stralci dal comunicato di quello che era il collettivo autonomo dei lavoratori portuali - oggi USB
lo Slai Cobas per il sindacato di classe /coordinamento nazionale appoggia la lotta dei portuali genovesi
ma in tutta sincerità non pensiamo che dando nuova linfa all'azione dei sindacati confederali - la lotta decollerà
il sindacalismo classista e combattivo al porto di Genova come ovunque dovrà comunque trovare un'altra strada per cambiare realmente le cose e dovrà necessariamente essere parte della riorganizzazione del sindacalismo di classe e di massa a livello nazionale che richiede non unità ma scissione dal sindacalismo collaborazionista
5 marzo 2021
Il 5 marzo saremo con TUTTI i PORTUALI
Palazzo San Giorgio tace. O acconsente?
Spieghiamolo in breve. Gli amministratori di 8 terminal, con una
lettera, diffidano e mettono in mora i vertici dell’Autorità
Portuale.
Non per un fatto singolo, ma per la loro condotta da 7
anni a questa parte, in merito ai rapporti contrattuali che legano le
8 imprese e i lavoratori portuali della CULMV i quali costituiscono
il 40% della forza lavoro impegnata sulle banchine. Le imprese
reclamano 8 milioni di euro. Scrivono di essere state COSTRETTE a
firmare gli accordi e a versare i soldi alla CULMV su “imposizione”
dei vertici di Palazzo San Giorgio. Ebbene, di fronte a una notizia
così clamorosa e grave, quali sono state le reazioni? I lavoratori
si sono indignati e attraverso le loro rappresentanze sindacali hanno
annunciato uno sciopero di 24 ore venerdì 5 marzo. Il Presidente dei
Terminalisti di Confindustria, firmatari della lettera, ha
dichiarato: “Non comprendo uno sciopero che danneggia tutto il
Porto e la città, in relazione ad una comunicazione assolutamente
bilaterale fra Confindustria e l’Autorità portuale”.
Assolutamente bilaterale? Come se la lettera fosse un messaggio
personale di Costa a Signorini, non una lettera ufficiale, su carta
intestata, protocollata e con le firme autografe, redatta da un
avvocato con le circostanze, gli argomenti i riferimenti di legge
puntuali per ottenere i suoi scopi in sede giudiziaria, ricordando
che l'AdSP è ancora un ente pubblico, favorendo anche fusioni tra
terminalisti.
E i vertici di Palazzo San Giorgio, come hanno
reagito? COL SILENZIO! Perché acconsentono? O intendono sostenere di
non avere ricevuto la lettera? O vogliono fare intendere, come dice
Costa, che i lavoratori hanno proclamato uno sciopero di 24 ore
perché non hanno capito niente?
Il 5 marzo USB Porto
parteciperà allo sciopero e sarà presente a fianco di tutti gli
altri lavoratori.
Ci saremo con le nostre parole d'ordine e le
nostre proposte: Organico Porto, piani d'impresa resi pubblici, lotta
alla auto-produzione, accordo di area per stabilizzare la tariffa di
chiamata alla CULMV in modo che sia uguale in tutto il Porto,
modalità unica di assunzione all'interno del Porto di Genova per
evitare che i contratti a termine diventino un pool di manodopera che
copre i picchi di lavoro nei vari Terminal, sicurezza standardizzata
in tutto il Porto, stabilizzazione dei lavoratori internali,
estensione a tutti i lavoratori all'interno dell'area portuale del
CCNL Porti.
Questi sono alcuni dei punti che per noi sono
fondamentali per innalzare il benessere dei lavoratori Portuali.
Ci
saremo perché crediamo che la durezza dell'attacco ai lavoratori del
Porto esige una risposta unitaria e , a differenza di altri, non
erigiamo steccati quando si tratta di rappresentare tutti i
lavoratori.
Quanto accaduto oggi è però il frutto avvelenato
della totale inerzia di ieri.
Per questo per usb questa
mobilitazione non deve essere una fiammata isolata ma l'inizio di un
percorso di ragionamento e di lotta sulle banchine per difendere i
diritti dei lavoratori , minacciati oggi come mai, e conquistare ciò
che ci spetta e ottenere finalmente risposte e soluzioni vere.
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