Tirreno Power, la Procura di Savona: “Centrale può aver causato 400 morti”
Dure le parole del procuratore Francantonio Granero che commenta l'attività della centrale a carbone ligure che tra gli azionisti conta la Cir dei De Benedetti. L'azienda si difende: "Consulenze di parte. Serve prudenza"
La Tirreno
Power potrebbe aver procurato 400 vittime. Sono dure le parole del
procuratore di Savona Francantonio Granero sulla società che fa capo ai
francesi di Gdf (50%) e alla Cir della famiglia De Benedetti (39%) gia’
inguaiata con i debiti sia di Tirreno Power oltre a quelli di Sorgenia. “Senza
la centrale di Vado tanti decessi non vi sarebbero stati”, dice. Secondo il
magistrato la centrale a carbone, in base a dati dei consulenti, “dal 2000 al
2007 sarebbe da attribuire alle emissioni della centrale 400 morti”.
Sull’attività
di Tirreno Power sono aperti da tempo due filoni d’inchiesta da parte della
Procura, uno per disastro
ambientale e una per omicidio colposo. Secondo il procuratore ci
sarebbero stati anche “tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie
respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini ricoverati per patologie
respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012″. I consulenti hanno
mappato una ‘zona di ricaduta delle emissioni’ ed hanno escluso, come causa
delle patologie, il traffico automobilistico, altre aziende della zona e i fumi
delle navi in porto. Il perimetro della mappa riguarda quasi tutta Savona,
Vado, Quliano e Bergeggi e in parte Albisola e Varazze. Nell’inchiesta
risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio ex direttore
generale, dimessosi alcune settimane fa e il direttore dello stabilimento Pasquale
D’Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome.
Le
consulenze della procura di Savona su Tirreno power sono “di parte” e non sono
mai state sottoposte “a un contraddittorio”. E’ questa la difesa dell’azienda
secondo la quale “non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di
esposizione agli inquinanti”. “Tale mancanza di chiarezza è accompagnata
dall’assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di
affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può
affermare in concreto alcun nesso di causalità”, afferma. L’azienda invita
ad “una maggiore prudenza considerando la forte rilevanza anche emotiva che i
temi trattati rivestono e che dovrebbero essere tuttavia sempre suffragati da
fatti comprovati anziché da ipotesi di parte le cui fondamenta sono tutte da
verificare”.
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