando avanti scioperi contro gli
straordinari obbligatori del sabato. Scioperi difficilissimi che si sono dovuti
scontrare all'inizio con lo sconforto e la paura creata ad arte dalla dirigenza
aziendale, ma che sono arrivati a coinvolgere fino all'80% dei lavoratori e
hanno costretto la Fiat
a chiudere lo stabilimento di Termoli quasi tutti i sabati degli ultimi due
mesi!
Avete sentito parlare
di queste lotte sui giornali? Immaginiamo di no. E qualche politico si è
presentato davanti ai cancelli? Certo che no. Intanto però Renzi plaude a
Marchionne, che in cambio fa esplicite dichiarazioni di sostegno al suo governo.
E i sindacati? Lasciando perdere FILM, UILM e FISCAL, totalmente allineati alle
posizioni dell'azienda, pure la
FIOM ha abbandonato questi lavoratori, dichiarando
"incompatibili" con la propria organizzazione i coraggiosi delegati
che hanno organizzato gli scioperi, colpevoli di averlo fatto coordinandosi con
i sindacati di base e secondo loro non rispettando quindi la gerarchia interna.
Dall'altra parte però
i padroni ci studiano e quello che facciamo lo sanno bene. Senza citare
esplicitamente gli scioperi all'FCA, questo scriveva il Sole 24 Ore un mese
fa a proposito della riforma della contrattazione nazionale: "lo
sciopero non può essere utilizzato dai sindacati dissenzienti per far saltare
il contratto aziendale. Ad esempio il contratto aziendale prevede lo
straordinario il sabato, ma i sindacati scioperano per liberare i lavoratori da
questo obbligo".
Più chiaro di così!
E allora sta a noi prendere coscienza della nostra
forza, uscire dallo sconforto, coordinare, sostenere le piccole e grandi
battaglie che migliaia di lavoratori portano avanti ogni giorno con coraggio
sul proprio posto di lavoro.
Supportare la loro
resistenza quotidiana e prepararci così all'offensiva.
Al link:
il
video “Contro il modello Marchionne si lotta ancora!”.
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From: Clash City
Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent:
Monday, June 06, 2016 12:20 AM
Subject: PADOVA: TRASPORTO
PUBBLICO IN SCIOPERO
Venerdì 3 giugno a
Padova i dipendenti Busitalia hanno scioperato nuovamente e questa volta per
tutta la giornata, garantendo solo le fasce obbligatorie. Adesione altissima
come in occasione dello sciopero di 4 ore del 17 maggio: parliamo dell'80% dei
mezzi e delle corse bloccate.
La città ha sfiorato
la paralisi, come titolano i quotidiani locali di oggi ed è stata evitata solo
perché la dirigenza aziendale ha spostato tutti gli autisti più
"fedeli" (ma a casa nostra hanno un nome ben diverso...) sulla linea
del tram e ha inoltre potuto sfruttare i dipendenti delle linee subappaltate a
cooperative e altre piccole aziende private che gestiscono alcune linee
stabilmente e hanno alcuni addetti anche su altre linee.
Nonostante questo e
la ricattabilità dei pochissimi neoassunti con i nuovi contratti a
"tutele" inesistenti i mezzi erano fermi in deposito e anche il tram
passava solo rarissimamente guidato anche dal rappresentante sindacale CISL che
evidentemente non rappresenta più nessuno.
Chi ha 20 o più anni
di servizio e ha vissuto sulla propria pelle la privatizzazione e i
rivolgimenti degli ultimi tempi si è rigorosamente fermato. Perché così non è
possibile continuare.
La nuova turnazione è
irrazionale e impedisce a lavoratrici e lavoratori di avere una vita sociale e
familiare decente, con nastri orari fino a dieci ore e mezza di cui solo 4 o 5
di guida effettiva. L'arroganza della dirigenza che non dà risposte ai
lavoratori sulle ferie o comunica i turni e le variazioni da un giorno
all'altro, il trattamento degli inidonei che vengono lasciati a casa,
l'ostinazione a non rinnovare le RSU perché la non rappresentatività e la
sudditanza dei confederali fanno comodo... tutto questo rende impossibile
lavorare in Busitalia.
Il peggioramento del
servizio e i tagli alle corse sono sotto gli occhi di tutti, e a ciò si
aggiungono i sempre più frequenti guasti e incidenti nonché l'aumento del
biglietto acquistabile via SMS da 1,30 a 1,80 euro!
Insomma questa
privatizzazione come tante altre si è tradotta in un peggioramento del servizio
per gli utenti e cittadini ed un'insostenibile condizione di lavoro per i
dipendenti, qui come nelle altre città dove Busitalia ha acquistato il
servizio di trasporto solo lavoratori e utenti possono invertire la rotta.
Al link:
il video “Padova: Sciopero
dipendenti Busitalia 3 giugno 2016”.
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To:
Sent: Monday,
June 06, 2016 10:04 AM
Subject: SULLE
SCRITTE DAVANTI ALLA PIAGGIO DI PONTEDERA
Sulle scritte davanti la
Piaggio di Pontedera.
Terrorista è chi licenzia e chiude le aziende!
Solidarietà alle due licenziate.
Con questo
breve comunicato, intendiamo rispondere a quanto scritto su Toscana Media News,
in particolare rispetto all'articolo comparso sabato 4 giugno, dal titolo:
“L'ombra dei CARC sui muri della Piaggio”:
Chi scrive
(lui sì che rimane nell'ombra, visto che non si è firmato!) dice di noi:
"Carc... Comitati di appoggio alla rivoluzione per il comunismo, storico
gruppo terroristico della galassia estremista (...)”.
Ebbene,
chiariamo un paio di cose, vista la scarsa padronanza della lingua italiana
dimostrata dall'autore del testo.
Innanzitutto,
l'acronimo “CARC” sta per Comitati di Appoggio alla Resistenza per il
Comunismo.
Resistenza
intesa come quella che oppongono le masse popolari agli effetti devastanti
della crisi, che affianchiamo senza riserve: nelle fabbriche e nelle scuole,
nei comitati ambientalisti, di tutela della sanità pubblica, per
l'emancipazione dei giovani, delle donne e degli immigrati.
Il Partito
dei CARC promuove la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) come il
migliore strumento, nella fase attuale, per avanzare nella costruzione della
rivoluzione socialista e per fare fronte agli effetti più immediati della
crisi.
Tale governo
sarà costituito da persone che riscuotono la fiducia delle Organizzazioni
Operaie e delle Organizzazioni Popolari e che sono decise a dare forma e forza
di legge ai provvedimenti che le organizzazioni interessate indicheranno, caso
per caso, per realizzare nel concreto le sei misure generali che costituiscono
il programma del Governo di Blocco Popolare:
-
assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e
adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere
chiusa);
-
distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e a usi
collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente
decisi;
-
assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in
cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita
dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun
lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso,
nessun individuo deve essere emarginato);
-
eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per
l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti;
-
avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità
alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione;
-
stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri
paesi disposti a stabilirle con noi.
L'attacco
che ci vorreste fare rientra nel lungo filone di persecuzione a danno dei
comunisti, che il nostro Partito ha affrontato nel corso della sua storia.
Nel corso
degli anni abbiamo affrontato ben otto processi con l'accusa di associazione
sovversiva (vi lasciamo immaginare l'enorme dispendio di risorse pubbliche!),
ognuno di questi processi si è concluso con l'assoluzione.
Rispetto
all'accusa di terrorismo, al limite, semmai va rivolto ai padroni che
licenziano, sdoganati grazie a leggi come Jobs Act, Riforma Fornero e Buona
Scuola, ai cosiddetti rappresentanti delle “Autorità” che favoriscono il
saccheggio e la devastazione dei territori (come accade nelle Apuane, nella
Piana fiorentina e lungo le coste del nostro Paese, martoriate dalle trivelle,
tanto per fare tre, fra i mille esempi!), ai tanti intellettuali e preti che
diffondono concezioni reazionarie superate dalla Storia, che noi combattiamo
diffondendo e propagandando la concezione comunista del mondo, necessaria per
trasformarlo, per accompagnare il movimento della società capitalista, giunta
alla sua fase terminale, verso una società superiore: il comunismo.
Per quanto
riguarda le scritte incriminate, le rivendichiamo.
Le
“fabbriche agli operai” sono, a nostro avviso, una soluzione concreta alla
dismissione che, padroni come Colannino, stanno portando avanti a danno del
tessuto produttivo del nostro Paese.
Non lo
diciamo noi “terroristi”, ma i dati, che nel giro di 15 anni il numero degli
operai, in Piaggio, è passato da 10.000 a 3.000 scarsi!
Come se non
bastasse, sempre in Piaggio, è in fase di smantellamento il reparto di ricerca
e innovazione.
Anche un
“profano” comprenderebbe che quando si taglia la ricerca e lo sviluppo
tecnologico, e si pensa di competere sul “basso costo”, si sta avviando
l'azienda verso la morte lenta.
Le due
operaie licenziate (altro che “provvedimenti disciplinari”!) hanno usato “toni
forti” contro la passerella che il premier Renzi avrebbe voluto fare in
fabbrica.
Ma la
realtà, imposta dal padrone, in Piaggio (e in generale nelle fabbriche
italiane) è fatta di turni massacranti, salari indegni e reparti confino per
chi è logorato da anni di catena, condizioni di lavoro sempre più precarie e
distruttive.
Chi
sarebbero i veri terroristi, dunque?
Ringraziamo
il quotidiano online “Toscana Media news” per la pubblicità indiretta, e
rimandiamo la questione alle apposite sedi giudiziarie a voi tanto care, visto
che quanto affermate nei confronti della nostra organizzazione racchiude tutti
gli estremi del reato di diffamazione.
Naturalmente,
continueremo il nostro lavoro alla Piaggio e ovunque ci sia da sostenere la
classe operaia e le masse popolari nella lotta per costruire l'alternativa
politica.
Federazione Toscana del Partito dei CARC
---------------------
From: Valerio
Gennaro valerio.gennaro52@gmail.com
To:
Sent: Monday,
June 06, 2016 10:24 AM
Subject: CORNIGLIANO,
RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA
Da Primo
Canale
SALUTE E MEDICINA
CORNIGLIANO, RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI
DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA
LA RICERCA DEL DOTTOR VALERIO GENNARO
giovedì
26 maggio 2016
Cornigliano, Rivarolo, Bolzaneto: ecco i quartieri
genovesi dove si muore di più, secondo i dati raccolti dal dottor Valerio
Gennaro della Società internazionale dottori per l’ambiente (ISDE), che ha
preso in esame le donne: il 36% in più rispetto alla media.
Seguono Prà e
Oregina-Lagaccio, con più 13%.
Le cause?
"Basta chiederlo a chi vive lì, come si sente” - spiega Gennaro – “intanto
la povertà e poi l'inquinamento e certi lavori e la situazione socio economica
nel suo complesso"
"Questo dovrebbe
indurre la politica sul perché avvengono fenomeni di questo tipo” - dice Gianni
Pastorino, consigliere regionale di Rete a Sinistra - “orientando le scelte,
cosa che non è avvenuta con una depredazione dei servizi sanitari in
Valpolcevera, con 160.000 abitanti che hanno difficoltà anche ad andare
all'ospedale, e questa può essere anche una causa della grande quantità di
decessi. Non a caso il quartiere dove si muore meno della media, anche il 20%
in meno, è San Martino".
Da qui
un’interrogazione di Rete a Sinistra in Regione per chiedere una analisi
epidemiologica.
Altra interrogazione sul registro del mesotelioma,
carente di risorse, è l’accusa.
La malattia, che
deriva dall’esposizione ripetuta all’amianto, uccide in nove mesi ma si
manifesta anche dopo 40 anni. In Liguria ogni anno 160 nuovi casi e dal 1996 a oggi 2.314 casi.
Settori più colpiti
l’edilizia, i cantieri navali, raffinerie di petrolio e acciaierie. E pensate
che muoiono anche, in alcuni casi, le mogli degli operai esposti, a forza di
maneggiare le tute da lavoro dei mariti.
---------------------
To:
Sent:
Monday, June 06, 2016 4:21 PM
Sono moltissime le segnalazioni pervenute,
grazie davvero.
Purtroppo però, o per fortuna, le vostre
preferenze hanno riguardato un po’ tutti i prodotti in gara, da quelli sulla
formazione (che ha fatto la parte del leone), ai prodotti, alle soluzioni
tecniche.
Molti i prodotti finiti ex aequo con
una graduatoria cortissima e premiare un prodotto che supera il diretto
concorrente per una manciata di preferenze, pare proprio brutto.
Ecco che, sentita anche la giuria,
escludendo il prodotto n. 002 “Formazione” proponente PM:
cancellato da quelli in gara (ma non dalla
nostra memoria) per essersi attribuito la vittoria a gara ancora in
corso, si è deciso di ritenere i primi 4 classificati tutti vincitori “pari
merito”.
Come fare a dividersi i premi in palio...
è un problema loro.
Pertanto la classifica finale del concorso
è la seguente:
Categoria formazione:
n.7 “Corsi a
Cosenza Che Confusione"
n.9 “ A Potenza i corsi li fanno con il Couch”
Categoria Miracoli:
n.8:
"Increddibbbile: mai più sanzioni o le paghiamo noi!"
Sempre ex equo, ma con una speciale nota
di demerito in quanto designato dal pubblico, va al prodotto n.5 “Un Decalogo per la sicurezza nei
cantieri edili” per
l’alto valore delle banalità e scempiaggini messe insieme dall’Ordine degli
architetti:
Quindi,
niente vincitori, né vinti.
In questa
partita hanno perso tutti coloro i quali sono convinti che la tutela della
salute e della sicurezza sul lavoro sia una cosa seria
Franco
Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
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From: Posta
Resistenze posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, June 09, 2016
2:42 AM
Subject: A
TORINO “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”
Tutti gli avvenimenti della fase calda 2012-2013
Giovedì 16
giugno ore 21.00
Libreria
Comunardi
via Bogino
2/b Torino
Intervengono:
-
gli autori
del libro (http://tarantocontro.blogspot.it);
-
gli avvocati
di parte civile di operai/cittadini al processo ILVA, Bonetto, Vitale, Pellegrin.
Invitati:
-
familiari
Thyssen, Eternit, realtà sociali e politiche;
mentre è
ripreso il maxi processo contro Riva e i suoi complici ed è in corso la
svendita dell'ILVA da parte del governo Renzi a nuovi padroni.
Attraverso
articoli, documenti, analisi, il libro ripercorre i 2 anni caldi 2012/2013 per
riportare come realmente è andata e di cosa si tratta e deve trattarsi
dell'ILVA: una guerra di classe, in cui si sono scontrate e si scontrano due
opzioni, quella del potere di un sistema capitalista e quella della classe
operaia e delle masse popolari.
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From: Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent:
Thursday, June 09, 2016 9:22 AM
Subject: DA
QUANDO SI E’ INSEDIATO IL GOVERNO RENZI SONO MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE 334
AGRICOLTORI
Da quando si
è insidiato il Governo Renzi sono morti schiacciati dal trattore ben 334
agricoltori. Un numero di morti incredibile che però hanno lasciato
nell’indifferenza questo governo.
Sia Renzi
che Poletti e Martina sono stati avvertiti dall'osservatorio che ho aperto il
1° gennaio 2008, tramite mail alle loro segreterie nel febbraio 2014, sia nel
2015 che nel 2016 dell’imminente strage che ogni anno con l’arrivo del bel
tempo si verifica puntuale.
Tra l’altro
a questo impressionante numero di morti occorre aggiungerne altri che muoiono
indirettamente sulle strade provocate da questo mezzo. Poi non dimentichiamoci
dei bambini trasportati a bordo e che muoiono numerosi.
Quest’anno
la strage è ricominciata con un po’ di ritardo per il mal tempo persistente. Ma
sono già ben 48, ma nelle ultime due settimane i morti provocati da questo
mezzo sono stati ben quindici. Praticamente c’è stato un morto al giorno.
Ho lanciato
l’allarme anche attraverso “fuori TG” su questa vera emergenza (vedi link in
fondo). Occorre dire che stampa e televisione ne hanno parlato diffusamente. Ma
se la politica non se ne occupa le morti provocate da questo mezzo mortale
continueranno.
Chi dovrebbe
occuparsene in prima persona è il ministro Martina. E’ questo ministro il
responsabile delle politiche agricole, ma mai abbiamo sentito una parola su
queste tragedie. Occorrerebbe una forte campagna informativa sulle morti
causate dal trattore, ma niente, neppure un twitter. Tra l’altro occorrerebbe
rottamare i vecchi trattori con incentivi. Ma niente.
Questo
governo è latitante sul fenomeno morti sul lavoro. Ne sono morti
complessivamente oltre 3.000 da quando Renzi si è insediato, di questi oltre 1.500
sui luoghi di lavoro.
E’ desolante
assistere impotenti e vedere che chi dovrebbe occuparsene non lo fa.
Carlo
Soricelli
Curatore
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna
http://cadutisullavoro.blogspot.it
Il video della puntata di “Fuori TG” dedicata agli infortuni sul lavoro è al link:
Il video della puntata di “Fuori TG” dedicata agli infortuni sul lavoro è al link:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9df2d419-0a71-4868-925d-3907e94ddfb8.html#p=0
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To:
Sent:
Thursday, June 09, 2016 10:01 AM
Subject: SALUTE DEI LAVORATORI ALL'APERTO
CONSIGLIO
REGIONALE: APPROVATA MOZIONE SÌ TOSCANA A SINISTRA PER LA TUTELA DELLA SALUTE
DEI LAVORATORI ESPOSTI AL CALDO ESTIVO
Nella seduta
di oggi il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una nostra mozione
per aumentare la tutela dei lavoratori maggiormente a rischio per l'esposizione
al caldo estivo, come gli agricoltori, gli addetti alla raccolta di frutta o
verdura nei campi e nelle serre, gli operai dei cantieri edili e stradali e,
temporaneamente, in città i vigili urbani.
Con
l’avvicinarsi della stagione estiva molte categorie di lavoratori che operano
all’aperto si troveranno ad affrontare condizioni di alte temperature e umidità
ed esposizioni dirette ai raggi del sole. Di là dal semplice aspetto di disagio
fisico, aumentato dallo sforzo, bisogna ricordare che tali condizioni possono
portare a patologie professionali anche gravi e all’aumento degli infortuni per
le disagevoli condizioni psicofisiche.
E situazioni
di caldo estremo, ad esempio, possono portare a collassi cardiocircolatori.
Così come bisogna tenere conto che l'ozono, che raggiunge picchi notevoli da giugno
a eettembre, oltre che essere un irritante, è anche un potenziale cancerogeno.
L’ozono paradossalmente è più elevato nelle zone collinari che non nelle città,
perché gli altri inquinanti, come gli ossidi di azoto, tendono a “scacciarlo”
verso le zone meno inquinate.
Tutta questa
tipologia di rischio è già contemplata nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza
dei lavoratori (D.Lgs. 81/08), ma spesso le prescrizioni sono inapplicate. Per
questo con la nostra mozione impegniamo la Giunta regionale a dare precise disposizioni ad
ARPAT e ai Dipartimenti di Prevenzione delle 3 ASL di Area Vasta per un
monitoraggio costante e approfondito delle condizioni climatiche durante i
periodi più caldi, segnalando immediatamente le situazioni di pericolo per la
salute e la stessa vita dei lavoratori. Nei casi di concreto rischio e pericolo
per la salute e la vita dei lavoratori, si dovranno utilizzare tutti gli
strumenti a disposizione per vietare il lavoro all'aperto, oltre le ore 12:00,
presso le aziende agricole, le imprese edili, i cantieri, ecc., e, comunque,
intervenire affinché sia attuata una programmazione oraria nelle ore con
temperature più' favorevoli, preferendo l'orario mattutino.
Tommaso
Fattori e Paolo Sarti
Segreteria
Sì Toscana a Sinistra
Consiglio
Regionale delle Toscana
Via Cavour,
4 Firenze
telefono 055
23 87 506
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To:
Sent:
Thursday, June 09, 2016 3:47 PM
Subject: BASTA
CON LA PRESCRIZIONI
DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO
EGREGIO SIGNOR PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
EGREGI SIGNORI MEMBRI DELLA
COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMENTI E PROPOSTE SULLA
PRESCRIZIONE DEI REATI
Medicina Democratica (nata a Milano nel 1976) e
l’Associazione Italiana Esposti Amianto (nata a Casale Monferrato nel 1989),
pur nella loro diversità statutaria e organizzativa, perseguono l’affermazione
del diritto alla salute, la salvaguardia della salubrità ambientale, la lotta
contro l’emarginazione sociale.
Queste associazioni si sono spesso rivolte agli organi
giudiziari quando hanno constatato che la Costituzione e le
leggi a difesa della salute venivano lese o non applicate. E ciò in particolare
dagli anni 2000 in
avanti avendo preso atto delle difficoltà della politica a rispondere alle
richieste di diritti e di giustizia che venivano loro sottoposte.
In particolare esse hanno chiesto di essere
riconosciute parti civili in procedimenti giudiziari che hanno messo sotto
accusa i vertici delle diverse realtà industriali dislocate sul nostro
territorio nazionale, gli enti e le persone preposte alla salvaguardia della
sanità pubblica. Nella quasi totalità dei casi la richiesta di costituzione di
parte civile è stata accolta.
Il primo processo che ha visto la partecipazione
attiva di Medicina Democratica è stato quello che riguardava il Petrolchimico
di Porto Marghera iniziato il 13 marzo 1998; da allora a oggi ne sono seguiti
molti altri (circa una trentina). E, oggi come ieri, il problema della
prescrizione dei reati ci ha sempre accompagnato. Va sottolineato che MD e AIEA
si costituiscono parte civile per ottenere giustizia e verità e si
mettono a fianco delle vittime (o dei loro eredi) che hanno molte difficoltà a
intervenire nei processi per mancanza di conoscenze e di comprensione del
complesso mondo dei tribunali. Costoro non comprendono (allo stesso modo della
gran parte dei cittadini) perché chi ha subito un grave torto non possa
ottenere giustizia anche dopo molto tempo dal verificarsi dell’evento: ma
soprattutto non comprendono le ragioni per le quali l’inizio del processo di
primo grado non sospenda la prescrizione del reato. Perché
questo avviene? (o deve avvenire?).
Parliamo di un altro grande processo che abbiamo
seguito dagli inizi davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) fino al
giudizio finale davanti alla Corte di Cassazione, ovvero quello che ha
riguardato l’Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli che si
è concluso, come ormai noto a tutti, con la prescrizione del reato ancor prima
dell’inizio del processo. Così il giudice della Prima sezione penale della
Corte si è pronunciato il 19/11/14 2014: “Annulla senza rinvio la sentenza
impugnata nei confronti dell’imputato Schmideiny Stephan (omissis) perché il
reato è estinto per prescrizione maturata anteriormente alla sentenza di primo
grado”. In primo grado (13 gennaio 2012) si trattava di 2.969 parti offese di
cui 1.800 decedute con 6.300 parti civili. Tutto è stato cancellato: il
procedimento davanti al GUP, la condanna davanti al Tribunale di Torino, la
successiva condanna davanti alla Corte d’Appello con i conseguenti risarcimenti
per le vittime, peraltro mai erogati dal magnate svizzero Stephan Schmidheny,
nonostante la provvisoria esecuzione delle statuizioni di primo e secondo
grado.
C’è stata una grande disapprovazione, non solo tra le
vittime dirette, i loro familiari e le associazioni, ma anche
nell’opinione pubblica e in gran parte delle parti politiche. Anche il
Presidente del Consiglio dei Ministri ha preso posizione affermando
esplicitamente che era necessario intervenire.
E’ iniziata la discussione in merito, ma per ora nulla
è cambiato. A molti non è sfuggita l’affermazione del Procuratore Generale di
Cassazione che si era pronunciato per la richiesta di prescrizione (senza
rinvio) “La prescrizione non risponde a esigenze di giustizia ma ci sono
momenti in cui diritto e giustizia vanno da parti opposte”.
Ma, da che parte va la COSTITUZIONE REPUBBLICANA?...
Ed è proprio questo concetto il nodo fondamentale che,
ad avviso degli scriventi, ha impedito di arrivare a un superamento della
prescrizione. Non può esserci una contraddizione fra diritto e giustizia.
Se così fosse (ma molti giuristi nel caso del processo Eternit hanno mostrato
di essere di diverso avviso della Cassazione, pur sapendo che il suo giudizio è
quello definitivo) è necessario ed evidente modificare le norme: il diritto
serve per ottenere giustizia. Non ha alcun senso seguire un diritto che si pone
in contrasto con la giustizia.
Per nostra esperienza, quasi sempre nei processi
penali si ha a che fare con la prescrizione: essa è una spada di Damocle che
incombe perennemente. OCCORRE
ELIMINARLA.
Facciamo altri esempi:
PROCESSO TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA, Tribunale di Bassano del Grappa, contro Garbossa e altri:
iniziato il 02/03/10, assoluzione in primo grado 11/08/11, condanna dalla Corte
di Appello di Venezia, conferma dalla Corte di Cassazione 13/09/13 n. 37762 con
prescrizione dei reati commessi nei confronti di Ceschi Roberto deceduto
(carcinoma polmonare) il 10/10/10a Bassano del Grappa.
PROCESSO MARINA MILITARE 1, Tribunale di Padova, contro Bini e altri: iniziato il 10/07/08,
con sentenza di assoluzione in primo grado il 19/11/11, con prescrizione
del reato in Appello (Venezia) il 14/07/14 a danno di Giuseppe Calabrò
deceduto (mesotelioma) il 03/02/02 a Padova e Giovanni Daglivo
deceduto (mesotelioma) il 04/09/05.
PROCESSO FINCANTIERI DI
PALERMO: sentenza in
primo grado del 26/04/10 n. 2093, sentenza in Cassazione del 16/03/15 n. 11128,
su 62 capi di imputazione, 18 prescrizioni a danno di: Amari Luigi (carcinoma
polmonare) deceduto il 24/03/98, Baiamonti Giovanni (carcinoma polmonare) in
vita, Bernardo Vincenzo (asbestosi) in vita, D’Angelo Rosolino (carcinoma
polmonare) deceduto il 17/06/97, Fercarotta Lorenzo (asbestosi polmonare) in
vita, Mantione Attilio (asbestosi polmonare) in vita, Minafò Vincenzo
(asbestosi polmonare) in vita, Petti Pietro (mesotelioma pleurico) deceduto il 18/06/94,
Vizzi Alfonso (asbestosi polmonare) in vita, Cusimano Domenico (asbestosi
pleurica) in vita, Duecento Vincenzo (asbestosi polmonare) in vita, Mallia
Mario (asbestosi polmonare) in vita, Massaro Ettore (asbestosi pleurica) in
vita, Piazza Giuseppe (asbestosi polmonare) in vita, Riella Salvatore
(asbestosi polmonare) in vita, Sampiero Paolo (asbestosi polmonare) in vita, Zambito
Alfonso (asbestosi pleurica) in vita, Musso Benedetto Antonio (asbestosi
polmonare) in vita.
PROCESSO MONTEDISON DI
MANTOVA, contro
Porta e altri, iniziato il 19/03/10, prescrizione a danno di Negri Francesco
(tumore linfoemopoietico) deceduto il 23/06/1999 e di Bonfante Mario (carcinoma
polmonare deceduto il 16/07/1999.
Anche i processi milanesi, recentemente conclusi
in primo grado o ancora pendenti, nei quali MD ed AIEA sono costituite parti
civili, hanno scontato il peso della prescrizione: solo a titolo
esemplificativo si ricorda che nel processo contro i vertici dell’Alfa Romeo,
poi Fiat, stabilimento di Arese (MI) (attualmente in fase dibattimentale avanti
la IX Sezione
Penale del Tribunale di Milano) l’allora GUP, già in fase di udienza preliminare,
aveva dichiarato prescritti numerosi omicidi colposi (decessi amianto
correlati): in questo caso la prescrizione ha addirittura privato le rispettive
famiglie del sacrosanto diritto di veder celebrato il processo per la
morte dei loro cari.
In occasione della requisitoria del Pubblico Ministero
nel citato processo Petrolchimico di Mantova, avevamo emanato il seguente
comunicato in data 20/05/14:
“BASTA
CON LA PRESCRIZIONI
DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO
Medicina
Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto nel processo contro
Montedison unitamente al Coordinamento delle associazioni degli ex esposti
all’amianto e a tutte le sostanze tossiche e cancerogene rivolgono un appello
alle forze democratiche e alle istituzioni per chiedere l’abolizione della
prescrizione dei reati sul lavoro e nell’ambiente.
Eliminare
la prescrizione per questi reati non solo significa fare più giustizia, ma
ridurre le morti da lavoro e da insalubrità ambientale”.
A conclusione di questo
documento, ci rifacciamo al precedente Comunicato sottolineando che ove non
fosse possibile l’abolizione della prescrizione, questa dovrebbe essere sospesa
a partire dal primo grado di giudizio, perché mantenerla nella sua formulazione
attuale significa coprire gravi o gravissimi reati commessi da chi gode o ha
goduto di posizioni di potere e di ricchezza.
Per Medicina Democratica e Associazione Italiana
Esposti Amianto
Fulvio
Aurora
Milano, 5 giugno 2016
---------------------
To:
Sent:
Thursday, June 09, 2016 4:20 PM
I corsi di
formazione? Si facevano in trattoria!
La notizia
l’ho ripresa dalla Gazzetta di Modena (vedi il link) di mercoledì 8 giugno e
riguarda ancora una volta l’organizzazione di corsi di formazione
“farlocchi”.
Significativo
rimane il fatto che sia iniziato il processo a carico dei responsabili della
Promotech Scarl di Modena (oggi in liquidazione), nata per promuovere la
consulenza e la formazione per sicurezza sul lavoro e, soprattutto, organizzare
corsi di formazione.
I tre
imputati, rinviati a giudizio con l'accusa di aver organizzato corsi
di formazione di nessun valore, sono accusati di associazione a delinquere
per i falsi certificati e sostituzione di persona.
La formazione
infatti, secondo l’accusa, si faceva a tavola e i corsi si riducevano a una
mangiata al ristorante con scampagnate anche in Toscana e qualche minuto di
spiegazione “pro forma”.
Il programma del corso? Semplice, era il menù!
Destinatari
dei corsi alcuni agricoltori che avevano necessità di ottenere l’abilitazione
all’uso del trattore e di altre attrezzature (movimento terra, gru, carrelli
elevatori), ma che, secondo la pubblica accusa (le indagini sono state condotte
dalla Guardia di Finanza) la
Promotech non poteva organizzare non essendo in possesso
dell'accreditamento regionale (in base agli accordi Stato-Regione del 2012) per
rilasciare attestati di frequenza.
Da quanto ricostruito dalla Procura, i corsi però finivano spesso con
una bella mangiata in un ristorante in Emilia o in Toscana. Cene affollate: si
apparecchiava per troppi partecipanti, molti di più di quelli previsti dalla
legge. Si radunavano in locali privi di salette attrezzate per le spiegazioni
teoriche e tanto meno per prove tecniche, ma che si prestavano tra un piatto e
l’altro a corsi in pillole, pochi minuti di “infarinatura” nei quale si
spiegava ai convitati l’argomento del corso e poi, dopo dessert e amaro, si
consegnava l’attestato. Il pezzo di carta aveva un costo: da 50 in su.
Insomma,
questi agricoltori pagavano per avere carta straccia. Documenti falsi, secondo la Procura, e soprattutto non
utilizzabili, se non come carta igienica che, dopo la grande abbuffata...
Seguiremo gli sviluppi del processo
nelle prossime udienze.
Franco Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
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From: Gino
Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Friday,
June 10, 2016 3:47 PM
Subject: CONVEGNO
SU STRESS E MOBBING MILANO 7 GIUGNO: UN BUON SUCCESSO
Vi giro i
link per scaricare i materiali del Convegno svoltosi a Milano in Clinica
Mangiagalli martedì 7 giugno. Più di 150 partecipanti.
Si è fatto,
forse, un passetto avanti per arrivare alle modifiche normative che auspichiamo
da tempo: modificare il D.Lgs. 81/08 per creare un’area specifica su stress,
vessazioni e violenza e introdurre nell’ordinamento giuridico il reato di vessazioni
sul lavoro (cioè mobbing).
Dal Convegno
è venuta fuori l’importanza della soggettività dei lavoratori nella valutazione
del rischio stress e mobbing, cosa che oggi viene quasi sempre bypassata dai
datori di lavoro, anche a causa delle lacune normative.
Bisognerebbe
fare fronte per fare proposte unitarie unendo anche la proposta sull’abolizione
della prescrizione per il reato di omicidio sul lavoro e omicidio ambientale.
Quindi,come si disse nell’ultimo Direttivo a cui partecipò il nostro Luigi Mara,
l’abolizione della prescrizione non può non accompagnarsi all’introduzione del
reato specifico di omicidio (e strage) sul lavoro e omicidio (e strage )
ambientale.
Al prossimo
Direttivo del 2 luglio (cui non parteciperò in quanto prenderò un breve periodo
di riposo e tornerò proprio il 2) sarebbe necessario focalizzare un po’ tutto.
Nel futuro
convegno di Bologna dell’autunno si potrebbero lanciare tutte le proposte che
ho prima elencato in via ufficiale,invitando in una mezza giornata dedicata le
Associazioni con noi interessate (AIEA, e AIBeL in primis).
Saluti a
tutti voi
Gino
Carpentiero
Il materiale
del convegno su stress e mobbing sono disponibili al link:
www.CIIP-Consulta.it
Le schede relative allo stress nei diversi settori sono disponibili al link:
Le schede relative allo stress nei diversi settori sono disponibili al link:
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From: Rete
Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent:
Saturday, June 11, 2016 8:50 AM
Subject: A MILANO LA PRESENTAZIONE DEL
LIBRO “ILVA: LA
TEMPESTA PERFETTA”
Domenica
19 giugno ore 17:30 presso la storica militante “Libreria calusca” in via
conchetta,18 a Milano, presentazione del libro “ILVA: la tempesta perfetta” con
gli autori.
Mentre
è ripreso il maxi processo contro Riva e
i suoi complici ed è in corso la svendita
dell’ILVA del governo Renzi a nuovi padroni, attraverso articoli,
materiali, documenti, analisi, il libro ripercorre i 2 anni caldi 2012/2013 per
riportare come realmente è andata e di cosa si tratta e deve trattarsi all’ILVA:
una “guerra di classe”, in cui si sono scontrate e si scontrano due opzioni,
quella del potere di un sistema capitalista e quella della classe operaia e delle
masse popolari.
Per
info:
cellulare:
338 72 11 377
---------------------
To:
Sent:
Saturday, June 11, 2016 11:44 AM
Subject: IL DOCUMENTO PRESENTATO
DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI FAMILIARI DELLE VITTIME
DELLA STRAGE FERROVIARIA DI VIAREGGIO
VIAREGGIO:
IL DOCUMENTO PRESENTATO DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI
FAMILIARI DELLE 32 VITTIME DELLA STRAGE FERROVIARIA DEL 29 GIUGNO 2009
L'Associazione
con il suo presidente, Marco Piagentini, ha presentato il documento nella
conferenza stampa del 6 giugno e lo ha letto al Consiglio comunale aperto con i
rappresentanti dei Comuni della Versilia il 9 giugno, chiedendone la
condivisione e l'approvazione.
In
condivisione con l’Associazione dei familiari delle Vittime della strage
ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, “il Mondo che vorrei”, i Sindaci e
i rappresentanti dei Comuni presenti al Consiglio comunale straordinario di
Viareggio e delle comunità della Versilia, tenuto in data 9 giugno 2016, sottoscrivono
il seguente documento.
Oramai, da 7
anni noi tutti aspettiamo la verità processuale. Nel fare nostre le parole
pronunciate dal presidente della Repubblica nell’incontro avuto il 24 settembre
2015 con i rappresentanti dell'Associazione “Il mondo che vorrei”: “Per
Viareggio ci deve essere giustizia e verità e chi ha sbagliato dovrà essere
condannato”, rivendichiamo verità, giustizia, sicurezza.
Riteniamo:
-
disumano non
ascoltare il perenne dolore dei familiari delle Vittime;
-
inammissibile
non fare niente per il “NO alla prescrizione per Viareggio”;
-
inaccettabile
non farsi carico, da parte di chi rappresenta le istituzioni, delle indicazioni
del capo dello Stato.
Intendiamo e
vogliamo adoperarci, con tutte le forze e le energie, affinché i reati per il
procedimento in corso non cadano in prescrizione e ai manager e agli
amministratori delegati di aziende pubbliche sia imposta per Statuto la
rinuncia alla prescrizione.
Giudichiamo
immorale il fatto che chi sia accusato di gravi responsabilità, in un processo
come quello di Viareggio, già alla 92esima udienza, dal giorno dell'immane
tragedia, abbia continuato a ricoprire ruoli apicali di responsabilità e
gestione della cosa pubblica (da Moretti ad Elia, da Soprano a Margarita...).
Pretendiamo
le immediate dimissioni con sospensione dai loro incarichi pubblici e statali.
Come primi
cittadini, in qualità di responsabili per la sicurezza e la salute dei nostri
concittadini, nella giurisdizione di nostra competenza, vogliamo essere messi a
conoscenza della documentazione sulla valutazione del rischio del trasporto di
merci pericolose su ferrovia come forma elementare di garanzia e prevenzione
della sicurezza e della salute di ogni nostra comunità.
A seguito
del disastro ferroviario del 29 giugno 2009 e dalle testimonianze rese dai Vigili
del Fuoco del comando di Viareggio e vista la casualità con la quale è stato
rilevata la sostanza trasportata in quella notte, pretendiamo che i presìdi
atti al pronto intervento, come Vigili del Fuoco e Protezione civile, siano
preventivamente informati e avvisati su orari, tempi, modalità e materiali
trasportati nella tratta ferroviaria del Comune di nostra competenza a tutela e
a garanzia della sicurezza e della salute della nostra comunità.
Facciamo
nostre le proposte/raccomandazioni che la Commissione della
Direzione generale per le investigazioni ferroviarie del Ministero delle
Infrastrutture e dei trasporti ha elaborato il 12 maggio 2012 e il 31 maggio 2013 a seguito del disastro
ferroviario di Viareggio, pretendendo che siano istituite, assieme ad altre,
dalle ferrovie come procedure obbligatorie per la necessaria prevenzione e
protezione.
Riaffermiamo
la reintegrazione immediata del ferroviere Riccardo Antonini, licenziato il 7
novembre 2011 per essere stato a fianco dei familiari delle 32 Vittime ed
essersi messo a disposizione gratuitamente come loro consulente nella ricerca
della verità e per garantire quella sicurezza che avrebbe evitato la strage
ferroviaria del 29 giugno 2009. Essendo, tra l'altro, consapevoli e coscienti
che il licenziamento di Riccardo Antonini è strettamente ed indissolubilmente
legato alla tragica notte del 29 giugno 2009.
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