lo Slai Cobas per il sindacato di classe a
sostegno dei lavoratori arrestati a Piacenza
la montatura giudiziaria poliziesca al servizio dei padroni deve cadere
info dalla stampa
Dopo la manifestazione di sabato 13 marzo a Piacenza, i lavoratori appartenenti al sindacato Sì Cobas si sono dati appuntamento questa mattina, lunedì 15 marzo, davanti al tribunale di Piacenza dove si è svolto l’interrogatorio di garanzia dei due sindacalisti finiti agli arresti domiciliari in seguito agli scontri avvenuti la sera del 1 febbraio davanti al magazzino Fedex-Tnt di Piacenza.
Oltre 150 i manifestanti presenti questa mattina in vicolo del Consiglio presidiato dalle forze dell’ordine. , Carlo Pallavicini e Mohamed Arafat, sono difesi dagli avvocati dei Sì Cobas Eugenio Losco e Mauro Straini che hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari per i loro assistiti: “Abbiamo ricostruito la vicenda dal punto di vista della vertenza sindacale – spiegano a interrogatorio concluso – Pallavicini e Arafat sono ritenuti responsabili solo perché sono i coordinatori del sindacato a Piacenza, ma hanno invitato i lavoratori a mantenere la calma durante lo sciopero di febbraio. Abbiamo chiesto la revoca dei domiciliari e depositeremo il ricorso al tribunale del riesame di Bologna” – concludono i legali.
Arafat ha ricostruito i contorni della vicenda mentre Pallavicini ha depositato, tramite gli avvocati, una memoria difensiva. L’interrogatorio è stato condotto dal gip Luca Milani, che si è riservato di decidere sulla revoca dei domiciliari entro cinque giorni, era presente anche il procuratore capo Grazia Pradella. Pallavicini è entrato in tribunale con il pugno alzato.
i. “Non ci fu violenza, ma legittima lotta sindacale” hanno detto gli avvocati all’uscita dal tribunale.Oggi sono previsti gli interrogatori di garanzia nei confronti di altri 5 esponenti del Si Cobas, nei confronti dei quali è stato adottato il divieto di dimora.
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