Nel riportare di seguito
l'articolo di stampa, aggiungiamo che da giovedì è in atto il presidio al polo
logistico di Trezzo. Questo presidio di fatto, a differenza di come può
sembrare dall'articolo, ha portato a momenti di blocco dei camion in entrata e
in uscita; insieme a questo i lavoratori hanno fatto un blocco della strada
adiacente, mentre ieri hanno deciso di articolare la lotta portandola da
Trezzo, a Osio a Bergamo. In particolare è stato fatto un presidio, con
volantinaggio,comizi volanti davanti ad un grande supermercato della Ldd, molto
frequentato, da famiglie dei lavoratori della zona, e tanti immigrati; poi il
presidio si è spostato sotto la sede centrale della Ldd, che si trova in una
via a grande scorrimento di macchine, questo presidio ha portato ad un
rallentamento del traffico con tante persone che esprimevano la solidarietà ai
lavoratori in lotta. Gli operai restano compatti, anzi aumentano di numero.
Lavoratori iscritti alla Cgil che si uniscono, rifiutando la linea della Cgil,
che pur dicendosi d'accordo sugli obiettivi punta a impedire la lotta, cercando
di convogliare l'iniziativa unicamente verso richieste al prefetto e azione
legale. Tanti sono i lavoratori che stanno crescendo in questa lotta e che
vogliono prendere nelle loro mani la battaglia sindacale di classe più generale
dello slai cobas per il sindacato di classe. LUNEDI', giorno in cui le
cooperative subentranti vogliono cominciare a fare i colloqui individuali per
discriminare, fare "pulizia etnica" tra lavoratori, tenere fuori i
più combattivi nella lotta, facendo di fatto una divisione tra
"buoni" della Cgil e "cattivi" dello slai cobas per il
sindacato di classe, i lavoratori della logistica non li lasceranno in pace! E
il presidio si sposterà sotto la sede degli uffici delle cooperative.
Gli ex facchini della
Ldd-Lombardini piantano le tende. Da Vignate a Trezzo il presidio
permanente al polo logistico
di Monica Autunno
Trezzo
sull'Adda, 21 febbraio 2014 - «Proteste inaccettabili, che lasciano a casa
la metà dei lavoratori»: gli ex facchini della Ldd-Lombardini piantano
le tende davanti al nuovo polo logistico di Trezzo e si preparano a un nuovo
presidio permanente. «Di qui non ce ne andremo se non a fronte di una proposta
seria, e che garantisca il lavoro a tutti noi». Da ieri mattina, dunque, è
presidio, monitorato dalle forze dell’ordine, davanti al nuovo polo logistico
della Ldd, in funzione da poche settimane in viale Lombardia e dove sono già
all’opera un centinaio di addetti, procacciati da nuove cooperative. I
presidianti, manco a dirlo, sono i centotrenta lavoratori delle ex cooperative
appaltatrici della Lombardini nei precedenti magazzini di Vignate e Capriate (rifornitori
dei supermercati Ld di tutto il NordItalia), rimasti a piedi durante il
passaggio di sede, e già protagonisti di veementi proteste e blocchi nelle
scorse settimane.
Una settantina i presenti, coordinati dallo Slai Cobas. Ed è stato il referente sindacale Sebastiano Lamera a relazionare in un’assemblea a cielo aperto sull’infausto esito della trattativa condotta nei giorni scorsi sotto l'egida prefettizia. I soggetti trattanti, va detto, si moltiplicano: uscita di scena la cooperativa Logic Service (cui fanno riferimento gli ex lavoratori di Vignate), si tratta con Ldd Lillo, con la società esterna che ha avuto in appalto il nuovo grande magazzino di Trezzo ma anche con due new entry, le cooperative casertane M.B. e Santa Chiara, che sarebbero ora referenti per la manodopera nelle aree di carico e scarico merci. La proposta definita dai Cobas «non accettabile» propone il reintegro a scaglioni di una sessantina sui 130 lavoratori rimasti a piedi: 5 da lunedì, e poi a scaglioni di 5, 10 e 20 sino a raggiungimento del tetto, in luglio.
Una settantina i presenti, coordinati dallo Slai Cobas. Ed è stato il referente sindacale Sebastiano Lamera a relazionare in un’assemblea a cielo aperto sull’infausto esito della trattativa condotta nei giorni scorsi sotto l'egida prefettizia. I soggetti trattanti, va detto, si moltiplicano: uscita di scena la cooperativa Logic Service (cui fanno riferimento gli ex lavoratori di Vignate), si tratta con Ldd Lillo, con la società esterna che ha avuto in appalto il nuovo grande magazzino di Trezzo ma anche con due new entry, le cooperative casertane M.B. e Santa Chiara, che sarebbero ora referenti per la manodopera nelle aree di carico e scarico merci. La proposta definita dai Cobas «non accettabile» propone il reintegro a scaglioni di una sessantina sui 130 lavoratori rimasti a piedi: 5 da lunedì, e poi a scaglioni di 5, 10 e 20 sino a raggiungimento del tetto, in luglio.
«Ma i lavoratori rimasti senza
stipendio sono 130, non sono sessanta — così Lamera — È un aspetto importante.
E non è l’unico. Noi chiediamo un tavolo sindacale, dove le questioni siano
affrontate in maniera analitica e dove venga siglato un accordo scritto. La
proposta precisa che i reintegri sono vincolati a colloquio privato a chiamata,
e anche qui non ci siamo. Ammesso che debbano esserci scaglioni e priorità,
dobbiamo stabilirli insieme».
Cobas e
lavoratori dunque rilanciano con una nuova richiesta di incontro. Ma nel
frattempo, ecco la protesta trasferita in pianta stabile in viale Lombardia a
Trezzo, dove, nei prossimi due o tre giorni, si attenderanno sviluppi. Nessun
blocco in vista o nessuna azione eclatante (a Vignate, ricordiamolo, i
magazzini furono bloccati per tre giorni e i lavoratori salirono sui tetti del
capannone). Un presidio h 24, a simbolo del quale è già eleggibile la tenda da
campeggio collocata di prima mattina davanti all’ingresso battuto senza interruzione
dai Tir. I cui conducenti arrivano, suonano il clacson e solidarizzano: «Stiamo
diventando un paese di disoccupati». Lo slogan degli «ex Logic Service» al
megafono, è lo stesso di tre settimane fa: «Vogliamo il nostro lavoro. Senza, è
meglio morire».
Nessun commento:
Posta un commento