mercoledì 15 giugno 2016

13 giugno - Da M. Spezia: SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 13/06/16



INDICE

IN NOME DEL POPOLO O DEI MERCATI INTERNAZIONALI?

Muglia La Furia fmuglia@tin.it
IL BLOCCO DEL BLOGGER

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
PARTECIPAZIONE DI CARLO SORICELLI A FUORI TG DEL 31 MAGGIO

Clash City Workers cityworkers@gmail.com
C'E’ ANCORA CHI LOTTA CONTRO IL MODELLO MARCHIONNE!

Clash City Workers cityworkers@gmail.com
PADOVA: TRASPORTO PUBBLICO IN SCIOPERO

Federazione Toscana del Partito dei CARC federazionetoscana@gmail.com
SULLE SCRITTE DAVANTI ALLA PIAGGIO DI PONTEDERA

CORNIGLIANO, RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA

Muglia La Furia fmuglia@tin.it

Posta Resistenze posta@resistenze.org
A TORINO: “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”


Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
DA QUANDO SI E’ INSEDIATO IL GOVERNO RENZI SONO MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE 334 AGRICOLTORI

Partito Rifondazione Comunista Casole d'Elsa rifondazionecasole@gmail.com
SALUTE DEI LAVORATORI ALL'APERTO

BASTA CON LA PRESCRIZIONI DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO

Muglia La Furia fmuglia@tin.it

Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
CONVEGNO SU STRESS E MOBBING MILANO 7 GIUGNO: UN BUON SUCCESSO

Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
A MILANO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”

Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
IL DOCUMENTO PRESENTATO DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE FERROVIARIA DI VIAREGGIO

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To:
Sent: Tuesday, May 31, 2016 12:25 PM
Subject: IN NOME DEL POPOLO O DEI MERCATI INTERNAZIONALI?

Campeggia nei corridoi della sezione lavoro del Tribunale di Milano, da alcuni giorni, un singolare manifesto di promozione di un corso dal titolo “Licenziamento collettivo e diritto dell’unione europea”, che attira l’attenzione per il contenuto del testo di presentazione dell’incontro.
Per l’ignota mano che ha vergato la locandina “le riforme del lavoro varate negli ultimi tre anni incidono profondamente sulla regolamentazione del mercato del lavoro italiano. Alla base delle riforme sembra di intravedere un vero e proprio cambio di paradigma. La cultura del novecento concepiva il diritto del lavoro come un ordinamento giuridico volto a soddisfare il bisogno di tutela del lavoratore ed a riequilibrare i rapporti di forza tra capitale e lavoro”.
A questa considerazione preliminare, fa seguito un giudizio tranciante: “Quest’impianto ha mostrato, nel tempo, di non essere in grado di rappresentare la complessità del mondo del lavoro e offrire strumenti di inclusione per quelle fasce, sempre più ampie, di lavoratori privi di diritti. In particolare, l’esigenza di attrarre investimenti stranieri e, al contempo, convincere le aziende a non delocalizzare verso mercati del lavoro più convenienti richiede, certamente, forti dosi di flessibilità”.
Ecco dunque la soluzione del problema: “Le riforme del lavoro in Italia (dalla legge Fornero al cosiddetto Jobs Act), in questo contesto, hanno introdotto un sistema, complesso, introducendo numerosi elementi di flessibilità (sia in entrata che in uscita dal rapporto di lavoro) ed un mix di politiche attive a sostegno di chi ha perso il lavoro. Il contraltare a questo massiccio sistema di flessibilità è (almeno nelle intenzioni del legislatore) l’incentivo al contratto di lavoro a tempo indeterminato accompagnato dall’estensione delle forme di sostegno al reddito”.
Non manca, infine, il riferimento al “ruolo del sindacato (nel mutato contesto normativo)” e “alle nuove frontiere della contrattazione collettiva (soprattutto aziendale)”.
Sono elencati, nel breve spazio di poche righe, tutti i “luoghi comuni” dell’unica “ideologia rimasta dopo la fine delle ideologie” asetticamente applicati al mondo del lavoro (ora diventato “mercato”) in questo vero e proprio manifesto neoliberista: la tutela del lavoro come ferrovecchio novecentesco, “l’esigenza di attrarre investimenti stranieri” come valore primario, la flessicurezza quale obbiettivo della legislazione del lavoro, la Legge Fornero ed il Jobs Act come attuazione di questo nuovo fine legislativo, l’opportunità di un “nuovo ruolo” del sindacato, la centralità della contrattazione aziendale a scapito della contrattazione collettiva.
Nessuna sorpresa se si trattasse del manifesto di presentazione di un incontro organizzato dall’Associazione degli Industriali o dalla Mont Pelerin Society; ciò che sconcerta, in questo caso, è che si tratta di un incontro di formazione dei magistrati, organizzato direttamente dalla “Scuola Superiore della Magistratura”.
Ecco servita l’ultima esemplificazione del modo in cui la dottrina neoliberista, negli ultimi trent’anni e alla “fine della storia”, ha conquistato la completa, gramsciana “egemonia culturale”: la produzione di migliaia di saggi, articoli, convegni che hanno permesso ai rinnovati dogmi del libero mercato e del laissez faire di insinuarsi silenziosamente nelle accademie, nei governi e, da ultimo, in ampi strati della magistratura del lavoro.
E’ l’abile creazione, per riprendere le splendide parole del compianto Luciano Gallino, dell’ “intellettuale collettivo” sortito dalle fondamenta della Mont Pelerin Society; è il ribaltamento dei pilastri repubblicani con la sostituzione, quale fondamento della democrazia, dei mercati in luogo del lavoro, così come auspicato alcuni anni orsono nel noto report della banca d’affari Morgan in cui si censurava, tra i diversi vizi di una costituzione definita “socialista”, proprio la tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori.
Non pare un caso, dunque, se in sempre più numerose pronunce della giurisprudenza viene spesso richiamata la “libertà di iniziativa economica privata” tutelata dall’articolo 41 della Costituzione per giustificare l’insindacabilità giudiziaria nel merito perfino delle operazioni imprenditoriali più improbabili foriere di dubbi licenziamenti economici o che, addirittura, si giustifichi il licenziamento del lavoratore per eccessiva morbilità anche durante il periodo di conservazione del posto di lavoro.
In tale inquietante contesto, l’inopportuna presentazione dell’incontro della Scuola Superiore della Magistratura stimola una domanda più preoccupata che provocatoria: la nuova generazione di magistrati del lavoro giudicherà in nome del popolo italiano o dei mercati internazionali?

19 maggio 2016
di Domenico Tambasco

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From: Muglia La Furia fmuglia@tin.it
To:
Sent: Thursday, June 02, 2016 4:16 PM
Subject: IL BLOCCO DEL BLOGGER

Anche un modesto blogger come me, come tutti coloro i quali sono abituati a esprimere le loro idee con lo scritto (ma non solo), possono trovarsi a corto di idee e non sapere su cosa intervenire e cosa scrivere.
Ricordo che sul “blocco dello scrittore” è imperniato il romanzo di Joël Dicke, un vero successo editoriale, dal titolo “La verità sul caso Harry Queber”.
Se poi, al blocco del blogger, ci aggiungi anche quello del PC che va in malora, il gioco è fatto. Niente paura a me è successa solo la seconda cosa di cui ho detto, cioè la rottura e sostituzione del disco rigido del PC, cui si è aggiunto un breve periodo di vacanza.
Per quanto al “cosa scrivere” per fortuna ci sono i preziosi suggerimenti di chi mi segnala cose (ad esempio la ripresa della discussione sull’accordo formazione RSPP con una riunione della Conferenza Stato Regioni prevista per la seconda metà di giugno) e poi, purtroppo, ci sono i social con Facebook e tutta la porcheria che vi si trova dentro... (anche nei gruppi tecnici, o che dovrebbero essere tali).
Sentite questa: “In una ditta c’è un solo lavoratore. Il datore di lavoro è anche RSPP (e fin qui tutto bene), il lavoratore si è autonominato RLS”. Domanda: “bisogna verbalizzare l’autonomina o basta così?”.
E via una discussione con decine di geni che intervengono per dire la loro sul fatto che è meglio verbalizzare, trasmettere il nominativo all’organismo paritetico e all’INAIL, che altrimenti ti sanziona, magari anche a formarlo e aggiornarlo (32 ore iniziali più 4 di aggiornamento ogni anno e chissà se il datore di lavoro lo sa, aggiungo io) e non vorrai mica fare ricorso al RLST. Il RLS è un diritto del lavoratore e se lui lo vuol fare, non puoi impedirglielo... e avanti così. Il “fior fiore” dei giovani tecnici della prevenzione impegnati in una discussione senza fine, mettendoci la faccia...
A proposito di sicurezza “sostanziale”, più burocrati di vecchi funzionari della Pubbliche Amministrazioni nella quale molti dei giovani Tecnici della Prevenzione aspirano ad entrare, lanciando alti lai per il fatto che concorsi non ne vengono (e non ne verranno) fatti.
E che ne dite dei quesiti sulla formazione posti da un ente (trattandosi di attività finanziata) che dovrà rilasciare gli attestati?
I corsi per i lavoratori prevedono 4 ore di formazione generale + 4 ore di formazione specifica.
-         Domanda 1: devono essere rilasciati 2 attestati di 4 ore o ne basta uno unico di 8 ore? L’attestato può essere rilasciato a fronte di una frequenza per almeno il 90% delle ore di formazione previste.
-         Domanda 2: nel caso di partecipanti che si assentino per 24 minuti (10% di 4 ore) sulle 4 ore di formazione generale, è possibile rilasciare l’attestato di formazione generale?
-         Domanda 3: E nel caso si assentassero per ulteriori 24 minuti durante le 4 ore di formazione specifica è possibile consegnare l’attestato di formazione specifica rischio basso?
-         Domanda 4: E se si assentassero per 48 minuti (10% di 8 ore) durante le 4 ore di formazione generale, ma fossero poi sempre presenti (4 ore) durante la formazione specifica, quale attestato andrebbe consegnato loro?
E poi ci sono gli interpelli, quelli ai quali risponde l’apposita Commissione, che Guariniello chiama la “Cassazione 2”, che non sai bene se le domande se le scrivano i funzionari ministeriali, che poi se le spediscono per interposta persona (organizzazione), tanto per occupare il tempo e darsi un ruolo.
A proposito dell’accordo sulla formazione degli RSPP che avrebbe dovuto essere rivisto entro il 2009, pare che qualcuno al Ministero se ne sia ricordato e che la cosa torni alla ribalta, prima del referendum sulla riforma costituzionale, il che impedirebbe al Ministero di poter dare la colpa alla Conferenza Stato-Regioni di quanto contenuto nel “nuovo” (si fa per dire visto che sono almeno 4 anni che saltella da un tavolo all’altro) Accordo. 
Tenuto conto che si tratta di dar seguito anche alle previsioni di cui agli articoli 32, comma 5-bis e 37, comma 14-bis in cui si parla di crediti formativi, meglio non scherzare. La prossima riunione della Conferenza stato regioni sull’argomento è prevista per la seconda metà di giugno (sempre che le informazioni in mio possesso siano corrette).
E poi in questo periodo sono stato impegnato anche su altri fronti, professionali e non, e, infine, con la graduatoria del concorso per il peggior prodotto per la sicurezza 2016 (la possibilità di votare scadeva il 22 maggio) e i cui risultati pubblicherò nelle prossime ore. 
Cioè quando il mio PC ritornerà operativo.

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Friday, June 03, 2016 10:48 AM
Subject: PARTECIPAZIONE DI CARLO SORICELLI A FUORI TG DEL 31 MAGGIO

In questi giorni un’autentica carneficina di agricoltori schiacciati dal trattore: sono nove dal 26 maggio e 45 dall’inizio dell’anno.
Partecipazione di Carlo Soricelli a Fuori TG del 31 maggio.
Emergenza morti schiacciati dal trattore.

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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Monday, June 06, 2016 12:20 AM
Subject: C'E’ ANCORA CHI LOTTA CONTRO IL MODELLO MARCHIONNE!

“Gli Italiani sono senza palle”. Questo commento l'abbiamo sentito decine di volte in questi giorni. Parla la nostra frustrazione, il senso d'impotenza nel vedere i nostri diritti erosi giorno dopo giorno da un Governo che fa i diretti interessi dei padroni. Quegli stessi interessi contro cui invece si stanno battendo i nostri cugini francesi, dando una prova straordinaria di coraggio e forza di volontà. 
Così finiamo però per fare il gioco dei nostri aguzzini: questi pensieri subdoli, latamente razzisti, giustificano la nostra stessa inazione, i compromessi a cui cediamo ogni giorno e rafforzano quei dirigenti sindacali opportunisti che abbiamo sentito dire innumerevoli volte che "tanto i lavoratori non lottano e gli scioperi non riescono" e quindi sarebbe proprio inutile provarci.
La verità però e che scioperi e lotte non ne mancano. Certo dentro e fuori i luoghi di lavoro domina ancora lo sconforto e la sfiducia, ma questi sono quasi più un sintomo che una causa.
A monte c'è la divisione, l'isolamento e la concorrenza tra lavoratori che i padroni, con la complicità di politici, giornalisti e sindacalisti venduti, portano avanti deliberatamente e in maniera quasi scientifica. Il primo a dire che "la lotta di classe è finita" è Marchionne, l'amministrato delegato Fiat-Chrysler, lo stesso che la porta avanti in prima linea.
Vi ricordate di Pomigliano 2010? Solito ricatto: "in Polonia gli operai lavorano di più e pagati meno, se non vi adeguate lo stabilimento lo spostiamo lì". Fu così che si fece passare un accordo che tagliava pause, aumentava ritmi, imponeva straordinari obbligatori nei festivi. Con la sorpresa di tutti, anche dell'azienda che puntava su un plebiscito, il 40% degli operai disse comunque di NO a quel referendum farsa.
Sono passati quasi 6 anni ormai e il modello Marchionne sta diventando realtà. Perché oltre al dilagare dell'aumento dei ritmi e del taglio dei salari, c'era una clausola terribile nell'accordo di Pomigliano poi estesa a tutti gli stabilimenti FCA, che da eccezione sta diventando norma.
Quella per cui i sindacati sono responsabili della "esigibilità" degli accordi passati in maggioranza, anche quelli su cui erano eventualmente in disaccordo. Una limitazione terribile dell'agibilità e del conflitto nel luogo di lavoro, una sorta di guerra preventiva al conflitto che è stata ripresa e rilanciata nell'accordo di gennaio 2014 sulla rappresentanza sindacale firmato da Confindustria e CGIL, CISL,UIL. Che è stata recepita nel nuovo CCNL dei metalmeccanici e che nei piani del Governo Renzi potrebbe diventare legge.
Ma perché tutta questa preoccupazione per il conflitto?
Perché blindare in questo modo l'attività sindacale?
Perché nonostante le chiacchiere e la propaganda i padroni sanno bene che i malumori sono profondi e che i sacrifici che ci stanno chiedendo alla lunga intollerabili. E che da un momento all'altro la corda potrebbe spezzarsi.
E lo si vede proprio alla FIAT! Nel silenzio assordante dei media, da un anno gli operai degli stabilimenti di Melfi e Termoli stanno portando avanti scioperi contro gli straordinari obbligatori del sabato. Scioperi difficilissimi che si sono dovuti scontrare all'inizio con lo sconforto e la paura creata ad arte dalla dirigenza aziendale, ma che sono arrivati a coinvolgere fino all'80% dei lavoratori e hanno costretto la Fiat a chiudere lo stabilimento di Termoli quasi tutti i sabati degli ultimi due mesi!
Avete sentito parlare di queste lotte sui giornali? Immaginiamo di no. E qualche politico si è presentato davanti ai cancelli? Certo che no. Intanto però Renzi plaude a Marchionne, che in cambio fa esplicite dichiarazioni di sostegno al suo governo. E i sindacati? Lasciando perdere FILM, UILM e FISCAL, totalmente allineati alle posizioni dell'azienda, pure la FIOM ha abbandonato questi lavoratori, dichiarando "incompatibili" con la propria organizzazione i coraggiosi delegati che hanno organizzato gli scioperi, colpevoli di averlo fatto coordinandosi con i sindacati di base e secondo loro non rispettando quindi la gerarchia interna.
Dall'altra parte però i padroni ci studiano e quello che facciamo lo sanno bene. Senza citare esplicitamente gli scioperi all'FCA, questo scriveva il Sole 24 Ore un mese fa a proposito della riforma della contrattazione nazionale: "lo sciopero non può essere utilizzato dai sindacati dissenzienti per far saltare il contratto aziendale. Ad esempio il contratto aziendale prevede lo straordinario il sabato, ma i sindacati scioperano per liberare i lavoratori da questo obbligo".
Più chiaro di così!
E allora sta a noi prendere coscienza della nostra forza, uscire dallo sconforto, coordinare, sostenere le piccole e grandi battaglie che migliaia di lavoratori portano avanti ogni giorno con coraggio sul proprio posto di lavoro.
Supportare la loro resistenza quotidiana e prepararci così all'offensiva.
Al link:
il video “Contro il modello Marchionne si lotta ancora!”.

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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Monday, June 06, 2016 12:20 AM
Subject: PADOVA: TRASPORTO PUBBLICO IN SCIOPERO

Venerdì 3 giugno a Padova i dipendenti Busitalia hanno scioperato nuovamente e questa volta per tutta la giornata, garantendo solo le fasce obbligatorie. Adesione altissima come in occasione dello sciopero di 4 ore del 17 maggio: parliamo dell'80% dei mezzi e delle corse bloccate.
La città ha sfiorato la paralisi, come titolano i quotidiani locali di oggi ed è stata evitata solo perché la dirigenza aziendale ha spostato tutti gli autisti più "fedeli" (ma a casa nostra hanno un nome ben diverso...) sulla linea del tram e ha inoltre potuto sfruttare i dipendenti delle linee subappaltate a cooperative e altre piccole aziende private che gestiscono alcune linee stabilmente e hanno alcuni addetti anche su altre linee.
Nonostante questo e la ricattabilità dei pochissimi neoassunti con i nuovi contratti a "tutele" inesistenti i mezzi erano fermi in deposito e anche il tram passava solo rarissimamente guidato anche dal rappresentante sindacale CISL che evidentemente non rappresenta più nessuno.
Chi ha 20 o più anni di servizio e ha vissuto sulla propria pelle la privatizzazione e i rivolgimenti degli ultimi tempi si è rigorosamente fermato. Perché così non è possibile continuare.
La nuova turnazione è irrazionale e impedisce a lavoratrici e lavoratori di avere una vita sociale e familiare decente, con nastri orari fino a dieci ore e mezza di cui solo 4 o 5 di guida effettiva. L'arroganza della dirigenza che non dà risposte ai lavoratori sulle ferie o comunica i turni e le variazioni da un giorno all'altro, il trattamento degli inidonei che vengono lasciati a casa, l'ostinazione a non rinnovare le RSU perché la non rappresentatività e la sudditanza dei confederali fanno comodo... tutto questo rende impossibile lavorare in Busitalia.
Il peggioramento del servizio e i tagli alle corse sono sotto gli occhi di tutti, e a ciò si aggiungono i sempre più frequenti guasti e incidenti nonché l'aumento del biglietto acquistabile via SMS da 1,30 a 1,80 euro!
Insomma questa privatizzazione come tante altre si è tradotta in un peggioramento del servizio per gli utenti e cittadini ed un'insostenibile condizione di lavoro per i dipendenti, qui come nelle altre città dove Busitalia ha acquistato il servizio di trasporto solo lavoratori e utenti possono invertire la rotta.
Al link:
il video “Padova: Sciopero dipendenti Busitalia 3 giugno 2016”.

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From: Federazione Toscana del Partito dei CARC federazionetoscana@gmail.com
To:
Sent: Monday, June 06, 2016 10:04 AM
Subject: SULLE SCRITTE DAVANTI ALLA PIAGGIO DI PONTEDERA

Sulle scritte davanti la Piaggio di Pontedera.
Terrorista è chi licenzia e chiude le aziende!
Solidarietà alle due licenziate.
Con questo breve comunicato, intendiamo rispondere a quanto scritto su Toscana Media News, in particolare rispetto all'articolo comparso sabato 4 giugno, dal titolo: “L'ombra dei CARC sui muri della Piaggio”:
Chi scrive (lui sì che rimane nell'ombra, visto che non si è firmato!) dice di noi: "Carc... Comitati di appoggio alla rivoluzione per il comunismo, storico gruppo terroristico della galassia estremista (...)”.
Ebbene, chiariamo un paio di cose, vista la scarsa padronanza della lingua italiana dimostrata dall'autore del testo.
Innanzitutto, l'acronimo “CARC” sta per Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.
Resistenza intesa come quella che oppongono le masse popolari agli effetti devastanti della crisi, che affianchiamo senza riserve: nelle fabbriche e nelle scuole, nei comitati ambientalisti, di tutela della sanità pubblica, per l'emancipazione dei giovani, delle donne e degli immigrati.
Il Partito dei CARC promuove la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) come il migliore strumento, nella fase attuale, per avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista e per fare fronte agli effetti più immediati della crisi.
Tale governo sarà costituito da persone che riscuotono la fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari e che sono decise a dare forma e forza di legge ai provvedimenti che le organizzazioni interessate indicheranno, caso per caso, per realizzare nel concreto le sei misure generali che costituiscono il programma del Governo di Blocco Popolare:
-         assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa);
-         distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e a usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi;
-         assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato);
-         eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti;
-         avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione;
-         stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
L'attacco che ci vorreste fare rientra nel lungo filone di persecuzione a danno dei comunisti, che il nostro Partito ha affrontato nel corso della sua storia.
Nel corso degli anni abbiamo affrontato ben otto processi con l'accusa di associazione sovversiva (vi lasciamo immaginare l'enorme dispendio di risorse pubbliche!), ognuno di questi processi si è concluso con l'assoluzione.
Rispetto all'accusa di terrorismo, al limite, semmai va rivolto ai padroni che licenziano, sdoganati grazie a leggi come Jobs Act, Riforma Fornero e Buona Scuola, ai cosiddetti rappresentanti delle “Autorità” che favoriscono il saccheggio e la devastazione dei territori (come accade nelle Apuane, nella Piana fiorentina e lungo le coste del nostro Paese, martoriate dalle trivelle, tanto per fare tre, fra i mille esempi!), ai tanti intellettuali e preti che diffondono concezioni reazionarie superate dalla Storia, che noi combattiamo diffondendo e propagandando la concezione comunista del mondo, necessaria per trasformarlo, per accompagnare il movimento della società capitalista, giunta alla sua fase terminale, verso una società superiore: il comunismo.
Per quanto riguarda le scritte incriminate, le rivendichiamo.
Le “fabbriche agli operai” sono, a nostro avviso, una soluzione concreta alla dismissione che, padroni come Colannino, stanno portando avanti a danno del tessuto produttivo del nostro Paese.
Non lo diciamo noi “terroristi”, ma i dati, che nel giro di 15 anni il numero degli operai, in Piaggio, è passato da 10.000 a 3.000 scarsi!
Come se non bastasse, sempre in Piaggio, è in fase di smantellamento il reparto di ricerca e innovazione.
Anche un “profano” comprenderebbe che quando si taglia la ricerca e lo sviluppo tecnologico, e si pensa di competere sul “basso costo”, si sta avviando l'azienda verso la morte lenta.
Le due operaie licenziate (altro che “provvedimenti disciplinari”!) hanno usato “toni forti” contro la passerella che il premier Renzi avrebbe voluto fare in fabbrica.
Ma la realtà, imposta dal padrone, in Piaggio (e in generale nelle fabbriche italiane) è fatta di turni massacranti, salari indegni e reparti confino per chi è logorato da anni di catena, condizioni di lavoro sempre più precarie e distruttive.
Chi sarebbero i veri terroristi, dunque?
Ringraziamo il quotidiano online “Toscana Media news” per la pubblicità indiretta, e rimandiamo la questione alle apposite sedi giudiziarie a voi tanto care, visto che quanto affermate nei confronti della nostra organizzazione racchiude tutti gli estremi del reato di diffamazione.
Naturalmente, continueremo il nostro lavoro alla Piaggio e ovunque ci sia da sostenere la classe operaia e le masse popolari nella lotta per costruire l'alternativa politica.

Federazione Toscana del Partito dei CARC

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From: Valerio Gennaro valerio.gennaro52@gmail.com
To:
Sent: Monday, June 06, 2016 10:24 AM
Subject: CORNIGLIANO, RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA

Da Primo Canale

SALUTE E MEDICINA

CORNIGLIANO, RIVAROLO E BOLZANETO: ECCO I QUARTIERI DOVE SI MUORE DI PIU’ A GENOVA

LA RICERCA DEL DOTTOR VALERIO GENNARO

giovedì 26 maggio 2016
Cornigliano, Rivarolo, Bolzaneto: ecco i quartieri genovesi dove si muore di più, secondo i dati raccolti dal dottor Valerio Gennaro della Società internazionale dottori per l’ambiente (ISDE), che ha preso in esame le donne: il 36% in più rispetto alla media.
Seguono Prà e Oregina-Lagaccio, con più 13%.
Le cause?
"Basta chiederlo a chi vive lì, come si sente” - spiega Gennaro – “intanto la povertà e poi l'inquinamento e certi lavori e la situazione socio economica nel suo complesso"
"Questo dovrebbe indurre la politica sul perché avvengono fenomeni di questo tipo” - dice Gianni Pastorino, consigliere regionale di Rete a Sinistra -  “orientando le scelte, cosa che non è avvenuta con una depredazione dei servizi sanitari in Valpolcevera, con 160.000 abitanti che hanno difficoltà anche ad andare all'ospedale, e questa può essere anche una causa della grande quantità di decessi. Non a caso il quartiere dove si muore meno della media, anche il 20% in meno, è San Martino".
Da qui un’interrogazione di Rete a Sinistra in Regione per chiedere una analisi epidemiologica.
Altra interrogazione sul registro del mesotelioma, carente di risorse, è l’accusa.
La malattia, che deriva dall’esposizione ripetuta all’amianto,  uccide in nove mesi ma si manifesta anche dopo 40 anni. In Liguria ogni anno 160 nuovi casi e dal 1996 a oggi 2.314 casi.
Settori più colpiti l’edilizia, i cantieri navali, raffinerie di petrolio e acciaierie. E pensate che muoiono anche, in alcuni casi, le mogli degli operai esposti, a forza di maneggiare le tute da lavoro dei mariti.

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From: Muglia La Furia fmuglia@tin.it
To:
Sent: Monday, June 06, 2016 4:21 PM

Sono moltissime le segnalazioni pervenute, grazie davvero. 
Purtroppo però, o per fortuna, le vostre preferenze hanno riguardato un po’ tutti i prodotti in gara, da quelli sulla formazione (che ha fatto la parte del leone), ai prodotti, alle soluzioni tecniche. 
Molti i prodotti finiti ex aequo con una  graduatoria cortissima e premiare un prodotto che supera il diretto concorrente per una manciata di preferenze, pare proprio brutto.
Ecco che, sentita anche la giuria, escludendo il prodotto n. 002 “Formazione” proponente PM:
cancellato da quelli in gara (ma non dalla nostra memoria)  per essersi attribuito la vittoria a gara ancora in corso, si è deciso di ritenere i primi 4 classificati tutti vincitori “pari merito”.  
Come fare a dividersi i premi in palio... è un problema loro.
Pertanto la classifica finale del concorso è la seguente:
Categoria formazione:  
n.7 “Corsi a Cosenza Che Confusione"
n.9 “ A Potenza i corsi li fanno con il Couch”
Categoria Miracoli:
n.8: "Increddibbbile: mai più sanzioni o le paghiamo noi!" 
Sempre ex equo, ma con una speciale nota di demerito in quanto designato dal pubblico, va al prodotto n.5 “Un Decalogo per la sicurezza nei cantieri edili per l’alto valore delle banalità e scempiaggini messe insieme dall’Ordine degli architetti:
Quindi,  niente vincitori, né vinti.
In questa partita hanno perso tutti coloro i quali sono convinti che la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro sia una cosa seria

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Posta Resistenze posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, June 09, 2016 2:42 AM
Subject: A TORINO “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”

Tutti gli avvenimenti della fase calda 2012-2013
Giovedì 16 giugno ore 21.00
Libreria Comunardi
via Bogino 2/b Torino
Intervengono:
-         gli autori del libro (http://tarantocontro.blogspot.it);
-         gli avvocati di parte civile di operai/cittadini al processo ILVA, Bonetto, Vitale, Pellegrin.
Invitati:
-         familiari Thyssen, Eternit, realtà sociali e politiche;
mentre è ripreso il maxi processo contro Riva e i suoi complici ed è in corso la svendita dell'ILVA da parte del governo Renzi a nuovi padroni.
Attraverso articoli, documenti, analisi, il libro ripercorre i 2 anni caldi 2012/2013 per riportare come realmente è andata e di cosa si tratta e deve trattarsi dell'ILVA: una guerra di classe, in cui si sono scontrate e si scontrano due opzioni, quella del potere di un sistema capitalista e quella della classe operaia e delle masse popolari.

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Thursday, June 09, 2016 9:22 AM
Subject: DA QUANDO SI E’ INSEDIATO IL GOVERNO RENZI SONO MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE 334 AGRICOLTORI

Da quando si è insidiato il Governo Renzi sono morti schiacciati dal trattore ben 334 agricoltori. Un numero di morti incredibile che però hanno lasciato nell’indifferenza questo governo.
Sia Renzi che Poletti e Martina sono stati avvertiti dall'osservatorio che ho aperto il 1° gennaio 2008, tramite mail alle loro segreterie nel febbraio 2014, sia nel 2015 che nel 2016 dell’imminente strage che ogni anno con l’arrivo del bel tempo si verifica puntuale.
Tra l’altro a questo impressionante numero di morti occorre aggiungerne altri che muoiono indirettamente sulle strade provocate da questo mezzo. Poi non dimentichiamoci dei bambini trasportati a bordo e che muoiono numerosi.
Quest’anno la strage è ricominciata con un po’ di ritardo per il mal tempo persistente. Ma sono già ben 48, ma nelle ultime due settimane i morti provocati da questo mezzo sono stati ben quindici. Praticamente c’è stato un morto al giorno.
Ho lanciato l’allarme anche attraverso “fuori TG” su questa vera emergenza (vedi link in fondo). Occorre dire che stampa e televisione ne hanno parlato diffusamente. Ma se la politica non se ne occupa le morti provocate da questo mezzo mortale continueranno.
Chi dovrebbe occuparsene in prima persona è il ministro Martina. E’ questo ministro il responsabile delle politiche agricole, ma mai abbiamo sentito una parola su queste tragedie. Occorrerebbe una forte campagna informativa sulle morti causate dal trattore, ma niente, neppure un twitter. Tra l’altro occorrerebbe rottamare i vecchi trattori con incentivi. Ma niente.
Questo governo è latitante sul fenomeno morti sul lavoro. Ne sono morti complessivamente oltre 3.000 da quando Renzi si è insediato, di questi oltre 1.500 sui luoghi di lavoro.
E’ desolante assistere impotenti e vedere che chi dovrebbe occuparsene non lo fa.
Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna
http://cadutisullavoro.blogspot.it
Il video della puntata di “Fuori TG” dedicata agli infortuni sul lavoro è al link:

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From: Partito Rifondazione Comunista Casole d'Elsa rifondazionecasole@gmail.com
To:          
Sent: Thursday, June 09, 2016 10:01 AM
Subject: SALUTE DEI LAVORATORI ALL'APERTO

CONSIGLIO REGIONALE: APPROVATA MOZIONE SÌ TOSCANA A SINISTRA PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI AL CALDO ESTIVO
Nella seduta di oggi il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una nostra mozione per aumentare la tutela dei lavoratori maggiormente a rischio per l'esposizione al caldo estivo, come gli agricoltori, gli addetti alla raccolta di frutta o verdura nei campi e nelle serre, gli operai dei cantieri edili e stradali e, temporaneamente, in città i vigili urbani.
Con l’avvicinarsi della stagione estiva molte categorie di lavoratori che operano all’aperto si troveranno ad affrontare condizioni di alte temperature e umidità ed esposizioni dirette ai raggi del sole. Di là dal semplice aspetto di disagio fisico, aumentato dallo sforzo, bisogna ricordare che tali condizioni possono portare a patologie professionali anche gravi e all’aumento degli infortuni per le disagevoli condizioni psicofisiche.
E situazioni di caldo estremo, ad esempio, possono portare a collassi cardiocircolatori. Così come bisogna tenere conto che l'ozono, che raggiunge picchi notevoli da giugno a eettembre, oltre che essere un irritante, è anche un potenziale cancerogeno. L’ozono paradossalmente è più elevato nelle zone collinari che non nelle città, perché gli altri inquinanti, come gli ossidi di azoto, tendono a “scacciarlo” verso le zone meno inquinate.
Tutta questa tipologia di rischio è già contemplata nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/08), ma spesso le prescrizioni sono inapplicate. Per questo con la nostra mozione impegniamo la Giunta regionale a dare precise disposizioni ad ARPAT e ai Dipartimenti di Prevenzione delle 3 ASL di Area Vasta per un monitoraggio costante e approfondito delle condizioni climatiche durante i periodi più caldi, segnalando immediatamente le situazioni di pericolo per la salute e la stessa vita dei lavoratori. Nei casi di concreto rischio e pericolo per la salute e la vita dei lavoratori, si dovranno utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per vietare il lavoro all'aperto, oltre le ore 12:00, presso le aziende agricole, le imprese edili, i cantieri, ecc., e, comunque, intervenire affinché sia attuata una programmazione oraria nelle ore con temperature più' favorevoli, preferendo l'orario mattutino.

Tommaso Fattori e Paolo Sarti
Segreteria Sì Toscana a Sinistra
Consiglio Regionale delle Toscana
Via Cavour, 4 Firenze
telefono 055 23 87 506

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From: Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
To:
Sent: Thursday, June 09, 2016 3:47 PM
Subject: BASTA CON LA PRESCRIZIONI DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO

EGREGIO SIGNOR PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
EGREGI SIGNORI MEMBRI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL  SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMENTI E PROPOSTE SULLA PRESCRIZIONE DEI REATI
Medicina Democratica (nata a Milano nel 1976) e l’Associazione Italiana Esposti Amianto (nata a Casale Monferrato nel 1989), pur nella loro diversità statutaria e organizzativa, perseguono l’affermazione del diritto alla salute, la salvaguardia della salubrità ambientale, la lotta contro l’emarginazione sociale.
Queste associazioni si sono spesso rivolte agli organi giudiziari quando hanno constatato che la Costituzione e le leggi a difesa della salute venivano lese o non applicate. E ciò in particolare dagli anni 2000 in avanti avendo preso atto delle difficoltà della politica a rispondere alle richieste di diritti e di giustizia che venivano loro sottoposte.
In particolare esse hanno chiesto di essere riconosciute parti civili in procedimenti giudiziari che hanno messo sotto accusa i vertici delle diverse realtà industriali dislocate sul nostro territorio nazionale, gli enti e le persone preposte alla salvaguardia della sanità pubblica. Nella quasi totalità dei casi la richiesta di costituzione di parte civile è stata accolta.
Il primo processo che ha visto la partecipazione attiva di Medicina Democratica è stato quello che riguardava il Petrolchimico di Porto Marghera iniziato il 13 marzo 1998; da allora a oggi ne sono seguiti molti altri (circa una trentina). E, oggi come ieri, il problema della prescrizione dei reati ci ha sempre accompagnato. Va sottolineato che MD e AIEA si costituiscono parte civile per ottenere giustizia e verità  e si mettono a fianco delle vittime (o dei loro eredi) che hanno molte difficoltà a intervenire nei processi per mancanza di conoscenze e di comprensione del complesso mondo dei tribunali. Costoro non comprendono (allo stesso modo della gran parte dei cittadini) perché chi ha subito un grave torto non possa ottenere giustizia anche dopo molto tempo dal verificarsi dell’evento: ma soprattutto non comprendono le ragioni per le quali l’inizio del processo di primo grado non sospenda la prescrizione del reato. Perché questo avviene? (o deve avvenire?).
Parliamo di un altro grande processo che abbiamo seguito dagli inizi davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) fino al giudizio finale davanti alla Corte di Cassazione, ovvero quello che ha riguardato l’Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli che si è concluso, come ormai noto a tutti, con la prescrizione del reato ancor prima dell’inizio del processo. Così il giudice della Prima sezione penale della Corte si è pronunciato il 19/11/14 2014: “Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti dell’imputato Schmideiny Stephan (omissis) perché il reato è estinto per prescrizione maturata anteriormente alla sentenza di primo grado”. In primo grado (13 gennaio 2012) si trattava di 2.969 parti offese di cui 1.800 decedute con 6.300 parti civili. Tutto è stato cancellato: il procedimento davanti al GUP, la condanna davanti al Tribunale di Torino, la successiva condanna davanti alla Corte d’Appello con i conseguenti risarcimenti per le vittime, peraltro mai erogati dal magnate svizzero Stephan Schmidheny, nonostante la provvisoria esecuzione delle statuizioni di primo e secondo grado.
C’è stata una grande disapprovazione, non solo tra le vittime dirette,  i loro familiari e le associazioni, ma anche nell’opinione pubblica e in gran parte delle parti politiche. Anche il Presidente del Consiglio dei Ministri ha preso posizione affermando esplicitamente che era necessario intervenire.
E’ iniziata la discussione in merito, ma per ora nulla è cambiato. A molti non è sfuggita l’affermazione del Procuratore Generale di Cassazione che si era pronunciato per la richiesta di prescrizione (senza rinvio) “La prescrizione non risponde a esigenze di giustizia ma ci sono momenti in cui diritto e giustizia vanno da parti opposte”.
Ma, da che parte va la COSTITUZIONE REPUBBLICANA?...
Ed è proprio questo concetto il nodo fondamentale che, ad avviso degli scriventi, ha impedito di arrivare a un superamento della prescrizione.  Non può esserci una contraddizione fra diritto e giustizia. Se così fosse (ma molti giuristi nel caso del processo Eternit hanno mostrato di essere di diverso avviso della Cassazione, pur sapendo che il suo giudizio è quello definitivo) è necessario ed evidente modificare le norme: il diritto serve per ottenere giustizia. Non ha alcun senso seguire un diritto che si pone in contrasto con la giustizia.
Per nostra esperienza, quasi sempre nei processi penali si ha a che fare con la prescrizione: essa è una spada di Damocle che incombe perennemente. OCCORRE ELIMINARLA.
Facciamo altri esempi:
PROCESSO TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA, Tribunale di Bassano del Grappa, contro Garbossa e altri:  iniziato il 02/03/10, assoluzione in primo grado 11/08/11, condanna dalla Corte di Appello di Venezia, conferma dalla Corte di Cassazione 13/09/13 n. 37762 con prescrizione dei reati commessi nei confronti di Ceschi Roberto deceduto (carcinoma polmonare) il 10/10/10a Bassano del Grappa.
PROCESSO MARINA MILITARE 1, Tribunale di Padova, contro Bini e altri: iniziato il 10/07/08, con sentenza di assoluzione in primo grado il 19/11/11,  con prescrizione del reato in Appello (Venezia)  il 14/07/14 a danno di Giuseppe Calabrò deceduto (mesotelioma) il 03/02/02 a Padova  e  Giovanni Daglivo deceduto (mesotelioma) il 04/09/05.
PROCESSO FINCANTIERI DI PALERMO: sentenza in primo grado del 26/04/10 n. 2093, sentenza in Cassazione del 16/03/15 n. 11128, su 62 capi di imputazione, 18 prescrizioni a danno di: Amari Luigi (carcinoma polmonare) deceduto il 24/03/98, Baiamonti Giovanni (carcinoma polmonare) in vita, Bernardo Vincenzo (asbestosi) in vita, D’Angelo Rosolino (carcinoma polmonare) deceduto il 17/06/97, Fercarotta Lorenzo (asbestosi polmonare) in vita, Mantione Attilio (asbestosi polmonare) in vita, Minafò Vincenzo (asbestosi polmonare) in vita, Petti Pietro (mesotelioma pleurico) deceduto il 18/06/94, Vizzi Alfonso (asbestosi polmonare) in vita, Cusimano Domenico (asbestosi pleurica) in vita, Duecento Vincenzo (asbestosi polmonare) in vita, Mallia Mario (asbestosi polmonare) in vita, Massaro Ettore (asbestosi pleurica) in vita, Piazza Giuseppe (asbestosi polmonare) in vita, Riella Salvatore (asbestosi polmonare) in vita, Sampiero Paolo (asbestosi polmonare) in vita, Zambito Alfonso (asbestosi pleurica) in vita, Musso Benedetto Antonio (asbestosi polmonare) in vita.
PROCESSO MONTEDISON DI MANTOVA, contro Porta e altri, iniziato il 19/03/10, prescrizione a danno di Negri Francesco (tumore linfoemopoietico) deceduto il 23/06/1999 e di Bonfante Mario (carcinoma polmonare deceduto il 16/07/1999.
Anche i processi milanesi, recentemente conclusi  in primo grado o ancora pendenti, nei quali MD ed AIEA sono costituite parti civili, hanno scontato il peso della prescrizione: solo a titolo esemplificativo si ricorda che nel processo contro i vertici dell’Alfa Romeo, poi Fiat, stabilimento di Arese (MI) (attualmente in fase dibattimentale avanti la IX Sezione Penale del Tribunale di Milano) l’allora GUP, già in fase di udienza preliminare, aveva dichiarato prescritti numerosi omicidi colposi (decessi amianto correlati): in questo caso la prescrizione ha addirittura privato le rispettive famiglie del sacrosanto diritto di  veder celebrato il processo per la morte dei loro cari.
In occasione della requisitoria del Pubblico Ministero nel citato processo Petrolchimico di Mantova, avevamo emanato il seguente comunicato in data 20/05/14:
“BASTA CON LA PRESCRIZIONI DEGLI OMICIDI COLPOSI SUL LAVORO
Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto nel processo contro Montedison unitamente al Coordinamento delle associazioni degli ex esposti all’amianto e a tutte le sostanze tossiche e cancerogene rivolgono un appello alle forze democratiche e alle istituzioni per chiedere l’abolizione della prescrizione dei reati sul lavoro e nell’ambiente.
Eliminare la prescrizione per questi reati non solo significa fare più giustizia, ma ridurre le morti da lavoro e da insalubrità ambientale”.
A conclusione di questo documento, ci rifacciamo al precedente Comunicato sottolineando che ove non fosse possibile l’abolizione della prescrizione, questa dovrebbe essere sospesa a partire dal primo grado di giudizio, perché mantenerla nella sua formulazione attuale significa coprire gravi o gravissimi reati commessi da chi gode o ha goduto di posizioni di potere e di ricchezza.

Per Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto
Fulvio Aurora
Milano, 5 giugno 2016

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From: Muglia La Furia fmuglia@tin.it
To:
Sent: Thursday, June 09, 2016 4:20 PM

I corsi di formazione? Si facevano in trattoria!
La notizia l’ho ripresa dalla Gazzetta di Modena (vedi il link) di mercoledì 8 giugno e riguarda ancora una volta l’organizzazione di corsi di formazione “farlocchi”. 
Significativo rimane il fatto che sia iniziato il processo a carico dei responsabili della Promotech Scarl di Modena (oggi in liquidazione), nata per promuovere la consulenza e la formazione per sicurezza sul lavoro e, soprattutto, organizzare corsi di formazione.  
I tre imputati,  rinviati a giudizio con l'accusa di aver organizzato corsi di formazione di nessun valore, sono accusati di associazione a delinquere per i falsi certificati e sostituzione di persona.
La formazione infatti, secondo l’accusa, si faceva a tavola e i corsi si riducevano a una mangiata al ristorante con scampagnate anche in Toscana e qualche minuto di spiegazione “pro forma”.
Il programma del corso? Semplice, era il menù!
Destinatari dei corsi alcuni agricoltori che avevano necessità di ottenere l’abilitazione all’uso del trattore e di altre attrezzature (movimento terra, gru, carrelli elevatori), ma che, secondo la pubblica accusa (le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza) la Promotech non poteva organizzare non essendo in possesso dell'accreditamento regionale (in base agli accordi Stato-Regione del 2012) per rilasciare attestati di frequenza.
Da quanto ricostruito dalla Procura, i corsi però finivano spesso con una bella mangiata in un ristorante in Emilia o in Toscana. Cene affollate: si apparecchiava per troppi partecipanti, molti di più di quelli previsti dalla legge. Si radunavano in locali privi di salette attrezzate per le spiegazioni teoriche e tanto meno per prove tecniche, ma che si prestavano tra un piatto e l’altro a corsi in pillole, pochi minuti di “infarinatura” nei quale si spiegava ai convitati l’argomento del corso e poi, dopo dessert e amaro, si consegnava l’attestato. Il pezzo di carta aveva un costo: da 50 in su.
Insomma, questi agricoltori pagavano per avere carta straccia. Documenti falsi, secondo la Procura, e soprattutto non utilizzabili, se non come carta igienica che, dopo la grande abbuffata... 
Seguiremo gli sviluppi del processo nelle prossime udienze.

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Friday, June 10, 2016 3:47 PM
Subject: CONVEGNO SU STRESS E MOBBING MILANO 7 GIUGNO: UN BUON SUCCESSO

Vi giro i link per scaricare i materiali del Convegno svoltosi a Milano in Clinica Mangiagalli martedì 7 giugno. Più di 150 partecipanti.
Si è fatto, forse, un passetto avanti per arrivare alle modifiche normative che auspichiamo da tempo: modificare il D.Lgs. 81/08 per creare un’area specifica su stress, vessazioni e violenza e introdurre nell’ordinamento giuridico il reato di vessazioni sul lavoro (cioè mobbing).
Dal Convegno è venuta fuori l’importanza della soggettività dei lavoratori nella valutazione del rischio stress e mobbing, cosa che oggi viene quasi sempre bypassata dai datori di lavoro, anche a causa delle lacune normative.
Bisognerebbe fare fronte per fare proposte unitarie unendo anche la proposta sull’abolizione della prescrizione per il reato di omicidio sul lavoro e omicidio ambientale. Quindi,come si disse nell’ultimo Direttivo a cui partecipò il nostro Luigi Mara, l’abolizione della prescrizione non può non accompagnarsi all’introduzione del reato specifico di omicidio (e strage) sul lavoro e omicidio  (e strage ) ambientale.
Al prossimo Direttivo del 2 luglio (cui non parteciperò in quanto prenderò un breve periodo di riposo e tornerò proprio il 2) sarebbe necessario focalizzare un po’ tutto.
Nel futuro convegno di Bologna dell’autunno si potrebbero lanciare tutte le proposte che ho prima elencato in via ufficiale,invitando in una mezza giornata dedicata le Associazioni con noi interessate (AIEA, e AIBeL in primis).
Saluti a tutti voi
Gino Carpentiero
                          
Il materiale del convegno su stress e mobbing sono disponibili al link:
www.CIIP-Consulta.it   
Le schede relative allo stress nei diversi settori sono disponibili al link:

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From: Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Saturday, June 11, 2016 8:50 AM
Subject: A MILANO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ILVA: LA TEMPESTA PERFETTA”

Domenica 19 giugno ore 17:30 presso la storica militante “Libreria calusca” in via conchetta,18 a Milano, presentazione del libro “ILVA: la tempesta perfetta” con gli autori.
Mentre è ripreso il maxi processo contro Riva  e i suoi complici ed è in corso la svendita  dell’ILVA del governo Renzi a nuovi padroni, attraverso articoli, materiali, documenti, analisi, il libro ripercorre i 2 anni caldi 2012/2013 per riportare come realmente è andata e di cosa si tratta e deve trattarsi all’ILVA: una “guerra di classe”, in cui si sono scontrate e si scontrano due opzioni, quella del potere di un sistema capitalista e quella della classe operaia e delle masse popolari.

Per info:
cellulare: 338 72 11 377                                                             

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From: Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Saturday, June 11, 2016 11:44 AM
Subject: IL DOCUMENTO PRESENTATO DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE FERROVIARIA DI VIAREGGIO

VIAREGGIO: IL DOCUMENTO PRESENTATO DALL'ASSOCIAZIONE "IL MONDO CHE VORREI" DEI FAMILIARI DELLE 32 VITTIME DELLA STRAGE FERROVIARIA DEL 29 GIUGNO 2009
L'Associazione con il suo presidente, Marco Piagentini, ha presentato il documento nella conferenza stampa del 6 giugno e lo ha letto al Consiglio comunale aperto con i rappresentanti dei Comuni della Versilia il 9 giugno, chiedendone la condivisione e l'approvazione.

In condivisione con l’Associazione dei familiari delle Vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, “il Mondo che vorrei”, i Sindaci e i rappresentanti dei Comuni presenti al Consiglio comunale straordinario di Viareggio e delle comunità della Versilia, tenuto in data 9 giugno 2016, sottoscrivono il seguente documento.
Oramai, da 7 anni noi tutti aspettiamo la verità processuale. Nel fare nostre le parole pronunciate dal presidente della Repubblica nell’incontro avuto il 24 settembre 2015 con i rappresentanti dell'Associazione “Il mondo che vorrei”: “Per Viareggio ci deve essere giustizia e verità e chi ha sbagliato dovrà essere condannato”, rivendichiamo verità, giustizia, sicurezza.
Riteniamo:
-         disumano non ascoltare il perenne dolore dei familiari delle Vittime;
-         inammissibile non fare niente per il “NO alla prescrizione per Viareggio”;
-         inaccettabile non farsi carico, da parte di chi rappresenta le istituzioni, delle indicazioni del capo dello Stato.
Intendiamo e vogliamo adoperarci, con tutte le forze e le energie, affinché i reati per il procedimento in corso non cadano in prescrizione e ai manager e agli amministratori delegati di aziende pubbliche sia imposta per Statuto la rinuncia alla prescrizione.
Giudichiamo immorale il fatto che chi sia accusato di gravi responsabilità, in un processo come quello di Viareggio, già alla 92esima udienza, dal giorno dell'immane tragedia, abbia continuato a ricoprire ruoli apicali di responsabilità e gestione della cosa pubblica (da Moretti ad Elia, da Soprano a Margarita...).
Pretendiamo le immediate dimissioni con sospensione dai loro incarichi pubblici e statali.
Come primi cittadini, in qualità di responsabili per la sicurezza e la salute dei nostri concittadini, nella giurisdizione di nostra competenza, vogliamo essere messi a conoscenza della documentazione sulla valutazione del rischio del trasporto di merci pericolose su ferrovia come forma elementare di garanzia e prevenzione della sicurezza e della salute di ogni nostra comunità.
A seguito del disastro ferroviario del 29 giugno 2009 e dalle testimonianze rese dai Vigili del Fuoco del comando di Viareggio e vista la casualità con la quale è stato rilevata la sostanza trasportata in quella notte, pretendiamo che i presìdi atti al pronto intervento, come Vigili del Fuoco e Protezione civile, siano preventivamente informati e avvisati su orari, tempi, modalità e materiali trasportati nella tratta ferroviaria del Comune di nostra competenza a tutela e a garanzia della sicurezza e della salute della nostra comunità.
Facciamo nostre le proposte/raccomandazioni che la Commissione della Direzione generale per le investigazioni ferroviarie del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha elaborato il 12 maggio 2012 e il 31 maggio 2013 a seguito del disastro ferroviario di Viareggio, pretendendo che siano istituite, assieme ad altre, dalle ferrovie come procedure obbligatorie per la necessaria prevenzione e protezione.
Riaffermiamo la reintegrazione immediata del ferroviere Riccardo Antonini, licenziato il 7 novembre 2011 per essere stato a fianco dei familiari delle 32 Vittime ed essersi messo a disposizione gratuitamente come loro consulente nella ricerca della verità e per garantire quella sicurezza che avrebbe evitato la strage ferroviaria del 29 giugno 2009. Essendo, tra l'altro, consapevoli e coscienti che il licenziamento di Riccardo Antonini è strettamente ed indissolubilmente legato alla tragica notte del 29 giugno 2009.

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