giovedì 23 giugno 2016

23 giugno - La Spezia: l'ASL al servizio di chi?



Amianto all’Atc, il magistrato: «Indagini Asl assenti». Il giudice trova anche incongruenze nei documenti presentati
Tiziano Ivani 


l giudice Mario De Bellis e l’ingresso della sede Atc di via del Canaletto al centro dell’esposto dei Cobas
La Spezia - L’Asl non ha eseguito a dovere le indagini per verificare la presenza di amianto nella sede Atc in via del Canaletto. A sostenerlo è il giudice per le indagini preliminari Mario De Bellis in un provvedimento durissimo, che getta ombre su una vicenda molto delicata visto che nello stabile hanno lavorato per anni decine di dipendenti della Azienda trasporti consortile. Il gip era chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura per il procedimento a carico dell’amministratore delegato di Atc, Renato Goretta, accusato di lesioni colpose. Nel disporre nuove accertamenti, il giudice ha sottolineato come gli investigatori non avessero fatto quanto chiesto dalla magistratura. «La Asl evadeva la delega di indagini facendo riferimento esclusivo a una attività svolta per un precedente esposto», scrive De Bellis.

Non è tutto. Il giudice ha notato alcune incongruenze tra i documenti presentati dagli operatori sanitari e quanto indicato in altri carteggi depositati nel corso dell’udienza fissata per l’opposizione alla richiesta di archiviazione. «Un primo aspetto di perplessità attiene al fatto che la Asl alleghi due fogli di certificazione del 12-11-2015, negativi per la presenza di amianto – precisa il gip della Spezia – laddove la certificazione prodotta dalla difesa dell'indagato in fase di opposizione si componga anche di un terzo foglio nel quale si dà atto che le pareti esterne sono di matrice cementizia con la presenza di fibre di amianto (crisolito) all’interno». Insomma, c’è confusione. Tra l’altro, sempre il giudice spiega che nel progetto dell’edificio, datato 6 dicembre 1968, «era indicata espressamente la presenza di amianto nelle pareti esterne». Nell’esposto, presentato nel dicembre scorso da Alessandro Nannini, membro dell’Esecutivo Nazionale dei Cobas, era stato spiegato e documentato fotograficamente che nelle pareti «erano stati praticati una molteplicità di buchi per far passare i tubi dell’impianto di condizionamento». De Bellis ha fissato il termine (31 dicembre 2016) entro il quale dovranno essere portate a termine le nuove indagini. Dovrà essere effettuato un nuovo sopralluogo nelle sede di via del Canaletto, «dovranno essere analizzati specificamente i buchi nelle pareti esterne, valutando se vi sia sfaldamento con possibilità di rilascio di fibre libere di amianto. I rilievi dovranno essere effettuati anche con impianto di condizionamento in funzione – scrive il gip –. E’ necessario procedere a sentire a sommarie informazioni i dipendenti che presentano patologia compatibile con asbestosi pleurica».
Infine, gli investigatori dovranno individuare «tutti i soggetti che dal 1968 hanno avuto incarichi di responsabilità riguardo la salute dei lavoratori Atc».


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