Prosegue la
mobilitazione, iniziata il 22 gennaio con il blocco di 3 giorni del magazzino
di Vignate, degli oltre 160 lavoratori che da anni lavorano nei magazzini
Lombardini di Capriate e Vignate, come facchini per le cooperative della
logistica e che oggi si ritrovano senza nessuna garanzia occupazionale a fronte
dell'avvio di un nuovo magazzino a Trezzo, in cui sono state trasferite le
attività.
Non si tratta quindi di crisi o mancanza di lavoro, la MD Lillo con l'acquisizione del marchio Ld-Lombardini è diventata il leader nazionale degli hard-discount con tanto di autorizzazione dell'antitrust, ma il tentativo è di eliminare lavoratori scomodi, sindacalizzati che hanno ottenuto negli anni maggiori diritti e salario e con anzianità che arrivano a 10-15 anni nello stesso magazzino, per sostituirli con altri lavoratori più ricattabili e flessibili.
La classica guerra tra poveri che sempre più viene utilizzata nel mondo delle logistiche per mantenere alti i profitti peggiorando le condizioni dei laboratori.
Nell'incontro di ieri alla Prefettura di Milano era presente la società BeM del sig.Berselli Massimo che ha acquisito l'appalto dalla LDD-Lillo e che a sua volta ha subappaltato a 2 cooperative, preesistenti da 2 anni, la Santa Chiara e la MB, che stanno operando nel magazzino di Trezzo dal 27 gennaio con circa 130 lavoratori di cui una parte provenienti dal Sud e che quindi per il momento - come ha dichiarato - non necessiterebbe di ulteriori assunzioni.
Il prefetto ha proposto che la Ldd e la Bem si facciano carico di redigere un programma per l'assorbimento dei lavoratori, con tempi, modi e numeri da inviare alle OO.SS entro il prossimo giovedì, tenendo conto del piano industriale di espansione e quindi della necessità di ulteriori lavoratori per raggiungere gli obbiettivi aziendali.
La nostra posizione è che questo modo di operare è da respingere, in quanto sulla proposta del prefetto non ci sono garanzie di inserimento immediato dei lavoratori e quindi c'è il rischio che i lavoratori entrino a far parte di un bacino a perdere, inoltre non si capisce (o si capisce molto bene) perchè non si deve tener conto delle norme attuali come l'art. 42 del ccnl che impone alle aziende che intendono appaltare lavori di movimentazione e logistica che la cooperativa subentrante applichi tale ccnl e quindi dia il diritto di preferenza per i lavoratori che già operavano nell'appalto.
Per questo i lavoratori non staranno fermi ad aspettare e già sabato mattina dalle ore 9 si sono dati appuntamento davanti al comune di Trezzo per chiedere conto al sindaco della situazione del magazzino riguardo autorizzazioni, sicurezza e rispetto delle norme contrattuali e per fare un'assemblea in cui decidere le prossime mobilitazioni.
per lo slai cobas s.c.
Sebastiano Lamera
3355244902
Non si tratta quindi di crisi o mancanza di lavoro, la MD Lillo con l'acquisizione del marchio Ld-Lombardini è diventata il leader nazionale degli hard-discount con tanto di autorizzazione dell'antitrust, ma il tentativo è di eliminare lavoratori scomodi, sindacalizzati che hanno ottenuto negli anni maggiori diritti e salario e con anzianità che arrivano a 10-15 anni nello stesso magazzino, per sostituirli con altri lavoratori più ricattabili e flessibili.
La classica guerra tra poveri che sempre più viene utilizzata nel mondo delle logistiche per mantenere alti i profitti peggiorando le condizioni dei laboratori.
Nell'incontro di ieri alla Prefettura di Milano era presente la società BeM del sig.Berselli Massimo che ha acquisito l'appalto dalla LDD-Lillo e che a sua volta ha subappaltato a 2 cooperative, preesistenti da 2 anni, la Santa Chiara e la MB, che stanno operando nel magazzino di Trezzo dal 27 gennaio con circa 130 lavoratori di cui una parte provenienti dal Sud e che quindi per il momento - come ha dichiarato - non necessiterebbe di ulteriori assunzioni.
Il prefetto ha proposto che la Ldd e la Bem si facciano carico di redigere un programma per l'assorbimento dei lavoratori, con tempi, modi e numeri da inviare alle OO.SS entro il prossimo giovedì, tenendo conto del piano industriale di espansione e quindi della necessità di ulteriori lavoratori per raggiungere gli obbiettivi aziendali.
La nostra posizione è che questo modo di operare è da respingere, in quanto sulla proposta del prefetto non ci sono garanzie di inserimento immediato dei lavoratori e quindi c'è il rischio che i lavoratori entrino a far parte di un bacino a perdere, inoltre non si capisce (o si capisce molto bene) perchè non si deve tener conto delle norme attuali come l'art. 42 del ccnl che impone alle aziende che intendono appaltare lavori di movimentazione e logistica che la cooperativa subentrante applichi tale ccnl e quindi dia il diritto di preferenza per i lavoratori che già operavano nell'appalto.
Per questo i lavoratori non staranno fermi ad aspettare e già sabato mattina dalle ore 9 si sono dati appuntamento davanti al comune di Trezzo per chiedere conto al sindaco della situazione del magazzino riguardo autorizzazioni, sicurezza e rispetto delle norme contrattuali e per fare un'assemblea in cui decidere le prossime mobilitazioni.
per lo slai cobas s.c.
Sebastiano Lamera
3355244902
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