venerdì 5 marzo 2021

5 marzo - SCIOPERO AL PORTO DI GENOVA

stralci dal comunicato di quello che era il collettivo autonomo dei lavoratori portuali - oggi USB

lo Slai Cobas per il sindacato di classe /coordinamento nazionale appoggia la lotta dei portuali genovesi

ma in tutta sincerità non pensiamo che dando nuova linfa all'azione dei sindacati confederali - la lotta decollerà

il sindacalismo classista e combattivo al porto di Genova come ovunque dovrà comunque trovare un'altra strada per cambiare realmente le cose e dovrà necessariamente essere parte della riorganizzazione del sindacalismo di classe e di massa a livello nazionale che richiede non unità ma scissione dal sindacalismo collaborazionista

5 marzo 2021


 
Il 5 marzo saremo con TUTTI i PORTUALI

Palazzo San Giorgio tace. O acconsente? Spieghiamolo in breve. Gli amministratori di 8 terminal, con una lettera, diffidano e mettono in mora i vertici dell’Autorità Portuale.
Non per un fatto singolo, ma per la loro condotta da 7 anni a questa parte, in merito ai rapporti contrattuali che legano le 8 imprese e i lavoratori portuali della CULMV i quali costituiscono il 40% della forza lavoro impegnata sulle banchine. Le imprese reclamano 8 milioni di euro. Scrivono di essere state COSTRETTE a firmare gli accordi e a versare i soldi alla CULMV su “imposizione” dei vertici di Palazzo San Giorgio. Ebbene, di fronte a una notizia così clamorosa e grave, quali sono state le reazioni? I lavoratori si sono indignati e attraverso le loro rappresentanze sindacali hanno annunciato uno sciopero di 24 ore venerdì 5 marzo. Il Presidente dei Terminalisti di Confindustria, firmatari della lettera, ha dichiarato: “Non comprendo uno sciopero che danneggia tutto il Porto e la città, in relazione ad una comunicazione assolutamente bilaterale fra Confindustria e l’Autorità portuale”. Assolutamente bilaterale? Come se la lettera fosse un messaggio personale di Costa a Signorini, non una lettera ufficiale, su carta intestata, protocollata e con le firme autografe, redatta da un avvocato con le circostanze, gli argomenti i riferimenti di legge puntuali per ottenere i suoi scopi in sede giudiziaria, ricordando che l'AdSP è ancora un ente pubblico, favorendo anche fusioni tra terminalisti.

E i vertici di Palazzo San Giorgio, come hanno reagito? COL SILENZIO! Perché acconsentono? O intendono sostenere di non avere ricevuto la lettera? O vogliono fare intendere, come dice Costa, che i lavoratori hanno proclamato uno sciopero di 24 ore perché non hanno capito niente?
Il 5 marzo USB Porto parteciperà allo sciopero e sarà presente a fianco di tutti gli altri lavoratori.
Ci saremo con le nostre parole d'ordine e le nostre proposte: Organico Porto, piani d'impresa resi pubblici, lotta alla auto-produzione, accordo di area per stabilizzare la tariffa di chiamata alla CULMV in modo che sia uguale in tutto il Porto, modalità unica di assunzione all'interno del Porto di Genova per evitare che i contratti a termine diventino un pool di manodopera che copre i picchi di lavoro nei vari Terminal, sicurezza standardizzata in tutto il Porto, stabilizzazione dei lavoratori internali, estensione a tutti i lavoratori all'interno dell'area portuale del CCNL Porti.
Questi sono alcuni dei punti che per noi sono fondamentali per innalzare il benessere dei lavoratori Portuali.
Ci saremo perché crediamo che la durezza dell'attacco ai lavoratori del Porto esige una risposta unitaria e , a differenza di altri, non erigiamo steccati quando si tratta di rappresentare tutti i lavoratori.
Quanto accaduto oggi è però il frutto avvelenato della totale inerzia di ieri.
Per questo per usb questa mobilitazione non deve essere una fiammata isolata ma l'inizio di un percorso di ragionamento e di lotta sulle banchine per difendere i diritti dei lavoratori , minacciati oggi come mai, e conquistare ciò che ci spetta e ottenere finalmente risposte e soluzioni vere.


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