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La CNTE continua la sua lotta:
il governo arresta, sgombera e provoca
In Italia non se ne parla ma in Messico dal 15 maggio
la lotta di maestre e maestri della CNTE sta scuotendo il paese. Uno sciopero
senza fine è iniziato lunedì 16 maggio e sta continuando e la mobilitazione si
allarga. Manifestazioni, presidi, cortei, blocchi stradali, assemblee e le
mille forme della creatività della protesta si alternano quotidianamente in
diversi stati del paese, oltre che nella capitale Città del Messico.
La riforma educativa altro non è che una riforma del
mondo del lavoro nella scuola: attraverso un esame comune in tutti gli stati
verranno attribuiti orari di lezioni e stipendi. Aumentando precarietà e
riducendo numero di docenti. Non si parla di programmi e didattica, ma solo di
normative per razionalizzare il numero di insegnanti. Il week end appena
passato è stato molto importante: davanti alla continua chiusura del governo ad
un possibile dialogo la chiesa messicana ha solidarizzato con la CNTE è chiesto
un cambio di rotta delle istituzioni. La chiesa arriva a seguito di molte ONG e
intellettuali messicani, uno su tutti Ignacio Taibo 2. Ezln e altri movimenti
sociali hanno portato appoggio pubblico alle maestre e ai maestri, e nel paese
genitori e studenti marciano assieme alla CNTE e assieme chiedono anche verità
e giustizia per i 43 di Ayotzinapa. La riforma lavorativa del mondo
dell’istruzione non piace.
E’ sempre più palese come sia un nuovo tentativo di
abbassare la qualità della scuola pubblica a favore di quella privata. Mentre
l’11% delle scuole non hanno i servizi igienici al loro interno. Venerdì 10
giugno, nel 45esimo anniversario del massacro del Jueves de Corpus quando 120
studenti in manifestazione furono sterminati dal gruppo paramilitare Los
Halcones, una grossa manifestazione ha attraversato le vie di Città del
Messico: parole d’ordine il blocco della riforma educativa e l’apertura di un
tavolo di trattiva oltre che la pretesa della presentazione in vita dei 43 di
Ayotzinapa. Migliaia di poliziotti hanno assediato il corteo senza mai
attaccarlo. Intanto in diverse città del paese la polizia attaccava e
sgomberava i presidi dei maestre e maestri, che presentavano numeri minori
rispetto al solito a causa della massiccia partecipazione al corteo di Città
del Messico. In Tabasco scontri e molti feriti. E così anche in altri stati
durante il week-end. Sabato pomeriggio, 11 giugno, una nuova manifestazione
della CNTE è arrivata sotto Los Pinos, la residenza del Presidente della
Repubblica Messicano, per chidere l’apertura di un tavolo di trattativa. La
risposta di Nieto è stata che il governo è pronto al tavolo solo se verranno
rispettate due condizioni: il ripristino al 100% delle lezioni nelle scuole di
Chiapas, Oaxaca, Guerrero e Michoacan (questa richiesta mostra come la retorica
governativa dei giorni scorsi sul funzionamento di oltre il 90% delle scuole
fosse falsa) e l’accettazione della riforma educativa. Rubén Núñez Ginés,
segretario della sezione 22 della CNTE di Oaxaca, è stato arrestato a Città del
Messico, dove aver partecipato alle mobilitazioni del week-end. Arrestato a
seguito dello sgombero del presidio permanente di Oaxaca nella notte tra sabato
e domenica, sgombero lungo e faticoso per la dura resistenza dei manifestanti.
Nelle ore precedenti sempre a Oaxaca era stata denunciata la desaparicion
del numero due dell’organizzazione Francisco Villalobos.
La risposta del governo è la repressione, a macchia di
leopardo, un giorno in uno stato un giorno nell’altro. Arresti politici. Fino
alla provocazione vera e propria della disponibilità al tavolo di trattiva
sulla riforma educativa se e solo se i maestri e le maestre accetteranno la
riforma educativa.
Mentre la CNTE continua a difendere la scuola pubblica
e attorno al sindacato si sta formando una rete di solidarietà e relazione
sempre più larga.
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