(Dal Si Cobas) - LA COMMISSIONE DI GARANZIA A CARRARMATO CONTRO IL DIRITTO DI SCIOPERO E CONTRO LE LAVORATRICI.
Dopo due estenuanti giornate di trattative e di tentativi di contrastare l'attacco frontale sferrato contro lo sciopero dell'8 marzo nella scuola, siamo stati costretti, nell'ultimo minuto dell'ultimo giorno dei termini indicatici per ottemperare, a subire l'imposizione dalla Commissione di garanzia, la quale, contattata direttamente dai nostri legali, ci ha posto di fronte al più intollerabile dei ricatti: "O REVOCATE LO SCIOPERO NELLA SCUOLA, OPPURE RICEVERETE UNA SANZIONE DA 5000 A 25000 EURO".
L'evidente
forzatura operata dalla commissione guidata dall'"autorevole
esperto", prof. Giuseppe Santoro Passarelli, tesa ad applicare
il principio di rarefazione mettendo sullo stesso piano uno sciopero
generale di dimensioni internazionali con 2 astensioni di categoria
indetti da sigle sindacali numericamente molto circoscritte, è solo
l'ultimo di una serie di segnali inequivocabili tesi a scardinare e
svuotare il diritto di sciopero.
Ciò tanto più nel settore
della scuola, categoria tra le più colpite dalla crisi pandemica,
nel quale solo poche settimane fa è entrato in vigore un
regolamento dell'Aran che, con la complicità di Cgil-Cisl-Uil,
inasprisce e amplifica ulteriormente il principio di rarefazione,
con lo scopo evidente di prevenire sul nascere ogni possibile forma
di conflittualità in risposta alle politiche di sfascio
dell'istruzione pubblica e di attacco frontale ai diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori. Questo colpo di mano rappresenta
senz'altro il primo vero biglietto da visita del governo Draghi: un
governo che dietro l' immagine di campione del dialogo e garante
della pace sociale, inizia già a mostrare la sua fermezza nel
colpire in maniera chirurgica ogni episodio di conflittualità
sociale. Anche in questa occasione abbiamo dovuto prendere atto
della condotta rinunciataria di gran parte del sindacalismo di base,
a partire da quelle sigle che pur avendo (a differenza nostra) un
relativo peso e radicamento nel settore dell'istruzione, hanno
accettato pedissequamente e passivamente le imposizioni della
Commissione di garanzia, revocando lo sciopero nelle scuola già da
diversi giorni senza neanche provare a contrastare queste misure e
senza prendere minimamente in considerazione l'ipotesi di una
risposta comune e coordinata. Invece che evocare l' "unità"
del sindacalismo di base solo nei giorni di festa, sarebbe stato
opportuno e ragionevole tentare una risposta coordinata sia sul
piano sindacale che su quello legale, valutando anche l'ipotesi di
farsi carico equamente dei costi economici di un'eventuale sanzione
amministrativa pur di garantire l'esercizio del diritto di sciopero
al personale docente e non docente. Invece che marciare separati per
colpire uniti, si è scelto invece, ancora una volta, di marciare
separati e soccombere tutti, ciascuno per conto suo, alle
imposizioni della commissione di garanzia.
Il SI Cobas, assieme allo Slai Cobas per il sindacato di classe e alle realtà aderenti all'assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi, valuterà ogni azione di carattere legale e di denuncia sindacale e politica verso quest',ennesima prevaricazione del diritto di sciopero, invita tutte le lavoratrici e i lavoratori delle altre categorie a rafforzare lo sciopero e a rendere l'8 marzo una vera giornata di lotta e di mobilitazione di classe, e continuerà ad operare nella direzione dell'unità del sindacalismo realmente combattivo a partire dal protagonismo diretto dei proletari, fuori e contro ogni logica di preservazione di orticelli sempre più angusti, autoreferenziali e sostanzialmente innocui per il nemico di classe.
Contro l'attacco al diritto di sciopero: organizziamo un fronte unico di classe.
L'8 marzo non è una ricorrenza. Toccano una- Toccano tutte/i
SI Cobas nazionale
Nota dello Slai Cobas per il sindacato di classe
Lo Slai Cobas sc fin dall'inizio, prima della indizione formale dello sciopero dell'8 marzo ha proposto al Si Cobas una proclamazione comune, e, a fronte dell'azione di attacco della CGS, di assumere una linea unitaria, fino alla possibilità di decidere che una sola organizzazione mantenesse la proclamazione dello sciopero originaria, quindi anche nella scuola, come frutto della nuova fase di unità del Patto d'azione anticapitalista e dell'Assemblea lavoratrici e lavoratori combattivi (in modo che si respingesse l'attacco ma con il minimo di danno economico). Lo Slai Cobas sia nel 2018 che nel 2020 ha respinto da sola le diffide di divieto o limitazione dello sciopero delle donne della CGS, e tuttora ne sta pagando le pesanti sanzioni.
Quest'anno era ed è necessario non agire da soli, ma uniti - perchè il passo avanti dell'ALC e del PDA sia visibile, concreto e utile all'avanzamento della lotta delle lavoratrici e lavoratori. Questa nuova unità ha già portato all'importante risultato che lo sciopero dell'8 marzo si estende nei settori delle donne proletarie, immigrate e viene sostenuto con lo sciopero dai lavoratori uomini. E questo è un avanzamento per tutto il movimento proletario.
Questa nuova realtà deve servire anche nei prossimi passaggi, perchè la battaglia per difendere il diritto di sciopero è appena iniziata.
Chiamiamo le lavoratrici della scuola - docenti, personale Ata - comunque a fermarsi lunedì 8 marzo, anche le insegnanti che lavorano da casa in Dad. E invitiamo lì dove si vuole fare collettivamente sciopero a comunicarcelo (slaicobasta@gmail.com) per coprire da ogni conseguenza - ricordiamo che lo sciopero è un diritto individuale.
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