Margherita - Slai Cobas per il sindacato di classe
Taranto
Da Taranto diamo un abbraccio, purtroppo solo virtuale, ma molto, molto sentito, ad Arafat e Carlo e a tutti i compagni lavoratori che a Piacenza per una giustissima ed esemplare lotta, si trovano arrestati, colpiti. Pensiamo anche a quei lavoratori immigrati che rischiano ora di vedersi revocare il permesso di soggiorno. Questa è veramente una carognata che non deve assolutamente passare, come devono essere subito revocati gli arresti di Arafat e Carlo.
Ieri siamo stati da un lato felici, dall'altro un po' tristi perché non abbiamo potuto essere fisicamente da Taranto alla manifestazione di Piacenza. Ma siamo stati lì, siamo stati col cuore, siamo stati lì con la mente e l'abbiamo seguita con i video, con le foto che abbiamo subito fatto girare, fatto conoscere agli altri lavoratrici e lavoratori a Taranto e non solo.
Io vorrei che oggi ci si fermasse su questo perché non sarebbe giusto andare subito oltre quello che è successo a Piacenza, che è gravissimo, è un segnale, come è stato detto, per tutti, e oltre la risposta grande, bella, combattiva della manifestazione di sabato.
Io penso che almeno per per oggi dovremmo parlare soprattutto di questo e chiaramente anche dei passi futuri. Tutto il lavoro che si è fatto per giungere a questa manifestazione che, e penso che i tanti che ci ha lavorato lo sanno bene, non era affatto semplice, non era affatto scontata. In questa situazione niente affatto facile, in cui ci sono le restrizioni, se migliaia di lavoratori e lavoratrici, compagne e compagni, scendono in piazza, è un risultato importante, e anche in questo da Piacenza viene un esempio da seguire: non tener conto dei divieti, sfruttare tutto quello che anche legalmente è possibile fare, ma noi dobbiamo scendere in piazza comunque e ovunque dobbiamo continuare a fare presidi iniziative di piazza, ecc.
Noi martedì faremo un assemblea dei rappresentanti dei Lavoratori e lavoratrici combattive a Taranto e partiremo dai video della manifestazione di Piacenza, perché più di tante parole danno il segno di ciò che è necessario fare oggi, e danno incoraggiamento agli altri lavoratori.
È questo che serve, non fare le pulci alla manifestazione di ieri. La prima cosa da fare è valorizzarla come è un segnale che deve essere esteso a tutti.
A Taranto, appena abbiamo saputo di questa gravissimi azione repressiva, abbiamo mobilitato quelli che era possibile mobilitare, anche il Fronte della gioventù comunista e gli studenti; la città ma anche la fabbrica, l'Ilva, l'appalto, sono pieni di striscioni per libertà la Arafat e Carlo e di solidarietà con tutti i lavoratori. Martedì terremo un’assemblea da cui sicuramente usciranno delle iniziative di piazza, sicuramente il 26, che, al di là del fatto che è uno sciopero della logistica, per noi e credo anche per le altre città deve essere una data e un appuntamento in cui facciamo il secondo passo dopo Piacenza per mantenere viva questa risposta.
La situazione è da un lato drammatica, ma dall'altro è da assumere subito in termini di combattimento, come è nel nome di questa assemblea. Drammatica perché appena pochi giorni prima c'è stata un'altra azione repressiva, quella della Commissione garanzia sciopero che ha vietato lo sciopero dell’8 marzo in un settore, come la scuola, che aveva negli anni passati dato una larga partecipazione, almeno nel pubblico impiego, allo sciopero delle donne.
Un divieto con cavilli assurdi che chiaramente vanno anche attaccati sul piano legale. Qui apro una parentesi: noi abbiamo cominciato a chiamare, interessare gli avvocati non solo di Taranto, un esempio per tutti, è l'avv, di Torino Sergio Bonetto che si è occupato della battaglia processuale dei Riders, perché anche in via preventiva denuncino, facciano ricorso contro questo divieto per darci anche delle armi legali, per impedire che ciò si ripeta. Questo divieto non lo devono più poter fare, non così facilmente senza che ci sia una risposta come per esempio c'è stata Piacenza ma che c'è stata anche l'8 marzo, in situazioni a volte difficili, nelle fabbriche, dove c’erano operaie immigrate che però sono scese in sciopero sfidando ricatti, anche licenziamenti, sfidando anche la CGIL.
E qui dico solo una parola sulla CGIL perché, ripeto, oggi è importante valorizzare Piacenza e vedere come avanzare nella risposta alla repressione. Sono d'accordo con l'intervento che mi ha preceduto: basta denunce della burocrazia sindacale! Ma quale burocrazia! Queste sono ben precise linee, pratica, teoria, politica della CGIL e non da oggi. Landini oggi è un puntello del governo Draghi, dall’altro lato ci sono Salvini, Renzi ecc. Quindi, di quale burocrazia si parla? Certo noi vogliamo e dobbiamo rivolgerci ai lavoratori tutti, iscritti non iscritti a questo o quel sindacati. Ci dobbiamo rivolgere a tutti ma con la chiarezza, dicendo chiaro chi è Landini, qual è la linea della CGIL, della Fiom, che porta alla sconfitta e anche peggio, porta oggi a stare dietro il governo Draghi, che sul piano economico sta facendo le stesse di Conte, ma è sul piano politico il vero problema, e questo trova sua sintesi nella repressione. Quindi su questo non possiamo tergiversare, ripetere di assemblea in assemblea le stesse le stesse cose. Oggi ci vuole rottura, non mascherare quella che è la realtà.
Sui passi concreti, il problema è continuare a rispondere, ad allargare la lotta perché Arafat, Carlo siamo liberati, perché nessun permesso di soggiorno ai lavoratori immigrati sia revocato. Su questa lotta da continuare da subito c'è anche il 26, anche dove, come al Sud, la logistica quasi non c'è.
Altra questione è l'iniziativa ad Aprile sulle questioni della salute e sicurezza. Anche a Taranto tante lavoratrici si sono vaccinate col vaccino Astra-Zeneca ora sotto inchiesta. Anche su questo non lasceremo correre, ne parleremo anche martedì, parleremo con gli avvocati per fare una denuncia collettiva contro il governo,l'Asl locale, ecc. che hanno messo a rischio la vita di tante lavoratrici e lavoratori.
Rispetto alla questione della Commissione garanzia sciopero, hanno detto: il problema è che non c'erano abbastanza giorni di distanza tra uno sciopero e l'altro... Bene, allora l’indizione la facciamo già oggi per l'8 marzo del 2022. Vogliamo proprio vedere cos'altro tireranno fuori per impedirlo. Come Slai Cobas lo faremo e chiamiamo il SiCobas a fare lo stesso..
Anche qui la questione è la continuazione del 8 Marzo. Non solo “tocca una tocca tutte” ma “lotta una lottano tutte” nel senso di essere uniti contro ogni repressione e attacco ma anche in tutte le lotte reali delle lavoratrici, dei lavoratori. Chiunque le indica, se sono lotte reali, noi siamo lì, sono lotte nostre, nel senso di tutto il movimento. L’8 marzo deve continuare, deve continuare ad esempio a Torino, dove vogliono far entrare ufficialmente negli ospedali il Movimento per la vita per attaccare il diritto d'aborto.
Chiudo qui, rinnovando la nostra fortissima solidarietà anche da parte degli altri lavoratori e lavoratrici di Taranto ai lavoratori arrestati e colpiti a Piacenza.
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