mercoledì 17 marzo 2021

18 marzo - INTERVENTI ASSEMBLEA 14/3 LAVORATRICI/RI COMBATTIVE/IVI -3-

 

Slai Cobas sc Tenaris Dalmine Bergamo

Non posso che partire dalla la grande manifestazione di ieri a Piacenza e non posso che dire che l'assemblea dei Lavoratori combattivi è quella piazza dove c'erano realmente i lavoratori combattivi.

Chi pensa che questo sia un attacco solamente al SiCobas sbaglia. Esso riguarda tutta l’assemblea dei lavoratori combattivi, il patto d’azione un anticapitalista e anche tutta l'opposizione proletaria e popolare che vuole mettere in discussione la situazione esistente.

Ma dove erano quel giorno tutti quelli che hanno fatto comunicati a sostegno dei lavoratori colpiti dalla repressione? Dove erano le bandiere dell’opposizione CGIL e di tutti gli altri sindacati di base? È una grande vergogna perché quando il padrone attacca e si dice che sta attaccando tutti, bisogna metterci la faccia e la faccia si incomincia a mettermela scendendo veramente in campo.

Per respingere questo attacco repressivo che colpisce tutti, occorre capire un altro elemento: come le lotte uniscono gli operai, anche la repressione ci fa capire che siamo tutti di una stessa classe.

I lavoratori in piazza a Piacenza hanno detto: vogliamo che questi provvedimenti vengano ritirati e quindi all'ordine del giorno è come proseguire per combattere questa repressione, perché è normale che se da un lato si innalza il livello della lotta, si innalza dall’altro livello della repressione.

Bisogna anche capire la natura del governo Draghi, che è chiaramente il governo della Confindustria e della grande Finanza, appoggiato da tutti i partiti in Parlamento, dai sindacati confederali con in testa, ma soprattutto ha il carattere di governo politico di destra, da Stato di polizia e moderno fascismo. Quindi non è soltanto il governo della gestione dei soldi europei, del bilancio, della politica economica, della gestione della pandemia, ma soprattutto il governo della repressione delle lotte e dell'opposizione politica reale.

Il nostro problema è come fare adesso una campagna effettiva, e il 26 può essere usato in funzione di questo, dove ci mettiamo la faccia. In tutte le varie città ci devono essere iniziative. Serve anche l’iniziativa legale, le montature devono cadere, ma anche questo deve far parte di una azione di mobilitazione specifica sulla questione della repressione che deve vedere in prima fila gli operai. E la risposta alla repressione deve andare di pari passo con la denuncia di tutti quelli che sostengono questo governo tra le file degli operi, Landini in primis.

Faccio un esempio: a Dalmine ci sono state assemblee sul contratto dei metalmeccanici e la CGIL, la Fiom hanno cercato di impedire che parlassero gli operai contrari al contratto, non solo perché denunciavano che dava risposte inadeguate in termini salariali di lavoro e sicurezza sul lavoro, ma perchè, ed è quello che gli dava più fastidio, smascheravano la loro natura di puntello principale della pacificazione.

Il carattere moderno fascista del governo sta nell'aspetto dell'attacco ai lavoratori, nel permesso di soggiorno come arma di ricatto. Al governo c’è Salvini, c’è fascismo e c’è Landini a sostenerlo nelle fabbriche, questo è il problema! Dobbiamo, con intelligenza strutturarci per rispondere.

La giornata del 26 della logistica è importantissima, riprende una battaglia nazionale anche sul versante contrattuale. Chi fa le lotte sindacali, in particolare nei magazzini, nelle cooperative, sa cosa significa la repressione, le contestazioni, i cambi di appalto che lasciano fuori e ricattano i lavoratori, le discriminazione... Questa è la realtà che esiste e allora non aspettiamo solamente le giornate nazionali, deve diventare una prassi quotidiana l’unità delle lotte, in particolare nel settore della logistica, dove abbiamo un punto di forza. Altrimenti la resistenza resta un fatto momentaneo mentre la repressione ci chiama ad alzare il livello dello scontro, questo è il problema.

Il messaggio che viene dallo stato dei padroni è che loro hanno alzato il livello dello scontro. I lavoratori combattivi che sono scesi in piazza e ci hanno messo la faccia con le loro bandiere di lotta hanno dato una risposta è vogliono altre risposte in questo senso.

Quello che stanno facendo oggi ai lavoratori immigrati, in particolare nei magazzini delle logistiche o in altri posti dove ci sono le cooperative è quello che vogliono fare a tutta la classe operaia. Perciò dobbiamo smascherare, rompere, far saltare il ruolo di pacificazione dei sindacati confederali, della Cgil di Landini, che ora è diverso da prima, perché sono strutturalmente all'interno di questa compagine governativa.

Perciò non basta che l'opposizione CGIL siano solidali. In tutte le città dove sono presenti che vadano fuori le questure e le prefetture a gridare libertà per Arafat e Carlo. Non facciamo i leoni da tastiera e dopo non ci mettiamo la faccia realmente contro la repressione. Questo è ciò che tutti gli operai condividono e dobbiamo fare.


Nessun commento:

Posta un commento